Interviste

Sanremo, ai Coma_Cose il premio Lunezia

A pochi giorni dall’inizio del Festival, “L’addio”, il brano con cui il duo è in gara, ha ottenuto l’importante riconoscimento per il testo. «Parla della nostra crisi di coppia, di un amore indissolubile, al di là di tutto. Speriamo che i nostri dubbi e le nostre fragilità possano parlare a chi lotta e resiste per un sentimento, per un rapporto», dicono Fausto Lama e California. «In tanti si possono rivedere nella nostra storia»
Il Premio Lunezia

«L’addio è un testo dai delicati intenti, con raffinati passi lirici e un messaggio semplice e commovente. Ma L’addio è anche una canzone dall’attesa energia musical-letteraria. L’addio nel suo concetto inverso, un impegno laico, per non farlo mai valere. L’addio come gesto salvifico, per ritrovarsi nonostante tutto». Con queste motivazioni il brano con cui i Coma_Cose, coppia sul palco e nella vita, sono in gara a Sanremo2023 è il primo premiato della lunga settimana festivaliera. A L’addio è stato attribuito il Premio Lunezia che esprime le indicazioni sui testi dei big in gara. «Il tema che abbiamo premiato è il coraggio e la protezione», spiega il critico musicale Dario Salvatori (membro Commissione del Premio). «Un tema che al Festival di Sanremo è sempre stato considerato al pari di una terapia di coppia, talora speziato da ripicche e dispetti».

In effetti, tra revenge pop e amori tossici spiattellati in musica, anche una crisi di coppia può essere raccontata in note. Con tutti i pro e i contro che questo comporta, crisi personali comprese. Fausto Lama e California, ovvero i Coma_Cose, insieme da otto anni, non fanno mistero di aver avuto un momento complicato nella loro storia. Una impasse che hanno saputo affrontare, anche grazie alla musica, e trasformare in nuova energia. Il risultato èL’addio, il brano con il quale tornano al Festival di Sanremo. Una ballad delicata e intima, un brano mai prima d’ora così vicino alla loro vita privata.

Il duo Coma_Cose formato da California e Fausto Lama, coppia nella vita e nell’arte da otto anni (foto Attilio Cusani)

Abbiamo attraversato una crisi, ci siamo interrogati per capire come stava evolvendo la nostra storia. Ci siamo cercati e ritrovati più forti di prima

Coma_Cose (foto Attilio Cusani)
Coma_Cose

«Abbiamo attraversato una crisi, ci siamo interrogati per capire come stava evolvendo la nostra storia. Ci siamo cercati e ritrovati più forti di prima», raccontano i due artisti. «L’addio parla di un amore indissolubile, al di là di tutto. Speriamo che i nostri dubbi e le nostre fragilità possano parlare a chi lotta e resiste per un sentimento, per un rapporto. Qualunque esso sia». Perché – sono convinti – il coraggio di affrontare insieme le difficoltà può essere la chiave per superarle e, come cantano alla fine del loro brano, “l’addio non è una possibilità”.

La sfida non è da poco, come quella di ripresentarsi all’Ariston dopo il successo inaspettato ottenuto due anni fa con Fiamme negli occhi (doppio disco di platino), con un’esibizione a teatro vuoto, causa pandemia, che fu magnetica con quello sguardo tra di loro che non si interrompeva mai e lasciava fuori tutto il resto. «Sanremo è una scommessa prima di tutto con noi stessi. Un triplo salto mortale in un contesto musicale molto variegato. L’addio è un brano completamente diverso da quello del 2021, ed è come ripartire da zero, con altri colori della tavolozza e anche a un punto diverso della storia, oltre che personale, anche artistica. Le emozioni sono nuove. Anche portare noi stessi e le nostre fragilità, perché in tanti si possono rivedere nella nostra storia», spiegano i Coma_Cose che per la serata dei duetti hanno scelto i Baustelle, cultori del vintage, per scherzare sulle note di Sarà perché ti amo, un successo dei Ricchi e Poveri.

Il successo, dopo anni di gavetta, poteva dare alla testa o, peggio, poteva farli sentire intrappolati. Loro, invece, considerano Fiamme negli occhi «una fottutissima deviazione di percorso». «Una bella sveglia, che ci ha fatto capire quanto pubblico potenziale potevamo avere». 

È stata questa la causa della vostra crisi?

«No, dopo otto anni ci poteva stare. Considerando che lavoriamo anche insieme. Avevamo bisogno di prenderci del tempo per noi stessi e tirare le somme».

C’è una canzone della storia del Festival che ricordate particolarmente?

California: «Vado al massimo di Vasco Rossi, Festival del 1982».

Lama: «Esatto! di Francesco Salvi, Festival del 1989, impazzii per la coreografia con i ballerini che indossavano maschere di animali».

Il brano sanremese andrà nel repack di Un meraviglioso modo di salvarsi, uscito lo scorso novembre. Dopo Sanremo, il ritorno in tour con tappe il 17 e 18 marzo Padova, 23 e 24 marzo Bologna, 25 e 26 marzo Firenze, 29 marzo Roma, 31 marzo Napoli, 1 aprile Modugno (Ba), 3 aprile Parigi, 5 aprile Londra, 15 aprile Venaria Reale (To), 19 aprile Milano.

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