Interviste

Interviste storiche/4: Ray Charles

Una sfocata foto di Ray Charles al Tout Va
Dall’archivio personale ripesco alcune chiacchierate avute con protagonisti della storia della musica che non ci sono più. Colloqui non legati ad avvenimenti particolari, ma che sono quasi una sorta di lezione di vita. Questa intervista diventa anche occasione per ricordare il Tout Va, leggendario locale notturno di Taormina dove nell’agosto del 1990 suonò “The Genius”

L’intervista ripescata dall’archivio e raccolta nell’agosto del 1990 mi consente non solo di parlare di un mito della “black music”, ma anche di rievocare il luogo dove è avvenuto l’incontro: la villa Mon Repos di Taormina. Famosa per aver ospitato il Casinò negli anni Sessanta e, successivamente, il Tout Va, locale notturno entrato nella leggenda. E anche per ricordare il compianto Saro Fichera che del night-club fu l’anima, trasformandolo nell’epicentro dell’estate siciliana e nel ritrovo frequentato da divi e star della musica e del cinema. Da Charles Aznavour a Juliette Greco, da Liza Minnelli a Ray Charles. Ed è proprio con “The Genius” che mi intrattenni a colloquio sulla terrazza del Tout Va. Una chiacchierata che parte dal suo più grande successo, Georgia on my mind.

Ho perso la vista quando ero bambino, e gli unici ricordi che mi sono rimasti sono la fame e la miseria. Il benessere non ho mai potuto vederlo, sono riuscito solo a toccarlo

Ray Charles (1930-2004)
Ray Charles

«La mia vita è fatta per la musica e io do tutto alla musica», debuttò Ray Charles poco prima di salire sul palco del Tout Va. «Cantando ogni sera Georgia on my mind, la canzone che amo di più e che mi ha fatto conoscere in tutto il mondo alla fine degli anni Cinquanta, è come rivedere di nuovo le baracche della mia gente, i miei genitori, mio fratello. Ricordi tristi, sì, ma che io ho potuto vedere con i miei occhi prima di perdere la vista. Ho perso la vista quando ero bambino, e gli unici ricordi che mi sono rimasti sono la fame e la miseria. Il benessere non ho mai potuto vederlo, sono riuscito solo a toccarlo».

I suoi spettacoli in questi ultimi anni tendono ad assomigliarsi. Non teme di affidarsi troppo alla leggenda?

«Io sono un tipo molto attento a quello che avviene nel mondo della musica. Per questo motivo non escludo per il futuro che, se dovesse esserci una produzione interessante, possa realizzarsi qualcosa. Prossimamente, comunque, inciderò il brano Good love you bad insieme con Toto Cutugno. Toto verrà in America e, oltre a registrare un singolo, realizzeremo anche un video. Poi penserò anche al mio prossimo album, del quale ancora non ho scelto il titolo».

Cosa pensa dei nuovi fenomeni musicali e, in particolare, di Prince, paragonato dalla critica a Duke Ellington?

«Alla luce di quello che si è sentito e visto negli ultimi tempi, non posso non dire che si tratta di effetti che io considero passeggeri. In ogni caso aspettiamo un altro po’ di tempo prima di osannarli o di cestinarli. Voglio vedere se Prince riuscirà a durare nel tempo come Duke Ellington o come il sottoscritto».

Che effetto fa essere riconosciuto come “The Genius”?

«Mi fa piacere, anche se devo ammettere che mi imbarazza un poco».

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