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Playlist #47: Gossip, Elbow, Geolier…

– Le uscite discografiche della settimana. All’insegna di «grassa, lesbica e palesemente femminista» torna l’urlo punk di Beth Ditto dei Gossip e chiede “Real power”
– L’inedito di Brian Eno per il docufilm sulla sua carriera e il secondo singolo dei Pearl Jam, tiratissima cavalcata punk. Gli Elbow a forza di reinventarsi si allontanano dal rock
– “L’ultima poesia” dall’incontro fra due pesi massimi della musica nazionale: Geolier e Ultimo. Manitoba incontra invece Edda e son “Fiori e baci”. La collaborazione dance pop fra Jeffrey Jey e Wlady
– Il grido di Assalti Frontali per fermare il genocidio a Gaza. Il ritorno di Gianni Togni con un poetico autoritratto. La vendetta di Shakira è servita in modo deludente e tiepido

“Real Power”, Gossip

Forti della potenza vocale della loro cantante Beth Ditto, che rivendicava il suo spazio, come «grassa, lesbica e palesemente femminista», i Gossip erano usciti dalla fertile scena queer-friendly di Olympia, Washington, alla fine degli anni Novanta, dopo essere passati dai concertini in squallidi seminterrati alla produzione di inni globali come Standing in the Way of Control nel 2006. 

La band aveva trovato terreno fertile soprattutto in Europa e nel Regno Unito, dove Beth Ditto era di frequente sulle copertine di riviste di moda e musica, conquistando uno status di artista cult. In undici anni, dal 2001 al 2012, il gruppo ha pubblicato cinque album, arruolando fan nel mondo della moda e nella scena dei club. Poi, improvvisamente, una lunga pausa.

Nathan “Brace Paine” Howdeshell, il factotum della band (chitarra, basso e tastiere), era tornato in Arkansas, abbracciando il cristianesimo. Nessuno sapeva se sarebbero tornati insieme, ma Beth Ditto ricorda: «Amo l’ignoto: è la mia cosa preferita».

Nel 2019 un tour di reunion per commemorare il decimo anniversario del rivoluzionario album Music for Men ha aperto la strada a Real Power, il lavoro con il quale Beth Ditto & company si ripresentano sulla scena. Registrato con Rick Rubin nel suo studio di casa alle Hawaii, la produzione di Real Power riflette la visione estetica precisa e minimale di Rubin. Non una nota sembra fuori luogo, in netto contrasto con gran parte dei primi lavori dei Gossip. Le sue 11 canzoni passano da una semplice melodia di chitarra a tre note come Crazy Again, scintillante e intensamente lineare, a Turn The Card Slowly segue una logica retta simile, imbottigliando la sua esplosività fino a un momento controllato verso la fine.

«Voglio un vero potere», chiede Beth Ditto nella title track, sulla chitarra a zigzag e sul synth arpeggiante di Howdeshell. I testi, ispirati alle proteste di Black Lives Matter del 2020, si elevano immediatamente a una chiamata collettiva: «Senti quello che sento io?». I Gossip vanno oltre alla queerness, si avvicinano al mainstream. È punk, è grasso, è disinibito.

“All remember”, Brian Eno

Il nuovo documentario di Gary Hustwit su Brian Eno, semplicemente intitolato Eno, ha debuttato al Sundance a gennaio e la sua colonna sonora include canzoni classiche di Eno di tutta la sua carriera e tre inediti, uno dei quali è stato condiviso alla vigilia della programmazione del docufilm nelle sale. All I Remember è il titolo e nel film si ascolta mentre scorrono i titoli di coda. L’atmosfera bucolica ricorda Another Green WorldEnosarà proiettato nelle principali città di tutto il mondo questa.

“Running”, Pearl Jam

È una tiratissima cavalcata punk il nuovo singolo dei Pearl Jam, che propone ai fan un band muscolare e più in forma che mai. Grande protagonista è il batterista Matt Cameron che sorregge le schitarrate taglienti di McCready e Gossard mentre Vedder canta in modo serratissimo. Come già accaduto per il precedente Gigaton, anche per lanciare Running, i Pearl Jam si sono avvalsi della tecnologia. Andando sul sito della band, infatti, i fan sono stati invitati ad entrare in una pagina dedicata e puntare il proprio smartphone verso il cielo alla ricerca del “buco nero”. Dopo averlo trovato hanno potuto ascoltare in anteprima un estratto da Running, secondo singolo che, dopo la titletrack, anticipa l’album Dark Matter, atteso per il 5 aprile.

