Storia

Tornano i CCCP, «ma non è una reunion»

«Ci eravamo addormentati maledicendo la Fininvest, ci risvegliamo il giorno dopo la scomparsa di Berlusconi», dicono Lindo Ferretti, Zamboni, Annarella e Fatur attorno al tavolo dove si riuniva la segreteria PCI con Togliatti. Il gruppo di punta della scena alternativa musicale italiana degli anni Ottanta si ritrova per festeggiare i quarant’anni del loro album di debutto “Ortodossia”. In ottobre a Reggio Emilia una mostra e un Gran gala punkettone che riserva molte sorprese

“Maledirai la Fininvest, forma stato aziendale, politica virtuale”.

«Ci eravamo addormentati maledicendo la Fininvest, ci svegliamo il giorno dopo la scomparsa di Berlusconi», commenta Massimo Zamboni, seduto al monumentale storico tavolo della segreteria della Federazione del Pci nel Palazzo Masdoni di Reggio Emilia. 

Attorno al tavolo che dal Ventennio fascista al Dopoguerra ha visto riuniti prima gerarchi e poi Togliatti e segretari comunisti, si sono ritrovati la “benemerita soubrette”, Annarella Giudici, l’“artista del popolo” Danilo Fatur, «il cantante che non sa cantare, ma solo urlare», Giovanni Lindo Ferretti e «un grattugiatore di chitarre», Massimo Zamboni: I CCCP – Fedeli alla linea, gruppo di punta della scena alternativa musicale italiana degli anni Ottanta. 

Attorno allo storico tavolo della segreteria della Federazione del Pci le autorità locali, con al centro Riccardo Vitanza di “Parole e dintorni”, e, a destra, i quattro CCCP

L’occasione vuole che gli alfieri del «punk filosovietico», per loro definizione, si riuniscano per festeggiare i quarant’anni del loro album di debutto Ortodossia con una mostra che si terrà dal 12 ottobre all’11 febbraio nel Chiostro di San Pietro a Reggio Emilia e per un “Gran gala punkettone di parole e immagini” in programma sabato 21 ottobre al Teatro Valli della città emiliana. Coincidenza vuole che la conferenza stampa di presentazione avvenga il giorno dopo la morte di Silvio Berlusconi.

Non posso non ricordare che le uniche parole giuste sulla guerra in Ucraina le ha dette proprio Berlusconi

Giovanni Lindo Ferretti

«Ci ha lasciati soli, non c’è più il nemico da combattere. Che ha aiutato la destra a crescere e la Sinistra a restare unita dopo il crollo del PCI», commenta Lindo Ferretti. «Sembra che sia morto per darci una mano. Io, tuttavia, non posso non ricordare che le uniche parole giuste sulla guerra in Ucraina le ha dette proprio Berlusconi. E questo mi fa sorridere. La cellula si è risvegliata ed i riferimenti non ci sono più».

Se fosse stato per Lindo Ferretti, la cellula avrebbe potuto continuare a dormire sonni tranquilli. «È dell’infame di Zamboni e della “soubrette” l’idea della mostra», racconta. «Quando Annarella venne da me parlandomi del progetto, io risposi. “Aspettate che io muoia e poi, con me morto, ve la godete di più”. Poi ho scoperto che avevano già fatto tutto».

La storia non è finita, il mondo è lo stesso coacervo di tensioni, con nuovi protagonisti per messinscene obsolete. Rimodellato l’Impero del male, risvegliate entità primitive sotto un cielo punteggiato da visori/sensori a circoscrivere zone d’influenza, d’interesse, d’intervento. In basso migrazioni, dislocazioni, catastrofi, guerre in diretta sul telefonino. Il porno ultima frontiera dell’emancipazione. Oltre il rumore dell’intrattenimento un silenzio assordante, barlumi di infinito. Guai, però, a parlare di reunion. 

