Interviste

Sanremo, gli outsider Mr. Rain e Lazza

Il pubblico giovane del televoto ha fatto entrare entrambi nella “Top five”. Il primo molto forte sui social, il secondo recordman di vendite lo scorso anno.  Oppure il balzo in classifica è frutto di trovate ruffiane: il coro dei bambini per il cantante di Desenzano del Garda, i fiori alla mamma del rapper che ama Chopin? I due si difendono

Il pubblico giovane del televoto e le vecchie trovate ruffiane di un coro di bambini e della mamma lanciano nella Top Five Mr. Rain e Lazza, terzo e quarto, rispettivamente, alle spalle dei due favoritissimi Marco Mengoni e Ultimo. 

Classe 1991 Mr. Rain, pseudonimo di Mattia Balardi, è arrivato al Festival per la prima volta con già all’attivo 13 dischi di platino e 5 oro, forte di una potenza di fuoco sui social: su Instagram (oltre 520mila iscritti) è l’artista di Sanremo 2023 che ha registrato la maggiore crescita di follower (è anche il più visto sul canale Instagram del Festival con oltre 5,6 milioni di visualizzazioni). Idem per Tik Tok (una crescita del 15,8%). Successo anche su Spotify dove ha superato il milione di stream. «Non so bene come spiegarmi questa risposta credo dipenda dalla magia che si è creata tra me, il coro dei bambini, l’orchestra», dichiara. «E poi perché ho portato un pezzo di me stesso su quel palco. È un sogno che avevo da così tanto e che ora si è realizzato. Come in un film. E stamattina mi sono svegliato con un sorriso». 

Ed a chi ha interpretato come una ruffianata la scelta di portare sul palco un coro di bambini, anche per passare sempre prima di mezzanotte, lui replica: «Sappia che nel 70% delle mie canzoni, dal 2015 a oggi, ho sempre usato un coro. In particolare, penso che una cosa detta da un bambino abbia un peso specifico superiore e quando c’è un argomento a cui tengo particolarmente, come questo di Supereroi che parla di depressione, inserisco i bambini».

Lazza era annunciato come un possibile outsider. Alle spalle diciotto settimane al “numero 1” della classifica ufficiale degli album con Sirio, piazzatosi dietro al record assoluto di Vivere o niente di Vasco Rossi (19 settimane, nel 2001). A Sanremo gareggia con Cenere, scritta assieme a Davide Petrella, un brano urban sofisticato. 

A differenza di molti rapper, spigolosi, macho, duri e trasgressivi, Lazza ha sorpreso il pubblico festivaliero regalando alla mamma seduto in platea il mazzo di fiori che tradizionalmente Amadeus offre ai cantanti. Un gesto tenero, in contrasto con l’immagine che si ha dei rapper.

Lazza porta il mazzo di fiori in diretta tv alla mamma seduta in platea al Teatro Ariston subito dopo aver interpretato “Cenere”

«C’è lo stereotipo che associa il rapper alla delinquenza, ai tatuaggi e alla droga, ed essere a Sanremo 2023 significa anche abbattere questo pregiudizio», spiega Lazza, all’anagrafe Jacopo Lazzarini. «La mamma è una figura importante nella vita, che fai, non la nomini? La mia si occupa di conti perché era già la sua professione, ma non mette becco sulle scelte artistiche».

Lazza ama Kanye West, Drake e Noyz, ma anche Chopin, avendo studiato pianoforte al Conservatorio. E lo storico pianista e compositore polacco è uno dei suoi tatuaggi. «Fra i grandi classici è il mio preferito. È malinconico come me. In casa ho il pianoforte che comprai a 13 anni: è quello che fa la differenza tra il mio rap e quello degli altri». E molti avevano pronosticato che si sarebbe presentato seduto al piano per cantare Cenere. «Ma io sono imprevedibile», tiene a sottolineare. 

L’amore per la musica gli è stato trasferito dal nonno paterno che suonava la fisarmonica. «A 5 anni mi regalò la prima tastiera. Gli avevo promesso che avrei fatto questo nella vita e mi spiace che non mi abbia potuto vedere arrivare qui. Mi resta però un dubbio… mi farebbe i complimenti o mi tirerebbe calci nel sedere perché ho lasciato il Conservatorio e faccio rap? Figuriamoci poi i tatuaggi, li vedeva malissimo…».

Emma, in alto, e Laura Marzadori

Al Festival si è presentato con una canzone “cantautorale”, che potrebbe avvicinarlo al pubblico adulto. Che è la sua grande ossessione. E partecipare a Sanremo ha questo obiettivo. «Mi fa rimanere male il fatto di essere uno “sconosciuto” per un certo tipo di pubblico», spiega. «Sono uno a cui piace fare le cose bene e poi far sapere che sto facendo tutto al meglio, ecco perché mi farebbe piacere arrivare a far breccia anche nel pubblico più generalista. Perché ogni volta che esce il mio nome puntualmente la gente si chiede: “Chi è?”. E c’è anche chi, soprattutto i cinquantenni, sbaglia il mio nome: mi hanno chiamato “Lanza” per dire, ma non è la sola storpiatura. Per non parlare di chi mi scambia per qualcun altro. Prima uno mi ha fermato per strada e mi ha detto: “Mi è piaciuto molto il tuo film”. Ma io non ho mai fatto nessun film. Ecco questa cosa non deve succedere, a me interessa questo». 

Per la serata delle cover ha scelto Emma e il primo violino della Scala di Milano Laura Marzadori. Insieme canteranno La fine, canzone di Nesli portata al successo da Tiziano Ferro. «Emma e Laura Marzadori rappresentano le mie due anime», racconta il rapper. «Laura è un po’ la mia parte angelica, che io canalizzo nel pianoforte e lei con il violino, mentre Emma è la voce forte, solo per l’attitudine potrebbe essere una rapper». 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *