Eventi

“Rose”, lo sbocciare di due donne

Lo spettacolo di e con Rosa Lao e Valentina D’Amico, liberamente tratto da “L’Assaggiatrice” di Giuseppina Torregrossa, apre sabato 23 settembre la nuova stagione del Teatro De Curtis di Catania. «Le due protagoniste si raccontano con il corpo, la voce e gli occhi. La musica, composta da Nuccio Corallo, ha un ruolo consistente»
Rosa Lao e Valentina D’Amico

«Alcuni dicono che l’amore è un rasoio, che lascia la tua anima a sanguinare. Alcuni dicono che l’amore è una fame, una infinita dolorante necessità. Io dico che l’amore è un fiore» cantava Janis Joplin in The Rose. Una rosa, appunto. Che, nel suo sbocciare, «disvela la storia di due donne che si raccontano con il corpo, la voce, gli occhi», spiega Rosa Lao, autrice e interprete, insieme con Valentina D’Amico, dello spettacolo Rose, che sabato 23 settembre (ore 21.00) aprirà la nuova stagione del Teatro De Curtis di Catania.

Liberamente tratto dal libro L’Assaggiatrice di Giuseppina Torregrossa, Rose è stato scritto a quattro mani e si avvale di una consistente parte musicale scritta da Nuccio Corallo, che la esegue “live” alla chitarra durante la messinscena accompagnato da Antonio Longo al violoncello. «Nei miei spettacoli la parte musicale ha sempre un ruolo importante, si fonde con la drammaturgia», sottolinea Rosa Lao. «La musica interviene per completare un’atmosfera, per evidenziare un momento. Diventa una necessità».

Rosa Lao e Valentina D’Amico in un momento dello spettacolo teatrale e, a destra, Nuccio Corallo alla chitarra

Sul palco due donne, «l’una è l’alter ego dell’altra», spiega l’attrice. «Non è una doppia storia, è la stessa vista da due ottiche diverse, secondo due modi di sentire differenti, attraverso anche un confronto generazionale. Riaffiorano le origini, i legami parentali, la madre, una zia, altre donne del passato che hanno condizionato la crescita. È un femminile che si sviluppa attraverso le origini per arrivare al presente. Origina dai petali della rosa per sbocciare nelle loro scelte».

Lo spettacolo comincia da un accaduto che coinvolge una delle due donne: una delusione d’amore. «Lei è rimasta sola, ne soffre e si apre al vissuto, si disvela come i petali di una rosa», riprende Rosa Lao. «Deve reagire, deve fare una scelta forte, prendendo coscienza e assumendo una posizione. L’amore, causa della delusione, diventa conseguenza, la salva, affrontandolo da un altro punto di vista. Non come imposizione, ma come scelta consapevole». La passione per la cucina cede a quella sempre più urgente per il sesso. Vuole assaggiare tutto della vita. Le due donne scelgono di vivere con il coraggio di fare sempre ciò che si sente. «Due donne che raccontano la rinascita della loro vita attraverso l’approdo ai piaceri carnali. L’amore si mangia, si beve, si canta, si guarda, si morde».

La storia non tragga in inganno. Rose non è un teatro al femminile, né femminista. È un teatro fisico-emozionale. «È una storia che può avere come protagonisti due uomini», tiene a evidenziare Rosa Lao. «Non è altro che teatro contemporaneo. È la storia di due persone che scelgono la vita».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *