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Al cinema la carica dei candidati agli Oscar

Le uscite in sala. “Everything Everywhere All At Once” e “Gli spiriti dell’isola” si confrontano. Terzo incomodo “Decision to leave” thriller dai toni noir di Park Chan-wook. Ibrahimovic soldato romano in “Asterix & Obelix: il regno di mezzo”. Il k-pop dei coreani BTS sul grande schermo

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE azione, diretto da Dan Kwan, Daniel Scheinert, con Michelle Yeoh e Stephanie Hsu. Durata 139 minuti. Voto: 3,5 su 5

GLI SPIRITI DELL’ISOLA drammatico, diretto da Martin McDonagh, con Colin Farrell e Brendan Gleeson. Durata 114 minuti. Voto: 4 su 5

DECISION TO LEAVE drammatico, diretto da Park Chan-wook, con Tang Wei e Park Hae-Il. Durata 138 minuti. 

Il pluripremiato Park Chan-wook torna sul grande schermo firmando la regia di un film thriller dai toni noir, con un tocco di romanticismo, che rievoca ancora una volta il cinema di Alfred Hitchcock. Così come lo ricorda anche il personaggio di Song Seo-Rae, protagonista seducente e misteriosa al tempo stesso, interpretata dall’attrice cinese Tang Wei, che per l’occasione ha dovuto imparare a recitare in coreano. Il film racconta la storia del detective Hae-Jun (Park Hae-il) alle prese con la misteriosa morte di un uomo, apparentemente avvenuta durante una scalata. Mentre indaga tra le impervie montagne coreane, dove è stato ritrovato il cadavere, s’imbatte nella moglie della vittima, Seo-rae (Tang Wei), una donna di origini cinesi alquanto misteriosa, divenuta la principale sospettata del caso. La donna, infatti, presenta sul corpo segni che riportano a una probabile collisione, come graffi e lividi. E in più, sembra non manifestare particolare dolore per la perdita del marito.  Durante l’interrogatorio e le successive indagini il detective si renderà conto di iniziare a provare per la vedova sentimenti contrastanti, sviluppando una sorta di ossessione nei confronti della donna. Questo lo porterà a mettere in dubbio il suo senso del dovere. Voto: 4 su 5

HIDDEN – VERITÀ SEPOLTE giallo, diretto da Roberto D’Antona, con Roberto D’Antona e Annamaria Lorusso. Durata 136 minuti.

È ambientato in un paesino, dove alcune donne sono scomparse, ma nessuno dei residenti si chiede perché. Ognuno continua a condurre la propria vita come sempre, senza porsi alcuna domanda al riguardo. Un giorno, però, qualcuno li mette di fronte all’ipotesi che le donne scomparse siano morte e che ci sia un serial killer in giro che le uccida brutalmente. È da questo momento che gli equilibri iniziano a vacillare, mentre il terrore si fa largo tra gli animi degli abitanti. Per scoprire la verità, così a lungo sepolta, dovranno perdere, però, qualcosa a cui tengono molto. Voto: 3,5 su 5

ASTERIX & OBELIX: IL REGNO DI MEZZO family, diretto da Guillaume Canet, con Guillaume Canet e Gilles Lellouche. Durata 112 minuti.

È ambientato nel 50 a.C. e vede i due Galli Asterix e Obelix (Guillaume Canet e Gilles Lellouche) alle prese con una nuova storica avventura. Fu Yi (Julie Chen), l’unica figlia dell’imperatore cinese, è stata imprigionata a causa di un colpo di stato per mano del principe traditore Deng Tsin Quin (Bun-hay Mean). La giovane erede, grazie all’aiuto del mercante fenicio Graindemaïs (Jonathan Cohen) e della guerriera Tat Han (Leanna Chea), riesce a fuggire dalla prigionia e a raggiungere la Gallia. Qui Fu Yi, sapendo che Asterix e Obelix sono dotati di una forza sovrumana grazie a una magica pozione, si mette alla ricerca dei due valorosi guerrieri per chiedere loro aiuto. I due Galli accetteranno di aiutare la giovane principessa a salvare la sua famiglia e a liberare il suo impero dal principe malvagio. Mentre sono in viaggio, però, scopriranno che Cesare (Vincent Cassel) e il suo potente impero assetato di conquiste hanno assunto il controllo della Cina. Nel cast troviamo anche Zlatan Ibrahimovic nei panni del romano Caius Antivirus e Marion Cotillard come Cleopatra. Voto: 3,5 su 5

