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Thrilling Beyoncé ai Grammy Awards 2023

La popstar mondiale ha ben nove nomination e le bastano quattro premi per battere il record per il maggior numero di vittorie complessive. Ma non ha mai vinto nella categoria più ambita: l’album dell’anno. Sempre superata da artisti bianchi. Da questo risultato potrebbe dipendere anche il futuro degli Oscar della musica. L’Italia rappresentata dai Måneskin candidati nella categoria “miglior artista emergente”. La cerimonia domenica 5 febbraio a Los Angeles (quando in Italia sarà l’alba di lunedì 6) in diretta su Paramount+

Thrilling Beyoncé alla notte delle stelle della musica, quando domenica 5 febbraio, dopo due anni di interruzione causata dal Covid-19, i Grammy Awards torneranno a Los Angeles, sul loro campo di casa, la Crypto.com Arena (precedentemente nota come Staples Center). Alla “regina del soul” sono appese le sorti degli Oscar della musica, molto spesso nell’occhio del ciclone. E fra i capi d’accusa contro la Recording Academy, l’istituzione dietro ai premi, c’è proprio il caso Beyoncé.

La divinità pop addobbata di trofei e supportata da una folla di fan fra le più focose del mondo della musica (in Italia sono arrivati ad accusare Tiziano Ferro di essere la causa dell’assenza dell’Italia nel tour mondiale della popstar americana) è la donna più vincitrice nella storia dei Grammy, con 28 statuette. Le mancano tre Grammy per eguagliare – e quattro per battere – il record per il maggior numero di vittorie complessive. Posizione attualmente detenuta dal direttore d’orchestra Georg Solti, morto nel 1997. 

L’album “Renaissance”

Nove nomination per l’album “Renaissance”

Quest’anno ha ben nove nomination con Renaissance e, per la terza volta nella sua carriera, Beyoncé, 41 anni, è candidata in tutte e tre le categorie principali: disco, canzone e album dell’anno. Tuttavia, nel palmares della cantante, manca quello che è considerato il premio più prestigioso e ambito: quello per il miglior album dell’anno. I precedenti per lei sono strazianti in tal senso. Nel 2010, il suo I Am… Sasha Fierce ha perso contro Fearless di Taylor Swift. Nel 2015 superata dal dolce Morning Phase di Beck. Due anni dopo, quando il suo visual album rivoluzionario Lemonade fu sconfitto da 25 di Adele, la cantautrice britannica sembrò quasi imbarazzata nell’accettare il premio, definendo Beyoncé «l’artista della mia vita». Se Adele vincesse il terzo trofeo con 30 o se vincessero Styles, Abba, Coldplay o Brandi Carlile, sarebbe la quarta volta che Beyoncé perde quel premio a favore di un artista bianco.

Le accuse di razzismo e un meccanismo di voto discusso

Una vittoria importante per Beyoncé potrebbe essere vista come una compensazione in ritardo, che è una specialità dei Grammy. Ma una sconfitta potrebbe mettere in discussione la narrativa della redenzione che la Recording Academy, impegnata nel cercare di smentire le critiche secondo cui lo spettacolo troppo spesso non riesce a riconoscere il talento nero. Questa lamentela, insieme ai sospetti sul meccanismo di voto, ha portato alcuni artisti neri di alto profilo ad abbandonare i Grammy negli ultimi anni, come Drake, Frank Ocean e Weeknd. In contrapposizione, ci sono alcuni segnali che l’andazzo potrebbe cambiare. L’anno scorso Jon Batiste ha portato a casa la statuetta per l’album dell’anno e nel 2021 l’inno di protesta Black Lives Matter di HER ha vinto come canzone dell’anno. 

I membri votanti sono circa 11mila. Secondo i dati forniti dalla Recording Academy, i più grandi blocchi di voto per genere sono il pop al 23% e il jazz al 16%. Rock e alternative vengono conteggiati separatamente ma, se combinati, rappresenterebbero il 25% dei votanti, Il rhythm&blues si trova al 15%. Nel 2018, l’Accademia ha anche ampliato il numero di candidati nelle categorie principali da cinque a otto, portandolo a 10 con una modifica dell’ultimo minuto nel 2021, aggiungendo così più imprevedibilità ai risultati. Inoltre, per attirare un bacino di voto più giovane e diversificato, dal 2019 c’è il 19% di donne in più e il 38% in più di votanti di “comunità tradizionalmente sottorappresentate”, afferma l’Accademia. Tuttavia, per molti osservatori dei Grammy, Beyoncé è davvero il barometro nell’assegnazione dei premi ai musicisti neri in generale.

