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Al cinema. Attenti a quei due “Bad Boys”

–  Le prime visioni di questa settimana. Il ritorno della coppia Will Smith e Martin Lawrence farà risollevare anche in Italia gli incassi?
– “L’Impero” di Dumont, la via francese a “Star Wars”. Altra fantascienza con “The animal kingdom”. Un po’ di commedia italiana con “Il mio regno per una farfalla” 

BAD BOYS: RIDE OR DIE avventura, diretto da Adil El Arbi, Bilall Fallah, con Will Smith e Martin Lawrence. Durata 115 minuti.

Due anni dopo il suo famigerato scatto d’ira agli Oscar, Will Smith ha schiaffeggiato i dubbi persistenti sul suo ritorno in carriera. Un raro punto luminoso nel magro botteghino estivo, la commedia d’azione Bad Boys: Ride or Die – co-protagonista Martin Lawrence – ha aperto in cima alle classifiche lo scorso fine settimana negli USA con 56 milioni di dollari di vendite di biglietti nazionali. Il debutto più forte di quanto previsto per la quarta puntata del franchise poliziesco di lunga durata segna la quindicesima volta che Smith ha portato un film al primo posto al botteghino. Il risultato è particolarmente notevole in quanto Smith torna a uno dei suoi ruoli più noti nella sua prima grande uscita cinematografica da quando è salito sul palco e ha colpito Chris Rock durante gli Oscar del 2022 per una battuta su sua moglie, Jada Pinkett Smith. 

L’ultima grande uscita della star, il thriller d’azione del 2022 del regista Antoine Fuqua Emancipation, in cui Smith interpretava uno schiavo fuggito, è stato in gran parte ignorato, lasciando il futuro dell’attore una questione aperta. Ma con l’ultimo film Bad Boys riporta Smith fra le stelle più brillanti di Hollywood.

In questo episodio gli agenti Mike Lowrey e Marcus Burnett (Will Smith e Martin Lawrence) indagano su un caso di corruzione all’interno della polizia di Miami. Scoprono che il loro ex capitano Conrad Howard (Joe Pantoliano), ora defunto, è accusato di aver lavorato con i cartelli della droga. Questa scoperta però si ritorce contro di loro, da quel momento sono sospettati di aver collaborato con lui e alcune organizzazioni criminali della città. Ora Lowrey e Burnett devono scappare per non farsi catturare da polizia e malviventi e per poter risolvere il caso lavorando al di fuori della legge. Tra imprese maldestre, fughe estreme e esplosioni che mettono le loro vite in pericolo, i due agenti affrontano una missione senza precedenti. Il film ha fatto risalire gli incassi nelle sale cinematografiche americane. Vedremo se il miracolo si ripeterà anche nel nostro Paese.

Voto: 3.5 su 5

IL MIO REGNO PER UNA FARFALLA commedia, diretto da Sergio Assisi, con Tosca D’Aquino e Federica De Benedittis. Durata 100 minuti.

Il film si svolge sull’Isola di Ischia. Sasà (Sergio Assisi) compie 50 anni, è lo scapolo d’oro di tutta l’isola ma anche un eterno Peter Pan. Figlio illegittimo del Barone Belladonna, Sasà sfrutta le sue nobili origini per godersi la vita anche se non ha un soldo. Donnaiolo incallito e bugiardo seriale, passa le sue giornate elargendo consigli sentimentali seduto al tavolino di un bar. Tutti cascano ai suoi piedi, uomini e donne, anche grazie alle sue raffinate doti di affabulatore.

Ma quando scopre che sta per ereditare una grande fortuna, Sasà va in crisi. Per poter mettere le mani sulle proprietà che gli ha lasciato suo padre, deve sposarsi e non deve mai divorziare. Sasà ha quaranta giorni per sconvolgere la sua vita per sempre. Da quel momento si scatena il caos…

Voto: 3 su 5

L’IMPERO fantascienza, diretto da Bruno Dumont, con Fabrice Luchini e Camille Cottin. Durata 110 minuti.

Non è un film qualsiasi, ma spiazza sin dall’inizio perché ci introduce in una sorta di via dadaista a Guerre Stellari. Tra surrealismo, teatro dell’assurdo, astronavi che ricordano cattedrali gotiche, spade laser e paramenti sacri si svolge questa storia ambientata in un villaggio di pacifici pescatori sulla costa d’Opale a nord della Francia.

Protagonisti del film, già Orso d’Argento alla Berlinale, appunto questi pescatori apparentemente insignificanti, ma non ci si inganni troppo. Dietro le loro sembianze umane si nascondono due potenti razze extraterrestri pronte a scontrarsi fino all’ultimo sangue. Il figlio del pescatore Jony (Brandon Vlieghe), il piccolo Freddy, è al centro della contesa: nato dall’unione tra un extraterrestre e un’umana, crescendo diventerà l’ago della bilancia nella lotta tra gli “uno” (che rappresentano il bene) e gli “zero” (i cattivi). La principessa Jane (Amamaria Vartolomei), dell’impero degli “uno”, viene mandata sulla Terra per salvare gli umani dal male che potrà scatenarsi quando Jony farà crescere il suo erede come sovrano delle forze oscure.

