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I Depeche Mode giocano a scacchi con la morte

Ispirato al celeberrimo film “Il settimo sigillo” di Ingmar Bergman il video che accompagna “Ghosts Again”, primo estratto dal nuovo album “Memento Mori”, primo in duo, senza Andy Fletcher scomparso l’anno scorso. Il brano sarà presentato nella serata finale del Festival di Sanremo. «La canzone cattura l’equilibrio perfetto tra gioia e malinconia», commenta Dave Gahan
Martin Gore e Dave Gahan

Dal film Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, capolavoro della cinematografia internazionale, l’immagine della partita di scacchi con la Morte è sempre stata di forte interesse anche in epoca recente. L’attrattiva simbologia e le tematiche di forte impatto sugli interrogativi dell’esistenza umana riecheggiano e si rintracciano sotto altre forme. 

La ritroviamo in un celebre numero di Dylan Dog intitolato Partita con la morte: alla presenza della proprio disdetta, il protagonista della storia, Harvey Burton, uomo d’affari, è sospeso nel limbo tra la vita e la morte (infatti è in coma) e decide di sfidare la Morte in persona a una partita a scacchi per avere salva la vita o almeno provarci, perché è l’unico modo per prolungare il tempo a disposizione.

Continua a essere presente nel cinema, in Palermo shooting di Wim Wenders, che esplicitamente ne fa una dedica proprio a Bergman. E ancora arte, religione e narrativa.

Giocare una partita a scacchi con la Morte è la più esplicativa, potente e angosciante immagine della finitezza umana che, allo stesso tempo, apre al più originario e prezioso senso della vita. 

E al celeberrimo film di Bergman richiama il video in bianco e nero che accompagna l’uscita di Ghosts Again, il brano che presenteranno a Sanremo nella serata finale del Festival. È il primo estratto dal nuovo album Memento Mori che i Depeche Mode hanno annunciato tempo fa e che uscirà il prossimo 24 marzo,  il primo in duo, senza Andy Fletcher morto l’anno scorso.

Il video diretto da Anton Corbijn comincia proprio con Dave Gahan e Martin Gore mentre giocano a scacchi su una terrazza fra i grattacieli di una metropoli. Teschi, tombe, cimiteri e fantasmi fanno da contorno a questa partita a sottolineare un pezzo che parla di perdita, dolore, addii, del tempo che fugge e del fatto che tutti ridiventeremo fantasmi. D’altronde il titolo: Memento Mori, ovvero “ricordati che devi morire”. 

«La canzone cattura l’equilibrio perfetto tra gioia e malinconia», ha commentato Gahan. Secondo Gore, «non capita tutti i giorni di registrare un pezzo che non mi stanco d’ascoltare: sono entusiasta all’idea di condividerlo».

Prodotto da James Ford, e con la produzione aggiunta da Marta Salogni, Memento Mori è nato durante le prime fasi della pandemia da Covid-19, per cui alcune tematiche trattate al suo interno sono state direttamente ispirate da quel periodo  Le dodici tracce dell’album esplorano una grande varietà di sentimenti ed emozioni: dalla cupa apertura fino alla chiusura finale, le canzoni spaziano dai temi come la paranoia e l’ossessione per arrivare poi alla catarsi e alla gioia, con tutte le infinite sfaccettature che vi sono nel mezzo. 

La copertina di “Memento Mori”

Questa la tracklist di Memento Mori:

1. My Cosmos Is Mine

2. Wagging Tongue

3. Ghosts Again

4. Don’t Say You Love Me

5. My Favourite Stranger

6. Soul With Me

7. Caroline’s Monkey

8. Before We Drown

9. People Are Good

10. Always You

11. Never Let Me Go

12. Speak To Me

La pubblicazione dell’album sarà seguita da un tour mondiale, il primo dei Depeche Mode in più di cinque anni e il diciannovesimo in totale, che comincerà a marzo e arriverà in Italia questa estate con tre imperdibili date: il 12 luglio Stadio Olimpico – Roma, il 14 luglio Stadio San Siro – Milano e il 16 luglio Stadio dall’Ara – Bologna.

Alla domanda se la morte di Fletcher potrebbe cambiare il modo in cui la band si esibirà nel prossimo tour, Gahan risponde: «No. “Fletch” ha fatto le sue cose sul palco ma in realtà non ha fatto molto musicalmente. Ma era Fletch, e quello non ci sarà più. Non possiamo sostituirlo. Non possiamo metterci un altro Fletch. Era unico nel suo genere. La maggior parte dei miei amici, quando venivano agli spettacoli, dicevano: “Cazzo, non riesco a staccare gli occhi dal tizio laggiù! Cosa sta facendo?”. Faceva parte delle cose di Fletch e lo ha fatto davvero bene, quindi non cercheremo di riempire quel buco».

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