Disco

Aphrose, cantautrice soul fra passato e futuro

Il suo variegato album “Roses” è un inno alla vita che comincia dalla scomparsa di sua nonna Rose per arrivare alla nascita di sua figlia
– «Sono cresciuta a Toronto nel negozio di dischi dei miei genitori, ascoltando Stevie Wonder, Aretha Franklin e Michael Jackson»

«Sono cresciuta ascoltando Motown e Gospel, Soca (soul calypso, nda) e Reggae, Country e Disco, e sebbene questi generi musicali siano così diversi l’uno dall’altro, uno dei fattori unificanti è il forte songwriting. Sono sempre stata una fanatica di un buon ritornello!». Non sorprenda, quindi, se la musica di Aphrose, conosciuta anche come Joanna Mohammed, sia una miscela di tutti questi generi con cui si è formata. 

Aphrose è stata cresciuta da genitori di Trinidad che possedevano un negozio di dischi nel West Side di Toronto, esponendola alle delizie soulful di Stevie Wonder, Aretha Franklin e Michael Jackson. Soul e R&B ai quali Aphrose dà un tocco moderno con testi poetici e melodie scintillanti. Perché, soprattutto, Aphrose è una cantautrice che ama «scrivere seduta dietro a un pianoforte», per poi «suonare una progressione di accordi e cominciare a cantare una melodia. A volte le parole potrebbero venire prima a me e da lì, mi espando ulteriormente. Ma il 95% delle mie canzoni proviene dall’approccio keys/voice».

Conosciuta per la sua straordinaria abilità vocale, la talentuosa cantautrice e cantante canadese sta rapidamente ottenendo consensi e riconoscimenti globali sia da parte dei fan sia dei critici musicali. Il nuovo album Roses conferma quanto di buono ha mostrato ed è stato detto su di lei. Pur restando saldamente radicato nel suo stile, Roses abbraccia anche un’aura più morbida e introspettiva che mostra brillantemente la sua straordinaria versatilità nel navigare tra generi, stati d’animo e approcci musicali diversi con notevole finezza.

Fin dalla canzone che dà il titolo all’abum, Aphrose esplora il suo viaggio di vita, approfondendo il suo passato e presente familiare. La cantautrice riesce ad analizzare uno dei momenti più difficili della sua vita e a riflettere nella canzone dedicata a sua nonna Rose. La canzone è un inno a reagire alle avversità, famiglia e sacrificio, dicendo che anche se i nostri cari non sono qui, la fragranza di una rosa può portare sollievo in tempi di incertezza.

Roses offre qualcosa per tutti, rivolgendosi agli appassionati di neo-soul, soul tradizionale, hip hop e R&B. Prodotto dai suoi amici/collaboratori di lunga data presso SafeSpaceship Music (Scott McCannell, Chino De Villa, Ben Macdonald), l’album conferma la creatività di Aphrose e di questo eccezionale trio di produzione, offrendo un caleidoscopio di paesaggi sonori, trame e ritmi. e scanalature. Roses intreccia elementi spensierati e profondi, mentre Aphrose è alle prese con le sfide della nuova maternità o contempla il rapporto con se stessa, con il suo partner ed i suoi amici.

Aphrose trae ispirazione da icone neo-soul come Jill Scott ed Erykah Badu, rende omaggio a leggende del soul come Aretha Franklin e Michael Jackson e infonde influenze R&B contemporanee di artisti come Frank Ocean, SiR e SZA. . Il risultato è un suono che porta distintamente il “suono Aphrose”, riflettendo la sua profonda ammirazione per le sue ispirazioni e conferendo una svolta rinfrescante ai generi.

La vivace YaYa, canzone dance, riporta all’era della discoteca tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta. In Heavenly Father torna nonna Rose, impegnata in preghiera. La contemplativa In The Time Of Sorrow cattura le riflessioni di Aphrose sulla navigazione in un mondo spesso avvolto nella falsità, mentre brama l’autenticità.

Honey (Don’t) Come Back passa senza soluzione di continuità tra due personalità musicali distinte, iniziando con un ritmo di basso e batteria profondo, quasi trap, prima di trasformarsi in una vivace jam funk/soul. In What You Don’t See Aphrose e la chitarrista/co-sceneggiatrice Heather Crawford creano un inno intimo al triste finale di un’amicizia. Soft Nuclear incanala lo spirito del movimento R&B dei primi anni 2000, portando tracce dell’influenza di Lucy Pearl. Higher rappresenta il tributo di Aphrose a Prince, catturando l’essenza della sua musica nel suo ritornello. Il momento clou dell’album arriva con ZAG, un acronimo derivato dal nome della figlia, che inizia con il suono del battito cardiaco della bimba in utero da un’ecografia presa quando Aphrose era incinta. Questa accorata composizione funge da dedica alla figlia e a tutti i genitori che affrontano le montagne russe della genitorialità, sottolineando l’imperativo di coltivare l’amore per plasmare il futuro.

Roses rappresenta l’omaggio di Aphrose alla sua storia – sua nonna Rose e i pionieri ancestrali che le hanno aperto la strada verso la vita – e, contemporaneamente, si proietta nel futuro – le sue aspirazioni, sua figlia e le generazioni a venire. Questo album cristallizza queste dimensioni temporali, stimolando introspezione, celebrazione, divertimento e commozione. Roses è un viaggio musicale che scruta la multiforme bellezza dell’esistenza, invitando gli ascoltatori a prendere parte a questa cosa chiamata vita.

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