Storia

Un’amica di Giorgia Meloni a Taormina Arte

I retroscena dietro la nomina politica di Beatrice Venezi alla Direzione Artistica dell’ente di spettacolo taorminese, tra porte girevoli, concerti sulla Croisette e convention di partito. «Non so se considerare questo gravissimo atto un sopruso perpetrato contro la città oppure una semplice cafonata istituzionale», protesta il sindaco Bolognari che non era stato informato e adesso minaccia l’uscita del Comune dalla Fondazione. La direttrice d’orchestra toscana, figlia di un dirigente nazionale di Forza Nuova, è stata ospite al congresso di Fratelli d’Italia

Era nell’aria ormai da qualche mese: il maestro Beatrice Venezi è il nuovo direttore artistico della Fondazione Taormina Arte Sicilia. L’Ente lo ha reso noto nella giornata di ieri a mezzo stampa, di seguito alla firma del contratto tra l’artista e la Fondazione – di cui sono soci alla pari la Regione Siciliana e il Comune di Taormina – alla presenza del Commissario straordinario Bernardo Campo, della Sovrintendente Ester Bonafede e dell’Assessore Manlio Messina, presso la sede dell’Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo. 

Beatrice Venezi

Eppure, la notizia, che trovava sempre più insistenti e autorevoli conferme tra i beninformati, era nota nell’ambiente già dai primi di giugno, ossia quando ancora Giuseppe Cuccia si aggirava serenamente per gli uffici della Fondazione, riponendo legittimo affidamento in un mandato esplorativo e in un preincarico ad approntare una programmazione pluriennale seria, ambiziosa e articolata. Cuccia – già direttore artistico del Teatro de la Maestranza di Siviglia e consulente artistico per l’opera occidentale del Centro nazionale per le arti dello spettacolo di Pechino – si era, infatti, prontamente attivato a imbastire un progetto di grande respiro, certamente idoneo a riqualificare e riposizionare la discontinua realtà delle scene taorminesi su standard qualitativi d’eccellenza: un ricco cartellone di concerti, opere e balletti che avrebbero visto, tra gli altri spettacoli, anche Carmen con i costumi di Kenzo, Il Trovatore con la regia di Hugo de Ana, una nuova produzione di Orfeo all’inferno di Offenbach con Teresa Mannino nel ruolo recitato dell’operetta, nuove creazioni di balletti sul mito di Medea. Anche alla luce degli accordi già trovati con numerose rappresentanze artistiche ed enti lirici, apparivano assai discordanti e azzardate le indiscrezioni sulla decisa volontà di virare su una testimonial di indubbia popolarità come il maestro Venezi, appena reduce dal concerto con l’orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania (a organico ridotto) presso Hôtel Barrière Le Majestic su Boulevard de la Croisette a Cannes, nell’ambito del progetto da 2,2 milioni (1,6 a sentire Messina) finanziato con decreto nell’aprile scorso.

A sciogliere ogni riserva sulla fondatezza della notizia è bastato, di lì a poco, il repentino benservito a Cuccia – al quale è invero stata offerta la direzione di produzione – sintomatico di una scelta puntuale e non troppo casuale in favore della recente pupilla della Regione Siciliana: Venezi, non a caso, il prossimo primo settembre inaugurerà a Catania il gran galà belliniano del BIC – Bellini International Context (insomma, il festival belliniano sotto mentite spoglie) e, sempre nel capoluogo etneo, dirigerà in primavera Le Nozze di Figaro. E si tratterà, in quest’ultimo caso, di un debutto assoluto alla direzione di un’opera, dato che il direttore d’orchestra – che declina al maschile l’appellativo del proprio ruolo – vanta sì numerose collaborazioni con enti lirici e compagini orchestrali ma non ha ancora esordito sul podio nell’ambito del circuito ufficiale delle stagioni di un ente lirico. 

Beatrice Venezi dirige i Virtuosi Italiani alla Convention di Fratelli d’Italia

Ma al talento Venezi, peraltro figlia di un dirigente nazionale di Forza Nuova, coniuga anche dichiarate simpatie per Giorgia Meloni, che il primo maggio scorso a Milano l’ha accolta a braccia aperte alla convention programmatica di Fratelli d’Italia – in occasione della quale ha diretto l’orchestra dei “Virtuosi Italiani” in un concerto aperto con l’esecuzione del coro Va, pensiero al termine del proprio intervento – e che Venezi ha definito come «una Fanciulla del West vittoriosa, perché è una donna coraggiosa, sicura di sé, forte dei propri valori, che prende posizioni anche scomode». Il Maestro – che a L’Espresso ha dichiarato «una donna come Giorgia Meloni nel nostro panorama politico italiano, e non solo, non l’abbiamo ancora vista» – veniva persino indicata come possibile candidata nelle liste di FdI in vista del voto del prossimo 25 settembre.

Mario Bolognari, sindaco di Taormina

Ed è lo stesso sindaco di Taormina, prof.  Mario Bolognari – al quale da Statuto approvato spetterebbe la presidenza della Fondazione – ad apprendere della nomina regionale solo in seguito all’annuncio a mezzo stampa: «Nel comunicato si dice anche che la Fondazione è costituita dalla Regione e dal Comune di Taormina, ma io, che rappresento il 50% della fondazione, non solo non sono stato consultato, ma neanche informato della decisione». Stigmatizza così Bolognari, che risponde a tono: «Non so se considerare questo gravissimo atto un sopruso perpetrato contro la città di Taormina oppure una semplice cafonata istituzionale. Quel che è certo è che da questo momento verrà meno la mia personale collaborazione con la Fondazione e proporrò al Consiglio comunale di recedere dalla Fondazione, revocando il conferimento della casa del cinema al patrimonio della Fondazione». 

Parole durissime determinate dalle modalità dell’ennesimo atto di forza che esautora di fatto la città di Taormina, anche nelle logiche interne alla Fondazione che reca il suo nome ma il cui statuto prevede ormai un CdA “palermocentrico” in nettissima prevalenza – per più di tre quarti – nominato dalla Regione Siciliana e dal suo Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo.

Non sorprendono, pertanto, le sliding doors a Taormina Arte né logiche di cooptazione, visto il clima generale alla vigilia delle urne. Appare più banalmente il riflesso di quello che esprimono le politiche degli enti regionali e il discutibile operato dei loro dirigenti. Quanto al maestro Venezi, ne conosciamo il curriculum ma non le proposte, che ci riserviamo di valutare attentamente in futuro e ci auguriamo possano sorprenderci più di quanto non lo faccia il contesto fin qui descritto.

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