La canzone “Alba”, con cui è in gara, scritta «alle 6:20 in un piccolo porto dell’arcipelago». «È la canzone che influenza tutto il mio nuovo album». «Torno al Festival per chiudere un cerchio, non per prendermi la rivincita, né per puntare alla vittoria»
Ultimo porta al Festival di Sanremo l’Alba, la magia, l’incanto delle isole Eolie. Un brano composto alle 6:20 di un mattino di fine agosto ad Alicudi, dove era andato a cercare un po’ di relax dopo i concerti di Catania.
A spiegarlo lo stesso artista su Facebook: «Ho fatto questo video qualche attimo prima che Alba prendesse vita, in un piccolo porto delle Isole Eolie. Erano le 6:20 del 24 agosto… un mese esatto dalla chiusura del tour. Avevo in testa una strofa scritta qualche anno fa e ho come sentito che quello sarebbe stato il momento perfetto per scrivere tutto il resto. È stato un po’ come se la canzone fosse venuta a cercarmi. Alba è una canzone diversa dalle altre che ho scritto. È come fosse una mia lettera per chiunque voglia guardarsi dentro e provare a ricominciare. È rivolta all’essere umano, alle nostre fragilità che viviamo quotidianamente e al bisogno che sentiamo tutti di superare i nostri limiti».
Alba è una ballata pianistica nello stile di Ultimo, all’anagrafe romana Niccolò Moriconi, 26 anni. Secondo i bookmaker è la favorita per la vittoria, davanti alla Due vite di Mengoni e, più distaccata, Parole dette male di Giorgia.
«A furia di grattarmi, ho consumato i gioielli di famiglia», scherza. Per poi sottolineare: «Non vado a Sanremo per vincere, vado per Alba. Perché Alba si è scritta quasi da sola ed è una di quelle canzoni che merita il Festival e la sua platea. Mostra un altro me, come in una lettera spedita alla parte nascosta di ognuno di noi per spingerci a rialzarci, a provare e riprovare, a ricominciare, a superare quei limiti mentali che non ti lasciano maturare, evolvere, crescere. È una canzone che adoro e per questo è la prima canzone del disco, per questo anche gli altri pezzi la riverberano, ne condividono le vibrazioni, diciamo che gli altri brani sono lo strappo sul vestito di Alba. L’album è nato come in un flusso di coscienza, su questi tasti bianchi e neri su cui spendo ventisei ore al giorno. Ma comporre Alba è stata un’esperienza inedita anche per me. Avevo in mente una frase, Amo l’alba perché è come fosse solo mia, il resto mi è venuto a cercare una mattina d’estate alle Eolie, mi sono sentito un tramite».
L’ultima volta che partecipò al Festival, andò via sbattendo la porta infuriato. Riteneva che la stampa lo avesse defraudato della vittoria che gli aveva tributato il televoto. La sua I tuoi particolari si piazzò seconda dietro a Soldi di Mahmood. Il successo popolare, i concerti “sold out” negli stadi, lo hanno ripagato della delusione. Nonostante ciò, ha deciso di tornare sul luogo del delitto.
«Credo che la mia sia una scelta coraggiosa, di fronte alla quale molti mi hanno detto: “Ma chi te lo fa fare? Non ti serve, non ne hai bisogno, riempi già gli stadi”. Ma io non posso dire che siccome faccio gli stadi non vado a Sanremo. Allora sì, chiudiamo sto cerchio, ma non perché ho un conto aperto, o perché devo vincere ad ogni costo per vendicarmi di una vittoria scippata. No, torno e chiudo il cerchio».
Pace fatta, quindi, con la stampa. «Non sono uno che rimugina sul passato. Non sono pentito e nemmeno ne vado fiero. Ho sempre fatto quello che sentivo di fare. Ed ora ho capito che non posso piacere a tutti. A qualcuno la mia musica fa pena, c’è chi non regge le mie canzoni perché dice che sono troppo lente. Pazienza, basta che mi si riconosca almeno l’autenticità. Per le pagelle, poi, è normale, e anche giusto, che ognuno scriva quello che vuole. Ma io vado avanti per la mia strada, anzi…».