BUSSANO ALLA PORTA horror, diretto da M. Night Shyamalan, con Dave Bautista e Rupert Grint. Durata 100 minuti.

La piccola Wen (Kristen Cui) e i suoi due papà, Eric e Andrew (Jonathan Groff e Ben Aldridge), decidono di trascorrere qualche giorno in una casa isolata in mezzo ai boschi, completamente circondati e immersi nella natura. Mentre sta giocando nella foresta, però, Wen si imbatte in un grosso e robusto uomo di nome Leonard (Dave Bautista), che si pone in modo gentile e sembra interessato a parlare con lei. Poco dopo l’arrivo di Leonard, Wen nota che altre tre persone (Rupert Grint, Nikki Amuka-Bird e Abby Quinn) si stanno avvicinando, tutti con in mano diversi strumenti e oggetti. Wen corre a casa ad avvertire i suoi genitori dell’imminente minaccia rappresentata dai quattro sconosciuti, ma i suoi papà credono che sia tutto frutto della fantasia della bambina e non le danno importanza. I due, però, dovranno ricredersi quando i quattro estranei busseranno alla loro porta, intenzionati a entrare in ogni modo possibile. Una volta fatta irruzione nella casa, Wen, Eric e Andrew vengono presi in ostaggio dai quattro sconosciuti armati, che chiedono alla famiglia di compiere una scelta impensabile per evitare l’Apocalisse: sacrificare uno di loro tre. Non solo uno tra la bambina e i suoi papà deve morire, ma dovrà essere uno dei due mariti o la stessa Wen a uccidere la vittima prescelta. Con un accesso limitato al mondo esterno, la famiglia deve decidere se credere davvero alle parole dei quattro improvvisatisi Cavalieri dell’Apocalisse prima che tutto sia perduto… Voto: 3,5 su 5

ASSASSIN CLUB thriller, diretto da Camille Delamarre, con Henry Golding, Daniela Melchior, Noomi Rapace e Sam Neill. Durata 134 minuti.

È ambientato nel mondo delle spie internazionali e dei sicari, e Morgan Gaines (Henry Golding) è il migliore tra loro. Nonostante tutti i suoi successi, Morgan ha deciso di ritirarsi, ma deve onorare un ultimo ingaggio. È stato infatti assunto per assassinare sei persone in diversi angoli del pianeta. Ma quello che sembrava un lavoro alla sua portata si complica all’improvviso e si rivela potenzialmente letale anche per lui. Morgan scopre che dietro alla sua missione si nasconde in realtà un diabolico piano ordito da una mente misteriosa: oltre a lui, anche le altre sei persone designate come sue prede sono in realtà altrettanti sicari, incaricati, all’insaputa degli altri, di uccidersi l’un l’altro, Morgan compreso. Inizia così una corsa per la sopravvivenza. Voto: 3,5 su 5

SENTINELLE SUD drammatico, diretto da Mathieu Gérault, con Niels Schneider e Sofian Khammes. Durata 97 minuti.

