Storia

Un rocker catanese nel regno di Presley

Mario Monterosso apre a Memphis la serata celebrativa in onore di Priscilla, la vedova del “re del rock”. Quando nel 2016 lasciò l’Italia per inseguire i suoi sogni. «Beh ora un po’ “king” mi sento anch’io… e fiero del mio essere siciliano». «Suonerò “Don’t” con la chitarra regalatami da Alex Chilton»

Per prima cosa è andato da Hal Lansky, il figlio del sarto di Elvis Presley, e si è comprato uno smoking, quello tradizionale, il “tuxedo”, come lo chiamano in America per la diffusione che ebbe dopo la sua prima apparizione nell’ottobre 1886 nell’omonimo club del New Jersey. Cravatta nera d’obbligo e, piccolo vezzo, le creepers di pelle lucida ai piedi, «per mantenere il mio stile rockabilly». E poi la sua inseparabile compagna, la chitarra Gretsch 6120 rossa con due dadi bianchi appiccicati, come quella di Brian Setzer. «Ma, per l’occasione, sfoggerò anche una preziosa chitarra semi acustica ereditata dal grande Alex Chilton».

La chitarra ereditata da Alex Chilton

Mario Monterosso, il rocker catanese che nel 2016 lasciò l’Italia per inseguire i suoi sogni di rock’n’roll nella città di Elvis Presley, quei sogni li ha realizzati. Oggi è fra i chitarristi di rock tradizionale più apprezzati e richiesti tra Memphis, Nashville e Los Angeles. È diventato produttore di artisti del calibro di Tav Falco, col quale andrà in tour negli States per tutto agosto e settembre. Incide dischi nei leggendari Sun Studio, dove sono passati Howlin’ Wolf, B.B. King, Johnny Cash, Carl Perkins, Roy Orbison e, naturalmente, Elvis Presley. Ciliegina sulla torta, Mario Monterosso venerdì 22 luglio avrà l’onore di aprire la serata celebrativa in onore di Priscilla Presley, la settantasettenne vedova del “re del rock”.

«La mia prima cassetta nel 1982 era di un programma londinese intitolato “Radio Memphis” e la mia seconda era un Greatest Hits di Elvis. In camera avevo un grande poster di Elvis, credo come il 90% di chi si accostasse al mondo rockabilly agli inizi degli anni Ottanta. Quei miti erano un must: Elvis, James Dean, Marilyn Monroe… chi non ha avuto un poster di quei personaggi. Poi la chitarra, la musica, le band, sognando costantemente come potesse essere vivere in quegli anni, o comunque in America, o comunque avere a che fare con i personaggi che a quel tempo venivano definiti “quelli veri”», racconta. «Certo che a quel tempo, ma neanche dopo, quando ero a Roma, avrei potuto immaginare tutto questo. Neanche i primi mesi qui a Memphis avrei pensato che un giorno sarei entrato dentro Graceland da invitato e non da turista». 

Priscilla Presley e Mario Monterosso a Graceland lo scorso gennaio

E come ci si sente ad aver non solo realizzato il sogno di fare il musicista a Memphis, ma di essere persino invitato alla corte di Presley?

«Ancora non riesco a credere di avere registrato due dischi alla Sun Records o di ritrovarmi ad Hollywood con Priscilla, Lisa Marie, Austin Butler, Baz Luhrmann, quasi come se fossi alla Baia Verde con quattro amici. Come ci si sente ad essere invitati ad aprire la cerimonia di gala come membro della comunità musicale di Memphis, perché ritenuto (a dire comune) di essere ad un livello di autenticità per quel genere di musica che spesso supera quello di molti colleghi americani? Beh un po’ “king” ci si sente… e fiero del mio essere siciliano, con le mie radici salde, ma anche con i miei sogni che finora si sono realizzati oltre ogni aspettativa».

Mario Monterosso con Austin Butler, l’attore che interpreta Elvis Presley nel film di Baz Luhrmann
Baz Luhrmann, il regista del film “Elvis”, insieme con Mario Monterosso

Venerdì sera tutta Memphis si fermerà per recarsi al Lohrey Theatre e festeggiare la donna che ha reso la “città del blues” l’epicentro del rock’n’roll, dando un enorme contributo allo sviluppo culturale ed economico della zona. La trasformazione di Graceland, la residenza di Elvis, in un mausoleo, avvenuta proprio quarant’anni fa, si è rivelata un successo internazionale, facendo diventare Memphis la destinazione per oltre 22 milioni di turisti internazionali. Tant’è che entro la fine dell’anno, Priscilla sarà inserita nella Memphis Music Hall of Fame.

«Priscilla è sempre stata guidata dal suo senso interiore di integrità artistica», dice Dabney Coors, co-presidente dell’evento. «Ciò è evidente non solo nel suo lavoro televisivo nella serie di successo Dallas, e nel suo lavoro sul grande schermo nella trilogia di The Naked Gun (“Una pallottola spuntata” nella versione italiana, nda), ma anche nella sua volontà di preservare, organizzare e presentare al pubblico i beni professionali e personali di Elvis Presley a Graceland in modo tale da condividere con il mondo la storia della realizzazione del “Sogno Americano” attraverso il suo multiforme talento artistico. Di recente alla premiere del nuovo film Elvis il 10 luglio 2022, con sua figlia e sua nipote, Priscilla ha ospitato a Graceland il regista Baz Luhrmann e l’intero cast del film, inclusi Austin Butler e Tom Hanks».

Mario Monterosso è anche lui un simbolo del “sogno americano”. Primo rocker italiano invitato a una cerimonia ufficiale di Memphis, aprirà la serata omaggiando il suo eroe, suonando Don’t, un brano di Elvis registrato nel 1957. «Lo eseguirò senza cantare, solo strumentale, (così do seguito al mio album) accompagnato dall’orchestra condotta dal Maestro Gary Beard», anticipa. «Finita la mia performance mi unisco all’orchestra per tutti gli episodi musicali durante la cerimonia. Tra gli ospiti anche Kallen Esperian, soprano di fama mondiale che per venticinque anni è stata in tournée con Luciano Pavarotti e che ho fatto cantare nel pezzo Red Vienna nell’album che ho prodotto per Tav. La sera del 22 eseguirà God Bless America aprendo la strada agli ospiti istituzionali, il governatore del Tennessee, il sindaco, ed il congressman. Dopo la cerimonia, nel foyer del teatro, mi esibirò con il mio quintetto rockabilly».

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