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Alfio Antico e Marracash, due Sicilie vincenti al Tenco

Così lontani così vicini il “dio tamburo” e il “king del rap”, il primo premiato nel progetto collettivo “The Gathering”, il secondo per l’album “Noi, loro, gli altri” 

Alfio Antico e Marracash, due Sicilie così lontane così vicine premiate al “Tenco”. Ancestrale, pastorale, rurale, legata al Mito quella del “tamburo parlante” lentinese. Urbana, cresciuta all’ombra di anonimi condomini alla periferia metropolitana e degradata di Milano, «dove convivono lo sbirro e il ladro e dove i maschi devono scegliere fra la strada e l’oratorio», quella del “king del rap”. 

Entrambi emigrati. Il percussionista lentinese ha girovagato fra la Germania, Firenze, Napoli, Palermo, per fermarsi a Ferrara. Marracash, ovvero Fabio Rizzo, è nato a Nicosia, nell’Ennese, nel 1979, ma è cresciuto a Milano. Il nomignolo deriva proprio dai suoi tratti somatici, tipici della gente del profondo Sud: capelli neri ricci, occhi scuri. «Mi chiamavano marocchino, da lì è arrivato Marracash. Prima mi arrabbiavo, poi l’ho adottato», spiega con cadenza meneghina. «Sono figlio di immigrati siciliani, figlio delle case di ringhiera senza i sanitari, dei viaggi in macchina interminabili, carichi come somari. I miei genitori parlano ancora in dialetto ed ho molti parenti in Sicilia, da bambino trascorrevo tre mesi all’anno a Nicosia». Entrambi non hanno mai rotto il cordone ombelicale che li lega alla Sicilia. Ed hanno lottato per non essere cancellati, per affermare la propria libertà, il proprio diritto a vivere e non a sopravvivere. 

Entrambi espressioni di una Sicilia melting pot, incontro di culture e di linguaggi, antichi e moderni. Futuribili. Alfio Antico, il “dio tamburo”, è al centro di un progetto internazionale che vede coinvolto un formidabile collettivo di musicisti sparsi in tre Continenti. Deus ex machina il “re Mida” della discografia italiana Ferdinando Arnò. The Gathering, il nome del progetto e dell’album, riceverà la targa Tenco album collettivo. «È nato quasi per gioco», racconta sorridendo il suo ideatore. «Ero insieme con Alfio in Puglia, avevamo fatto qualcosa di bello e, allora, gli chiesi. “Perché non partecipiamo al Premio Tenco?”. E abbiamo registrato l’album. La mia idea era quella di partire dal ritmo, dalle percussioni di Alfio Antico, dalla sua ritmica ancestrale e futurista al tempo stesso. Da lì, come uno stilista, ho cercato di abbinare gli abiti, i colori, i profumi adatti. Il ritmo e il riff delle bande, che Alfio sa fare bene perché ha un twist in più, sono gli elementi caratterizzanti del disco. Penso sia venuta fuori qualcosa di nuovo e di buono. Un Mediterraneo 2.0».

La copertina dell’album “The Gathering”

Per Alfio Antico è un riconoscimento a una carriera quarantennale, durante la quale ha collaborato con tutti i grandi della musica nazionale, da Eugenio Bennato che lo lanciò con Musica Nuova a Beppe Barra, da Lucio Dalla a Fabrizio De André, che pretese «il suo pollice» per registrare Don Raffaé, e poi Branduardi, Arbore, Finardi, Capossela, Carmen Consoli, Colapesce e tanti altri ancora. «Un giorno mi piacerebbe salire sul palco dell’Ariston, come ospite o come concorrente al Festival di Sanremo», si augura l’autore di Silenzio d’amuri.

Marracash è nato a Nicosia, in provincia di Enna

Un’idea che non disdegna neanche il “king del rap”, «ma non in gara, come ospite sì», tiene tuttavia a precisare. Marracash è il primo rapper a vincere la targa Tenco nella categoria miglior album con Noi, loro, gli altri. Ed anche per lui rappresenta «un riconoscimento culturale» al suo lavoro e alla musica rap. «Negli ultimi vent’anni nessun altro genere ha avuto lo stesso impatto sul Paese. Il rap è stato costante nel maturare e nel crescere», commenta. «La mia generazione ha fatto da ariete. All’inizio anche il pubblico ci guardava come se fossimo dei giocolieri, applaudivano ma non partecipavano. Ora cantano tutto».

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