È il viaggio di Christian Lafayette (Niels Schneider), un soldato francese che dopo un’imboscata omicida in Afghanistan torna a casa. Christian, figlio adottivo dal passato difficile e con il trauma di aver vissuto l’esperienza della guerra, si fa presto coinvolgere in un brutto giro. Suo cognato Mounir (Sofian Khammes), sopravvissuto insieme a lui all’agguato, lo trascina in un traffico di oppio. Nonostante le sue iniziali buone intenzioni di ripartire da una vita normale, tentando la strada del reinserimento, casca ben presto nel circolo vizioso della criminalità, dell’alcolismo e dell’abuso di sostanze. Per divincolarsi da questa spirale di violenza e scacciare i demoni interiori, Christian dovrà fare pace con il suo tormentato passato attraverso l’amore che non ha mai conosciuto. Voto: 3 su 5

LIFE IS (NOT) A GAME documentario, diretto da Antonio Valerio Spera. Durata 90 minuti.

Non è un convenzionale documentario sull’arte, né un classico biopic, ma il racconto degli ultimi due anni della nostra vita osservati dal punto vista della celebre artista romana, autrice delle famosissime opere: #Jenesuispasunvirus, dedicata a Sonia, nota ristoratrice cinese della capitale, che denuncia gli atti di razzismo contro la comunità cinese prima dello scoppio della pandemia e “L’Abbraccio”, il celebre poster attaccato nei pressi dell’Ambasciata egiziana di Roma in cui Giulio Regeni abbraccia Zaki rassicurandolo del fatto che “stavolta andrà tutto bene”. Il racconto inizia proprio nel 2020: si passa dalla discriminazione verso la comunità cinese all’obiettivo “immunità di gregge” di Boris Johnson, dalle conseguenze economiche della pandemia fino alla guerra in Ucraina. Rispettando l’anima della protagonista, il documentario si presenta con un’impronta “pop”, fatta di contaminazioni e omaggi, in bilico costante tra ironia e profondità d’analisi. La macchina da presa segue Laika nei blitz notturni, nel confinamento durante i duri mesi del lockdown, per poi accompagnarla in Bosnia all’inizio del 2021, quando l’artista decide di intraprendere il viaggio sulla rotta balcanica per denunciare le atroci condizioni di vita dei migranti; e infine in Polonia, al confine con l’Ucraina, nell’aprile del 2022. Voto: 3,5 su 5

Michele Di Mauro e Jerzy Stuhr protagonisti del film “Non morirò di fame”

NON MORIRÒ DI FAME drammatico, diretto da Umberto Spinazzola, con Michele Di Mauro e Jerzy Stuhr. Durata 100 minuti.

Racconta la storia di Pier (Michele Di Mauro), un tempo chef stellato e ora un clochard che vive ai margini della città. Dopo aver perso ogni cosa, l’uomo si è ritrovato senza un tetto sulla testa e con sé solo il fardello di un oscuro passato. Quando si vede costretto dagli eventi a tornare a Torino, Pier si imbatte in Granata (Jerzy Stuhr), un vecchio mendicante, che vive con quello che trova e si ciba di avanzi. Intraprendendo un viaggio nel mondo dello spreco alimentare, l’ex chef riscoprirà il suo amore per la cucina e il suo talento, rimasto fino ad allora sopito. La passione per la cucina gli permetterà anche di recuperare il rapporto con sua figlia Anna (Chiara Merulla), che non vedeva tempo e con cui fino Pier non era mai riuscito a instaurare un forte legame. Voto: 3,5 su 5

BTS: YET TO COME IN CINEMAS è il film sul concerto Yet To Come in Busan della band sudcoreana BTS (acronimo di Bangtan Sonyeondan). Il live è stato editato e remixato per il grande schermo, così da permettere allo spettatore di godersi a pieno il concerto anche con scene ravvicinate. Le riprese in Busan, in Corea del Sud, sono state girate a ottobre, quando i BTS hanno registrato il tutto esaurito. In occasione di questo concerto una folla di fan ha invaso il palazzetto in attesa di veder salire sul palco RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jung Kook. Durante il live la band ha cantato tutti i suoi successi, da Dynamite Butter, fino al singolo Idol, emozionando e facendo cantare a sua volta anche il pubblico presente. Voto: 4,5 su 5

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