«Non possiamo fare i CCCP perché siamo troppo vecchi, anche se qualcuno che fa rock lo fa ancora. Non è da noi. Non vogliamo diventare una caricatura di ciò che eravamo. Però siamo una cellula vivente», dice sibillino Lindo Ferretti, non escludendo una sorpresa in occasione del Gran Gala. «Di quello che succederà al Teatro Valli i più curiosi siamo noi», interviene Zamboni. «Ci sono tanti stimoli, tante fascinazioni che non è detto che si trasformino in musica».

Alcuni anni fa era circolata la voce che qualcuno avesse messo sul tavolo tanti soldi, una montagna di soldi, per organizzare un concerto dei Cccp. Non successe niente e la band reggiana rimase nei ricordi e negli ascolti di seguaci e sostenitori. Il litigio che aveva diviso la coppia artistica Ferretti/Zamboni era ancora lì come un tizzone ardente. Poi gli anni passano, gli avvenimenti assumono contorni diversi, le persone possono anche cambiare e complice la ristampa de Il libretto Rozzo dei Cccp e CSI, Giovanni Lindo e Massimo si sono ritrovati fianco a fianco a parlare del libro e di tanto altro. E poi c’è stata la proposta partecipare a Kissing Gorbaciov, un docu-film sui concerti di alcuni gruppi italiani che il Comune di Melpignano aveva organizzato in Unione Sovietica nel 1989. Dopo l’incontro, racconta Annarella, i quattro si sono resi conto di trovarsi bene assieme. E così, spiega Zamboni, «il giorno dopo io e Annarella siamo andati dal sindaco di Reggio e dal direttore di Palazzo Magnani a proporgli una mostra».

Felicitazioni! CCCP – Fedeli alla Linea 1984-2024 è il titolo della mostra. L’esposizione, che sottolineerà la forza dirompente dei testi e l’aura quasi mitologica che circonda il gruppo, ripercorrerà l’intera storia della band. Una storia che ha intercettato alcuni tra i nomi più caratterizzanti degli anni Ottanta, da Pier Vittorio Tondelli a Luigi Ghirri a Amanda Lear. 

Un percorso cronologico e antologico porterà il visitatore a scoprire i dischi pubblicati dai Cccp, la gestazione di ognuno di essi, il racconto del mondo che li circondava e a cui si sono ispirati e poi gli universi generati attraverso i suoni, i testi, gli abiti e le performance create. 

Partendo da Reggio Emilia, la mostra proietterà il visitatore in uno spazio umano illimitato, collegando di volta in volta Berlino est e ovest, l’Europa delle frontiere, Beirut, il mondo arabo, Urss e paesi satelliti, la Cina, Hong Kong, la Mongolia, Kabul, Palestina, Israele, Mosca, Leningrado e trasformando vorticosamente quei luoghi in periferie e centri di un unico impero mentale.

I CCCP ieri: Giovanni Lindo Ferretti, Annarella Giudici, Danilo Fatur e Massimo Zamboni. Sotto, la band reggiana oggi

In questi quarant’anni la band più iconoclasta del rock italiano ha cambiato pelle. È invecchiata, come dice Lindo Ferretti, non scriverebbe più canzoni come Spara Jurij, perché oggi si spara veramente. Le sue «canzoni scomode» sono state “cannibalizzate”, vengono cantate a XFactor ed al Festival di Sanremo, usate in spot per automobili, interpretate da Gianna Nannini, Måneskin e dai tifosi della Cremonese (Amandoti), da gIANMARIA (Io sto bene). «I figli se ne vanno proprio dove vogliono», è la constatazione di Lindo Ferretti. «Amandoti piaceva anche al vescovo di Reggio Emilia».

Non si definiscono un gruppo punk, piuttosto un «gruppo di teatro primitivo che usava la musica», sottolinea Lindo Ferretti. «I CCCP si presentavano tracciando una linea di filo spinato tra il palco e il pubblico: un’azione scenica ci annunciava. Eravamo un gruppo teatrale con un uomo che si spogliava per il piacere delle donne e una donna che si vestiva per compiacere la moda. Non avevamo mai studiato né musica, né canto, né recitazione. Il senso del punk era questo: non c’erano regole, lo facevi e basta».

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