La gara e lo spettacolo

Bad Bunny, Kendrick Lamar, Lizzo e Mary J. Blige completano lo schieramento dei contendenti per l’album dell’anno e, oltre a Beyoncé, la serata riserva alcuni potenziali momenti frizzanti. Un Verano Sin Ti di Bad Bunny, un colosso dello streaming, è la prima pubblicazione interamente in spagnolo a correre per l’album dell’anno. Dopo cinque nomination fallite nella canzone dell’anno, Taylor Swift potrebbe finalmente vincere per All Too Well (10 Minute Version), remake esteso di un brano che ha pubblicato per la prima volta nel 2012.

La serata sarà illuminata da Bad Bunny, Harry Styles, Brandi Carlile, Lizzo, Luke Combs, Mary J. Blige, Sam Smith e Kim Petras, Steve Lacy. Spazio poi a Kacey Musgraves, Sheryl Crow, Mick Fleetwood, Bonnie Raitt, Maverick City Music e Quavo. Fan e gossip ipotizzano esibizioni anche di Beyoncé, Swift, Lamar o Adele.

A rappresentare l’Italia ci saranno i Måneskin nella categoria “miglior artista emergente”. Secondo i pronostici di Planetwin365, la band romana è la terza favorita per vincere l’ambito trofeo a forma di grammofono, a quota 7. I pericoli principali, per il gruppo di Damiano David, sono Anitta e Latto. Quest’ultima è una rapper esplosa nel 2021, grande favorita per vincere il premio nella categoria, a 1,48. Altra incomoda è la brasiliana Anitta, cantante già più volte candidata ai Latin Poker Awards e quotata 4,75. Tra gli altri contender, si segnalano Muni Long a 9 e un’accoppiata a quota 11, formata da Omar Apollo e Wet Leg.

Lo show tv superato in popolarità dai “live” nel Super Bowl

Per poter seguire la diretta dello show in Italia, è necessario essere abbonati alla piattaforma streaming Paramount+ che è arrivata nel nostro Paese a settembre 2022. L’appuntamento con la edizione numero 65 dei Grammy Awards è fissato per domenica 5 febbraio. Ovviamente c’è da considerare il fuso orario, pertanto in Italia lo show partirà quando da noi saranno le 2 del mattino di lunedì 6 febbraio.

Per l’Accademia, un gruppo senza scopo di lucro che trae la maggior parte delle sue entrate dalle royalties provenienti dalla trasmissione televisiva, è fondamentale attirare l’attenzione sullo show tv. Gli ascolti sono in calo da anni. Nel 2021, 8,8 milioni di spettatori hanno guardato lo spettacolo, un minimo storico; l’anno scorso erano 8,9 milioni. Superato in popolarità dal “live” del primo tempo del Super Bowl, diventato l’evento mediatico più gigantesco della musica: l’anno scorso una media di 103,4 milioni di persone ha seguito un segmento del nostalgico show hip-hop con Dr. Dre, Snoop Dogg, 50 Cent e altri, e quello di quest’anno, il 12 febbraio, con Rihanna, è annunciato come un enorme momento di cultura pop.

Negli ultimi anni, i Grammy sono stati travolti da una serie di polemiche su nomination, esibizioni e persino lotte di potere all’interno dell’Accademia che ne hanno danneggiato la credibilità. Stavolta la vigilia è stata più tranquilla. Resta il dubbio: la vittoria di Beyoncé sarà sufficiente per rendere nuovamente i Grammy uno spettacolo di successo?

Le nomination

In alto da sinistra: Abba, Mary J. Blidge, Bad Bunny, Coldplay. Al centro da sinistra: Harry Styles, Beyoncé, Brandi Carlile. In basso, da sinistra: Adele, Lizzo, Kendrick Lamar

Album dell’anno: 

Voyage, ABBA

30, Adele

Un Verano Sin Ti, Bad Bunny

Renaissance, Beyoncé

Good Morning Gorgeous, Mary J. Blige 

In These Silent Days, Brandi Carlile

Music of the Spheres, Coldplay

Mr. Morale & The Big Steppers, Kendrick Lamar

Special, Lizzo

Harry’s House,” Harry Styles

La canzone dell’anno:

Don’t Shut Me Down, ABBA

Easy on Me, Adele

Break My Soul, Beyoncé

Good Morning Gorgeous, Mary J. Blige

You and Me on the Rock, Brandi Carlile featuring Lucius

Woman, Doja Cat

Bad Habit, Steve Lacy

The Heart Part 5, Kendrick Lamar

About Damn Time, Lizzo

As It Was, Harry Styles

In alto, i Måneskin. Sotto, da sinistra: Latto, Muni Long e Anitta

L’artista emergente:

Anitta

Omar Apollo

DOMi & JD Beck

Muni Long

Samara Joy

Latto

Måneskin

Tobe Nwigwe

Molly Tuttle

Wet Leg

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