Il rocker catanese, di base a Memphis, Mario Monterosso fa da guida nel luogo dove la leggenda racconta sia nato il rock’n’roll. Qui registrarono grandi bluesman, e poi Elvis Presley, Roy Orbison, Johnny Cash, Jerry Lee Lewis e anche l’autore di questo articolo…
Al 706 Union Ave, Memphis, Tennessee, Sun Records o, come molti lo chiamano oggi, il leggendario Sun Studio resterà sempre il “Memphis Recording Service”, così come recita la scritta illuminata sui grandi finestroni, perché era quello il nome che Sam Phillips attribuì allo studio. Inizialmente era semplicemente uno studio di registrazione e, una volta ultimato il prodotto, Sam Phillips vendeva alla Chess Records di Chicago che era una vera e propria etichetta. Questo fino al momento in cui Sam ufficializzò l’etichetta “Sun Records”, marchio che oggi appartiene ad una ownership di Nashville.
Io sono cresciuto con la musica della Sun, e non mi riferisco solo al rock’n’roll ma anche alla copiosa produzione di blues che reca il marchio Sun prima dell’avvento di Elvis e company. Da BB King ad Howling Wolf, da Ike Turner a Rufus Thomas.
Se consideriamo Elvis quale punto zero della produzione Sun, sarebbe il caso allora di fare riferimento alla Sun indicando “religiosamente” un “ante Elvis” ed un “post Elvis”.
Oggi si accede alla Sun attraverso il bar/negozio (una volta c’era il ristorante dove gli artisti si recavano a mangiare, e non era collegato alla sala). Ci si sofferma lì a prendere un caffè o a comprare memorabilia, magliette (specialmente quella tradizionale nera con il logo) o qualsivoglia articolo legato principalmente ad Elvis Presley. Questo in attesa che inizi il tour guidato. Di solito si va per gruppi non superiori a venti persone. Il tour inizia attraverso una stanza sita al piano superiore dove ci sono vetrine contenenti materiale illustrativo, didascalico, le prime macchine a nastro che Sam utilizzò. Nel frattempo la guida racconta e ripercorre le fasi salienti della Sun, iniziando proprio dal produzione di blues per arrivare alla prima registrazione, My Happiness che il giovane Elvis registrò per la madre.
Poi, il momento che tutti aspettano. Si va giù per le scale e ti ritrovi nella saletta attraverso cui un tempo si accedeva dalla via principale e dove era allocata la scrivania della segretaria di Sam, Marion Keisker. Fu lei ad eseguire quella prima registrazione di Elvis, in assenza di Sam Phillips. Fu lei a segnalare Elvis a Sam.
Attraverso la segreteria finalmente si accede allo storico studio. Dimensioni di un grande salone di casa, ecco, non di più. I pannelli acustici alle pareti sono ancora quelli di un tempo. Lungo una parete sono riposte alcune chitarre, poi ancora antichi amplificatori, il pianoforte, quello della storica fotografia del Million Dollar Quartet con Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins e Johnny Cash; poi la batteria lasciata da Larry Mullen Jr, il batterista degli U2 dopo la registrazione di Angel of Harlem per l’album Rattle and Hum del quartetto irlandese. Si vedono anche i microfoni utilizzati da Elvis durante le registrazioni dal 1954 al ‘57. Per terra tre crocette indicano dove si trovavano Scotty Moore, Bill Black ed Elvis la sera del 5 luglio 1954 quando fu registrata That’s all right mama. Un vero e proprio museo. Ai turisti non viene consentito fare accesso alla sala di regia o come la chiamano qui, la “control room”.
Io sono entrato da turista, cercando di mantenere l’approccio del turista, scevro dal mio attaccamento emozionale. Impossibile, ovviamente. Quando mi sono ritrovato in quella sala, non ho trattenuto le lacrime per la gioia di essere lì dentro. Credo sia una cosa abbastanza normale, quando hai la fortuna di vedere da vicino un qualcosa che hai desiderato per tutta la vita.
