“Sicilia, la musica della madre terra” è il titolo dello spettacolo in programma venerdì 10 marzo e sabato 11 al Teatro Massimo Bellini di Catania. «Un concerto di musica sinfonica popolare» con l’orchestra diretta da Luciano Maria Serra e la partecipazione di alcune delle eccellenze musicali isolane: Eleonora Bordonaro, Rita Botto, Alfio Antico, Cesare Basile, Mario Incudine, Lautari e Mario Venuti. «Uno spettacolo ispirato a “Ci ragiono e canto” di Dario Fo», spiega Puccio Castrogiovanni. I brani in programma: da “Vitti na crozza” a “Stranizza d’amuri” di Battiato
Un grande affresco popolare, il racconto della vita e dei sentimenti di un popolo attraverso un repertorio che va dal canto sociale e di protesta ai canti d’amore e ai “cunti”, dal ballo alle contaminazioni moderne. È questa l’idea di Sicilia, la musica della madre terra, lo spettacolo che riunirà per due sere – venerdì 10 marzo ore 20:30 e sabato 11 ore 17:30 – sul palco del Teatro Massimo Bellini di Catania e al centro di un’orchestra sinfonica sette fra le migliori voci dell’Isola.
«Un concerto di musica sinfonica popolare», suggerisce Puccio Castrogiovanni dei Lautari, fra i protagonisti dell’evento. «È uno spettacolo ispirato a Ci ragiono e canto di Dario Fo del 1966. L’orchestra, composta da sessanta elementi, al cui centro staremo noi Lautari, farà da legame. Sarà come una sorta di suite unica, ogni pezzo sarà legato all’altro, senza la pausa prevista per gli applausi».
A curare l’orchestrazione sarà il maestro Luciano Maria Serra, al quale sono affidate l’introduzione e la chiusura della “suite”. Spetterà ai suoi arrangiamenti amalgamare le voci popolari con la musica sinfonica, riportando talvolta alla luce le cellule melodiche originali delle reinterpretazioni colte delle Folk Songs di Luciano Berio. «All’interno del concerto, poi, mi sono concesso un piccolo momento “solistico” in qualità di compositore; momento che ho affidato all’arpa di Giuseppina Vergine, la quale suonerà una mia Siciliana, per altro espressamente a lei dedicata», spiega Serra nelle note d’introduzione dello spettacolo. «L’ultima – non meno importante – soluzione adottata per non incrinare la cifra stilistica di ogni solista è stata quella di scrivere delle orchestrazioni orientate a non compromettere ciò che è peculiare, ciò che è proprio di ogni loro mezzo espressivo. Gli affezionati di ogni cantante ritroveranno quindi intatti i modi interpretativi di tutti coloro i quali daranno voce all’anima della nostra amata Sicilia».
Gli ospiti della serata proporranno due pezzi ciascuno. E se alcuni sono rimasti legati al proprio stile, altri sorprenderanno per i brani scelti. Sono i casi di Rita Botto e Mario Venuti. La prima, infatti, si è orientata verso sonorità più moderne, decidendo di interpretare il Franco Battiato di Stranizza d’amuri e Strade parallele (Aria siciliana), scritta anch’essa dal Maestro di Milo ma portata al successo da Giuni Russo. L’ex Denovo, invece, prende in prestito dall’amico Lello Analfino dei Tinturia la canzone Cocciu d’amuri, colonna sonora del film Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone, e Mi votu e mi rivotu, un cavallo di battaglia di Rosa Balistreri che Venuti cantò insieme con Carmen Consoli nel corso della trasmissione Scalo 76 in onda su Rai2 tra il 2007 e il 2009.
Punta sulla tradizione l’ennese Mario Incudine con Vitti na crozza, canto pacifista senza età e origine, e con Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali, scritto da Ignazio Buttitta e originariamente “cuntato” da Ciccio Busacca.
I Lautari riprendono dall’album C’era cu c’era l’ammaliante La Cifalota, che apre la parte cantata della suite, e da Arrè la dolce ballata Tra villi e valli.
Reduce dal concerto al Quirinale, dove ha ricevuto gli elogi del presidente Sergio Mattarella, Eleonora Bordonaro flirta con Bellini riproponedo Vincenzo, la zampogna e la malmaritata, titolo dello spettacolo confezionato in occasione del “Bellini International contest”, per poi duettare con il tamburo di Alfio Antico nella filastrocca scioglilingua Tri Tri Tri.
Alfio Antico pesca dall’album Anima ‘ngignusa la “lettera d’amuri” Desiderio e serenata, brano che per un errore di trascrizione è uscito con il titolo “Desiderio essere nata”, e Ventu e caristia.
Con l’incedere folk e blues, la chitarra di Cesare Basile lancia le frecce di Araziu Stranu, splendida soggettiva dello storico cantastorie siciliano Orazio Strano, nonché autoritratto di Basile, e di Aja Mola, paradigma della caratteristica funzionale del canto popolare, voce e ritmo degli ultimi.
Finale corale con due bis, che dovrebbero essere Re Bufè di Alfio Antico e la celeberrima Malarazza, canzone attribuita a Domenico Modugno ispirata da una poesia di un anonimo siciliano.
La scaletta prevista
Questa, infine, la scaletta della serata:
Intro – Il Maestro Serra con l’orchestra
“La Cifalota” – Lautari
“Vincenzo, la zampogna e la malmaritata” – Eleonora Bordonaro
“Vitti ‘na crozza” – Mario Incudine
“Strade parallele” – Rita Botto
“Aja Mola” – Cesare Basile
“Desiderio e serenata” – Alfio Antico
“Cocciu d’amuri” – Mario Venuti
“Tri Tri Tri” – Eleonora Bordonaro
“Tra villi e valli” – Lautari
“Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali” – Mario Incudine
“Araziu Stranu” – Cesare Basile
“Stranizza d’amuri” – Rita Botto
“Mi votu e mi rivotu” – Mario Venuti
“Ventu e caristia” – Alfio Antico
Finale – Il Maestro Serra con l’orchestra
Bis:
“Re Bufè” (da confermare)
“Malarazza”