Ma sulla terra piomba anche Belzebù in persona interpretato dal sempre straordinario Fabrice Luchini. Va detto che in questa lotta tra extraterrestri c’è qualcosa di buono: indossando un corpo umano hanno la possibilità di fare sesso, una cosa del tutto nuova per loro e niente male. Ne approfitterà Jony prima con Jane e poi con Line (Lyna Khoudri): i loro amplessi sono ripresi da Dumont in campi molto lunghi in cui i protagonisti sono poco più di due figurine. Tra mucche, poliziotti pigri e discariche questa fantasy-comedy in salsa francese si avvia verso un finale pieno di astronavi e buchi neri. Nel cast anche Camille Cottin (la Regina); Julien Manier (Rudy); Bernard Pruvost (Van der Weyden) e Philippe Jore (Carpentier). 

«Ci sono due tipi di cinema oggi, quello europeo e quello americano. Spesso trattano le stesse cose, ma ovviamente con approcci completamente diversi», dice Dumont. «Nei miei film ho spesso trattato del bene e del male, ma questa volta volevo affrontarli attraverso il metodo popolare americano di fare cinema con tanto d’intrattenimento e svago. Mi piace il cinema popolare e la mia intenzione non era quella di puntare il dito contro gli americani e dire: “Oh, guarda quanto sono stupidi”. Il cinema Usa ha i suoi punti di forza e i suoi difetti, proprio come quello europeo». E ancora Dumont: «I film di Hollywood sono più facili, più accessibili, pongono domande e semplificano le risposte e questo si presenta molto prepotentemente nella fantascienza, un genere che per sua stessa natura fa i conti con grandi idee, metafisica e trascendenza. Lo vedi, ad esempio, in Odissea nello Spazio di Kubrick e anche nei film di Star Wars. La questione dell’infinito è qualcosa che si evoca facilmente quando si impostano le cose giuste nello spazio. Non è complicato. Lo stesso vale per il bene e per il male. Tutto è reso direttamente. Ma nella tradizione europea purtroppo non è affatto chiaro».

Voto: 3 su 5

DALL’ALTO DI UNA FREDDA TORRE drammatico, diretto da Francesco Frangipane, con Edoardo Pesce e Vanessa Scalera. Durata 90 minuti.

Racconta la storia di sei persone, un padre e una madre, un figlio e una figlia, due medici, e di una malattia che stravolge la quiete di una famiglia. La madre e il padre di Elena e Antonio (Vanessa Scalera e Edoardo Pesce) soffrono di una rarissima malattia, ma non ne sono a conoscenza. Soltanto uno dei due può essere salvato e sarà compito dei figli decidere chi sacrificare e chi tenere in vita. I due genitori ignorano del tutto quale sarà il loro futuro, mentre i loro i figli si ritroveranno di fronte a un’ardua scelta e i medici diventeranno i testimoni di un dramma. Il tutto avviene in tre ambienti: una sala da pranzo, uno studio medico e un posto nel quale tutti i personaggi si confrontano e scontrano riguardo grandi questioni morali ed esistenziali.

Voto: 3.5 su 5

THE ANIMAL KINGDOM fantascienza, diretto da Thomas Cailley, con Romain Duris e Adèle Exarchopoulos. Durata 128 minuti.

Racconta come l’uomo nel tempo abbia iniziato mostrare un processo di mutazione, che lo ha portato a sviluppare elementi vicini ad alcune specie animali. Dopo due anni dalla manifestazione delle prime mutazioni da uomo ad animale, la società ha iniziato a adattarsi a questo cambiamento, prendendosi cura delle “creature” in nuovi centri socializzati. Quando un convoglio, che trasporta questi ibridi, subisce un incidente, le creature si disperdono nell’ambiente circostante, portando un padre e un figlio a vivere una straordinaria avventura.

Voto: 3 su 5

ATTENBERG drammatico, diretto da Athina Rachel Tsangari, con Ariane Labed e Vangelis Mourikis.

Marina è una ragazza che, trovando la specie umana strana e repellente, decide di prenderne le distanze. Tuttavia, continua ostinatamente a osservarla attraverso alcune canzoni, i documentari sui mammiferi di Sir David Attenborough e le lezioni di educazione sessuale che riceve dalla sua unica amica, Bella. Un giorno arriva in città uno straniero che la sfida a calcio balilla. Il padre si prepara intanto per la fine del XX secolo, che considera decisamente sopravvalutato. Così tra il padre, lo straniero e Bella, Marina scopre il mistero della fauna umana.

Voto: 3.5 su 5

ROBO PUFFIN animazione, diretto da Domenico Saverini, con Lucilla.

Protagonisti gli impavidi Puffins, pronti a imbarcarsi in una nuova avventura alla ricerca delle loro origini e cogliendo l’occasione per sventare una segreta cospirazione, che mette a rischio la loro stessa esistenza. Mentre il loro acerrimo nemico, Otto Von Walrus, tenta di mettere continuamente di intralciare i Puffins, inventando una loro nemesi robotica, il Robo Puffin, un robot che ricalca le fattezze degli stessi Puffins. Quest’ultimi affronteranno diverse sfide che li spingeranno al limite delle loro capacità, rendendo vano anche l’ennesimo tentativo di Otto Von Walrus di offuscare il loro operato.

Tra notti insonni, trappole, loop temporali, cloni, perdita di potere, impostori, amnesie e sparizioni misteriose, i Puffins vivranno una caotica avventura, non senza qualche spiraglio di romanticismo e una buona dose di magia. Determinati e uniti tra loro, supereranno ogni ostacolo che si presenterà sul loro cammino, dimostrando anche questa volta che sono più che delle semplici pulcinelle di mare con grandi poteri.

Voto: 3.5 su 5

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