Ho sempre sognato di entrare dentro quel posto da turista, pensate cosa può essere stato per me esserci entrato da artista, esserci entrato per registrare le mie cose. Quando ho registrato il mio 45 giri Steady Girl per la Black & Wyatt Records era il 19 luglio, che poi ho scoperto essere il giorno in cui Elvis fece la sua prima performance a pagamento al Levitt Shell dentro Overton Park, qui a Memphis, esattamente due settimane dopo la registrazione di That’s all right mama.
Essere lì a registrare, nel posto dove sono entrati la maggior parte dei miei miti, dei miei eroi, dai più conosciuti ai più sconosciuti… Sono sensazioni che non si riescono a descrivere facilmente. Lì ho pure registrato il progetto del “Million Euro Quartet” insieme a Greg, Antonio Sorgentone e Diego Geraci, con la figlia di Bill Haley a fare da madrina. Nel trailer del documentario di quella sessione, c’è un piccolo spezzone di un’intervista fatta a Diego in cui lui fa riferimento ad un momento di quel giorno, quando, nel darci appuntamento, ci siamo detti: «Ok allora ci vediamo alla Sun». E l’abbiamo detto con la stessa naturalezza con cui ci si potrebbe dire: «Ci vediamo più tardi al Bar Europa».
A distanza di oltre sei anni dal mio trasferimento da Catania a Memphis, anche io quando passo lì davanti non mi soffermo più come avrei potuto fare sei anni fa. Ovviamente ogni qualvolta entro in quello studio sogno, ho brividi, ho immagini di quei personaggi che hanno registrato li.
Quindi, per un ventenne di Memphis passare davanti alla Sun è come per un ventenne romano passare davanti al Colosseo. Credo che sia un approccio normale alle cose che appartengono al luogo in cui cresci e vivi. Un americano appassionato di arte che si ritrova a visitare gli Uffizi credo abbia lo stesso senso di venerazione che un amante del rock’n’roll può avere nel visitare il Sun Studio.
Però vi posso garantire che chiunque viene a Memphis visita la Sun con grandissimo rispetto. Di recente anche Robert Plant ha visitato lo studio, così come in passato i Beatles, Mick Jagger, Bob Dylan e tanti altri grandi. Tutti hanno, tutti abbiamo bisogno di un eroe da seguire ed a cui ispirarti. Pensate che Dale Watson si è sposato dentro la Sun, e a celebrare il rito è stato Jason D Williams (il pianista con cui suono e che oggi è considerato l’erede di Jerry Lee).
Devo rilevare che il film su Elvis ha destato una nuova ventata di curiosità sul fenomeno rock’n’roll, per cui, ultimamente, tutte le volte che vado lì in studio (almeno una volta a settimana a prendere un caffè) noto tanti turisti giovanissimi, il che fa ben sperare. Memphis nel tempo è andata oltre, e vanta un bel numero di studi che hanno fatto la storia della musica. Lo stesso Sam Phillips ha venduto la Sun per aprire il suo Sam Phillips Recording Studio, dove sono stati registrati tantissimi dischi e belle canzoni, inclusa la storica Wooly Bully nel ’64, o l’American Sound Studio dove Elvis registrò forse l’album più bello della sua carriera, nel 1969, From Elvis in Memphis. Nello stesso studio registrò Dusty Springfield. Anche i mitici Ardent Studios dove hanno registrato tutti, dai Rolling Stones agli ZZ Top, da Steve Ray Vaughan a Tav Falco. Per non dimenticare lo Stax Studio che ha dato vita alla Soul Music e a quello che tutt’oggi viene definito il Memphis Sound.
Quindi Memphis ha avuto un processo evolutivo, ma quando si parla di Rock’n’roll in senso stretto, con la “R” maiuscola, il più stretto riferimento è con la Sun Records. Qualche anno fa uscì pure una serie tv intitolata SUN.
Con la morte di Jerry Lee Lewis si chiude una grande era.