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Rolling Stones, ritorno al futuro

In strepitosa forma Mick Jagger, Keith Richards e Ron Wood in “Angry”, brano dall’atmosfera classica che anticipa “Hackney Diamonds”, primo album d’inediti dopo diciotto anni e dopo la morte di Charlie Watts. Il compianto batterista suona in due tracce. Il disco presentato in diretta web. «Il nostro segreto? Non parlarsi troppo spesso». Il rientro di Bill Wyman per un cameo e la partecipazione di Lady Gaga

Le prime note di Angry, il nuovo singolo dei Rolling Stones, fanno sobbalzare subito dalla sedia. Il tagliente riff iniziale di Keith Richards che frantuma i vetri fa scorrere brividi lungo la schiena. Mick Jagger gli fa eco in forma strepitosa con una canzone rock’n’roll dal ritmo vertiginoso, nella quale si lamenta di un litigio tra innamorati. “Non piove da un mese, il fiume si è seccato / non abbiamo fatto l’amore e voglio sapere perché”, canta, per poi sbottare nella coda: “Io sto ancora prendendo le pillole / e parto per il Brasile”. Ron Wood partecipa alla festa lanciandosi in un potente assolo di chitarra. Sembra di essere tornati indietro negli anni. E le stesse immagini del video ci riportano ai tempi eroici dei Rolling Stones con le copertine dei vecchi album che si animano dei volti ancora non attraversati dalle rughe di Mick Jagger, Keith Richards e Ronnie Wood. Perfino la pin-up bionda e formosa, Sydney Sweeney (White LotusEuphoria), che fa evoluzioni su una spyder, ricrea le atmosfere torride e sensuali della band. Possono tre musicisti ottantenni o quasi, straricchi, famosi, fare ancora rock di buona qualità? La risposta, almeno ascoltando questa anticipazione, è positiva. 

Il mistero, finalmente, è stato svelato. Il ritorno ad un album di brani originali a distanza di più di quindici anni da A bigger bang del 2005, il primo ad essere pubblicato dopo la morte, avvenuta due anni fa, del batterista Charlie Watts, è una realtà. S’intitola Hackney Diamonds, termine gergale per vetro frantumato, e uscirà il prossimo 20 ottobre. Conterrà dodici pezzi ed è stato registrato in vari studi tra cui gli Henson Recording Studios di Los Angeles, i Metropolis di Londra, i Sanctuary di Nassau, gli Electric Lady e gli Hit Factory/Germano di New York.

Non è «una nuova era», come sottolinea lo slogan di presentazione, ma un ritorno al classico: un album ad alta energia rock, nel quale ci sono anche brani blues, country rock bucolici e ballate pop-rock accese.

Dopo aver stuzzicato i fan con un enigmatico annuncio sul giornale locale Hackney Gazette per un’attività fittizia di riparazione di vetri, oggi a ora di pranzo la conferma ufficiale durante una conversazione con Jimmy Fallon dall’Hackney Empire di Londra in diretta su YouTube.

«Non voglio essere testardo», ha debuttato Jagger, circondato da lampadari rotti e una linguetta con il logo ricoperto di glitter tagliato a schegge. «Ma non avremmo pubblicato questo disco se non ci fosse piaciuto davvero. Siamo abbastanza soddisfatti, non ne siamo entusiasti, ma speriamo che piaccia a tutti».

Da sinistra: Ronnie Wood (76 anni), Mick Jagger (80), Keith Richards (79) sul palco dell’Hackney Empire

A suonare la batteria in nove delle dodici canzoni è Steve Jordan, già aggregato alla band nel tour del sessantesimo anniversario. Due dei brani sono stati invece registrati nel 2019 con il compianto Charlie Watts: Mess it up e Live by the Sword, che Jagger ha descritto come «un brano retrò» e nel quale suona il basso anche il vecchio Bill Wyman, che si è riaggregato per l’occasione a distanza di trent’anni dalla sua uscita dalla band.

«Da quando Charlie se n’è andato è diverso: il numero quattro è scomparso», ha detto Keith Richards. «Certo che ci è mancato, incredibilmente. Ma grazie a Charlie Watts abbiamo Steve Jordan. Fu lui a raccomandarcelo: “Se mi dovesse succedere qualcosa, lui è il tuo uomo”, mi disse».

Come nel video, anche sul palco dell’Hackney Empire, il trio si è mostrato in grande forma: divertenti, pimpanti, comici, euforici, tre arzilli nonnetti. Più sobrio Ron Wood (76 anni), in un classico completo nero. Sempre “cool” Keith Richards (79), cappello e occhiali neri, senza la consueta sigaretta appiccicata alle labbra, ha detto che suonare dal vivo è un «Santo Graal», ma che registrare album è «dove i ragazzi possono riunirsi e scambiarsi idee senza alcuna interferenza. Quando funziona è fantastico». Mick Jagger (80 anni), in un bomber di broccato nero, si è preso il palcoscenico, saltando in piedi dalla sedia per presentare il disco. «Forse eravamo un po’ troppo pigri», ha commentato riferendosi ai diciotto anni di attesa. «Non siamo rimasti fermi, siamo stati a lungo in tour. Poi abbiamo deciso per l’album. All’improvviso abbiamo detto: “Mettiamo una scadenza…”. Lo abbiamo fatto abbastanza velocemente. C’erano molte idee in giro e le abbiamo raccolte insieme poco prima di Natale». Entro il giorno di San Valentino l’album fu registrato e mixato, Watt ci aveva «preso a calci nel culo», racconta Jagger. Mick e Keith, insieme da più di sessant’anni: «Il nostro segreto? Non parlarsi troppo spesso». 

Pochissime altre anticipazioni sugli ospiti in alcuni brani dell’album, che saranno spoilerati da qui all’uscita del disco. L’unico nome che Jagger si è lasciato sfuggire è quello di Lady Gaga. In precedenza, si era accennato alla presenza in una traccia di Paul McCartney e Ringo Starr. 

La track list:

Angry

Get Close

Depending on You

Bite My Head Off

Whole Wide World

Dreamy Skies

Mess It Up

Live by the Sword

Driving Me Too Hard

Tell Me Straight

Sweet Sounds of Heaven

Rolling Stone Blues

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