– La catanese Anna Castiglia, il messinese Iacopo Delvento e il modicano Nico Arezzo fra i 18 che si contenderanno la vittoria del concorso giunto alla XXXV edizione
– Delvento: «Una grande emozione, quattro anni fa fui bocciato, ora ammesso». Castiglia: «Ripropongo il brano “Ghali” che ha fatto scalpore a XFactor». Nico Arezzo ormai un veterano di talent e contest
Non è il record di due anni fa, quando furono quattro i siciliani ammessi alla finale di Musicultura, ma tre è un buon risultato per una regione dove risulta sempre più difficile emergere nella musica. La catanese Anna Castiglia, il messinese Iacopo Delvento e il modicano Nico Arezzo saranno gli alfieri della Sicilia alle finali della XXXV edizione del Concorso che dal 1990 contribuisce all’evoluzione stilistica e al ricambio generazionale della canzone italiana. Dovranno confrontarsi con altri quindici artisti, sperando di ripetere l’exploit dello scorso anno dei palermitani Santamarea che vinsero il contest.
Tutti e tre arrivano sul palco di Musicultura attraverso esperienze diverse, con le quali hanno avuto l’opportunità di mettere in vetrina il proprio talento. Per DELVENTO è anche una sorta di conferma della maturità raggiunta durante la gavetta. «Nel 2020 mi ero presentato proprio a Musicultura e non sono riuscito a superare le audizioni», racconta. «Essere riuscito a conquistare la finale dopo quattro anni è una grande emozione, perché significa che sono cresciuto e che questi miglioramenti sono stati notati dalla giuria».
Di strada, in effetti, ne ha fatta il cantautore messinese. Da quando cominciò a scrivere poesie nella sua stanzetta, per poi musicarle con la chitarra davanti a un falò sulla spiaggia. «Solo cinque anni fa ho visto la musica come professione». La “bocciatura” a Musicultura quattro anni fa, molta gavetta nei locali e nelle piazze, un tentativo quest’anno a XFactor chiuso ai Bootcamp e, adesso, finalmente le prime soddisfazioni con due sue composizioni,Tetto del mondo e Inferno rosa, che gli hanno assicurato l’accesso alla finale e che mescolano le sue due passioni, quella «per la poesia di Lorca e Parra, e di conseguenza per cantautori come De Gregori e Concato» e quella per la chitarra che lo avvicina ad Alex Britti, Ed Sheeran, Mark Knopfler.
Anche Anna Castiglia vanta un curriculum di tutto rispetto. La cantautrice catanese può anche esibire la vittoria al XVIII Premio “L’Artista che non c’era”, che le ha consentito di finanziarsi un tour. E con lo stesso spirito si avvicina al contest che prevede un premio in denaro di 20mila euro. A Musicultura è la prima volta, ma come il suo amico e collega messinese, anche per lei è stato quasi d’obbligo il passaggio a XFactor. Dove ha lasciato il segno, sbaragliando alle audizioni con la sua Ghali (la stessa con cui è in gara qui), è stata eliminata agli home visit da Morgan, poi ripescata e ri-eliminata alla prima puntata, poi evocata in semifinale da Fedez come quella che conosceva Morgan già da prima dell’inizio di X Factor (avendo partecipato a una puntata del programma StraMorgan). Sarà poi “arruolata” da Max Gazzè per aprire il suo tour. «La televisione ti dà una ottima spinta, mentre il contest è una opportunità», commenta la studentessa siciliana del Conservatorio Verdi di Milano.
Anna Castiglia con Ghali fu anche al centro di un “caso” sollevato da alcuni esponenti della comunità ebraica che hanno gradito poco la frase del testo che recita: “Non ho mai soldi in tasca, li chiedo sempre ai miei, ma sono in bancarotta, tutta colpa degli ebrei”. Senza capire l’ironia che scorre nelle canzoni e nelle vene (suo padre è il comico Giuseppe Castiglia) della ragazza etnea che in Ghali prende di mira una serie di luoghi comuni, mettendoli alla berlina.
«In Ghali c’è una critica alla nostra società, dove ognuno è abituato a non assumersi le proprie responsabilità. C’è il vittimismo di chi si sente costretto a rinunciare alla propria identità musicale per fare i conti con la realtà discografica», spiega lei. «Cito Ghali, come simbolo della trap, ma potrebbe essere uno qualsiasi. Vittima del vittimismo».
Attrice e cantautrice, Anna Castiglia si muove tra il teatro-canzone alla Giorgio Gaber e la scuola romana della nuova canzone d’autore, con qualche eco di Carmen Consoli. Alterna i concerti (stasera è al centro Zō Centro Culture Contemporanee a Catania, domani, venerdì 5 aprile, al Mind di Palermo, sabato 6 aprile al Retronouveau di Messina) allo studio e alla fine dell’estate dovrebbe uscire il suo album di debutto.
Last but not least, Nico Arezzo, modicano con base a Bologna, cresciuto sul palco come raccoglitore di cavi, tecnico delle luci, fonico, batterista e infine cantautore. Con il suo progetto solista, si presenta live con la sua penna intimista e un groove soul-funky. Nel 2017 vince il primo premio di FestivalShow all’Arena di Verona e, nello stesso anno, è tra i primi cinque “Under uomo” a XFactor. Nel 2019 partecipa a Sanremo Giovani, senza riuscire a salire sul palco dell’Ariston. Negli anni si è esibito in giro per l’Italia con formazioni diverse. Ultimamente Nico Arezzo raccoglie, scrive, arrangia, cucina e registra il suo album di debutto, che vedrà la luce nel 2024.
Questo il riepilogo dei 18 finalisti:
Alec Temple, Cremona – Cenere;
Anna Castiglia, Catania – Ghali;
Bianca Frau, Sassari – Va tutto bene;
DELVENTO, Messina – Inferno rosa;
Dena Barrett, Viareggio – Halloween;
De.Stradis, Bologna – Quadri d’autore;
Eda Marì, San Lucido – Tossic;
Eugenio Sournia, Livorno – Il Cielo;
FALCE, Cumiana – In debito;
Helle, Bologna – Lisou;
Nico Arezzo, Modica – Spazzolino;
Nyco Ferrari, Milano – Sono fatto così;
Ormai, Cantù – Vivere è ok;
PORCE, Carugate – La fine della festa;
Sandro Barosi, Cremona – Venezia di sera;
The Snookers, Morbegno – Guai;
Tommi Scerd, Genova –Mela 5;
Velia, Roma – Scogli.
«Per la seconda volta nella storia del concorso, a seguito della qualità delle proposte in campo e della difficoltà delle scelte abbiamo esteso a 18 la rosa dei finalisti, anziché i previsti 16. La prima osservazione che si ricava dall’ascolto di questi giovani artisti è la spiccata diversità di linguaggi e poetiche delle loro canzoni», ha commentato il direttore artistico di Musicultura Ezio Nannipieri. «Anche le loro personalità differiscono nettamente l’una dall’altra, in compenso è come se in tutti risuonasse una comune percezione della durezza e delle incognite dei tempi che attraversiamo. Ideologicamente appaiono meno schierati dei loro nonni, psicologicamente più attrezzati dei loro padri, non si aspettano che qualcuno o qualcosa arrivi a tirarli fuori dalle secche, scavano in sé alla ricerca di un fuoco, di un sentimento, di una voce che possano genuinamente connetterli agli altri e alla vita, di questo parlano le loro canzoni».
Tutti autori dei loro brani, gli artisti finalisti di Musicultura 2024 escono da una dura selezione iniziata nel novembre scorso e proseguita con i tre mesi di ascolto delle 2.374 canzoni presentate dai 1.187 artisti iscritti al Concorso, che per il quarto anno consecutivo ha registrato il nuovo record di iscrizioni.
La presentazione ufficiale dei 18 finalisti avverrà in anteprima nazionale il 25 e il 26 aprile a Recanati, città che diede i natali al Festival nel 1990, con Fabrizio De André e Giorgio Caproni primi firmatari del progetto. Due i concerti in programma al Teatro Persiani che daranno modo ai protagonisti del concorso di esibirsi rigorosamente dal vivo con le loro canzoni e di raccontarsi al pubblico.
Nel concerto del 25 aprile si esibiranno: Nyco Ferrari, Bianca Frau, Ormai, Alec Temple, Eda Marì, DELVENTO, Dena Barrett, The Snookers e Tommi Scerd.
La sera seguente, il 26 aprile vedremo sul palco: Nico Arezzo, De.Stradis, Sandro Barosi, Anna Castiglia, Falce, Helle, PORCE, Eugenio Sournia e Velia.
Rai Radio1 trasmetterà in diretta le due serate.
Otto saranno i vincitori di Musicultura che si esibiranno, con prestigiosi ospiti italiani ed internazionali, nelle serate finali del Festival il 21 e 22 giugno allo Sferisterio di Macerata. Lì sarà il voto del pubblico ad eleggere il vincitore assoluto del Concorso, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20mila euro.