“Balu”, Elbow

Elbow si sono reinventati così tante volte che ora stanno viaggiando lontano dalle loro radici rock. Il loro decimo album Audio Vertigo presenta un tripudio di sintetizzatori, orchestrazioni giocose, ritmi di ispirazione africana e ciò che il cantante Guy Garvey ha chiamato “snoci e groogliosi”. L’innovativa Lovers’ Leap corre attraverso percussioni samba-style e una linea di basso rotolante, prima che uno stampo glam elettronico porti in una coda splendidamente Beatlesiana. I testi, nel frattempo, sono una ruminazione oscuramente umoristica su come romanticizziamo la tragica giovinezza. La giocosa Balu è guidata da corni e una splendida melodia, mentre la più turbolenta Good Blood Mexico Cityha qualcosa dei National nel suo modo più epico e drammatico. Her to the Earth strizza l’occhio a That’s All di Genesis, mentre Very Heaven capovolge di nuovo il quadrante: è una delle canzoni più malinconiche e inquietanti che abbiano mai fatto.

“L’ultima poesia”, Geolier feat. Ultimo

Due icone dell’attuale panorama musicale italiano, due top player nel loro genere, capaci di collezionare un successo dopo l’altro: il nuovo singolo di Geolier lo vede insieme a Ultimo, per una collaborazione inedita dal risultato straordinario.  In quello che sembra essere il sequel naturale di I p’ me, tu p’ te, il flow di Geolier traina l’anima cantautorale di Ultimo, tanto da portarlo a registrare la sua voce per la prima volta in napoletano, omaggiando così la città che il cantautore romano ha più volte definito la sua seconda casa, Napoli. Un brano intenso, figlio di un’amicizia e di una grande stima reciproca – che ha visto gli artisti negli ultimi anni incontrarsi spesso tra Roma e Napoli -, ma anche da una richiesta costante che arriva dalle fanbase di entrambi.

“Fiori e baci”, Manitoba feat. Edda

I Manitoba sono Filippo e Giorgia, attivi dal 2017. Hanno costellato la loro carriera di live e produzioni, collezionando un disco, un EP e diversi singoli. La loro passione, però, è il live: sempre potente, sempre autenticamente viscerale. Hanno condiviso il palco con Franz Ferdinand, Verdena, Skunk Anansie, Edda, Lali Puna, Fask e Piero Pelù. Il nuovo singolo segna per i Manitoba la fine di un ciclo e l’inizio di un altro, fresco e vivo: un brano aspro e tagliente, intriso di complessità e contraddizioni, e impreziosito dalla collaborazione di Edda.

Fiori e baci racchiude in sé il rimorso, la nostalgia, la complessità delle relazioni umane. Nonostante il senso di colpa e i sentimenti violenti, non si cerca conforto nell’essere “coperti di fiori” o “baciati da Dio”. Ciò davvero importa è il desiderio di stare con l’altra persona. Un hare krishna travestito da rockstar, un ritorno alla musica dipinto di rosso e passione, un’energia chiusa in un corpo che tenta di uscire ed incontrarsi col mondo.  I Fiori sono Edda, i Baci i Manitoba. Fiori e Baci è rock decadente e lisergico, ma allo stesso tempo sfida ogni definizione. 

“Fanculo ci siamo anche noi”, Assalti Frontali

Da sempre, Assalti Frontali si è distinto per la capacità di trasformare l’impegno in poesia e affrontare tematiche attuali e urgenti, dando voce ai più emarginati e deboli e trasformando le loro lotte quotidiane per il rispetto, la dignità e la giustizia in potenti versi musicali. Con questo nuovo lavoro, il gruppo invita nuovamente a riflettere e agire. Fanculo ci siamo anche noi è un brano dedicato alla resistenza dei bambini di Gaza e alla frustrazione di dover convivere con una vergogna storica che ricade su tutto l’Occidente: il genocidio in diretta del popolo palestinese. 

A partire dall’immagine di una bambina che, nonostante le avversità, vende tè con un sorriso, diventando simbolo di tenacia e resilienza, Assalti Frontali esprime in modo deciso e senza compromessi il senso di impotenza che tutti noi proviamo di fronte alle oppressioni, ma allo stesso tempo ribadisce quanto ogni gesto e ogni forma di espressione artistica possano contribuire a diffondere valori come l’empatia, la solidarietà e la speranza. Il brano è un invito a non lasciare solo il popolo palestinese, a condividere azioni, musica, video e testi, per creare un coro unanime che rivendichi i suoi diritti e possa porre fine alle ingiustizie.

“Parole in libertà”, Gianni Togni

È il nuovo singolo che anticipa l’album Edizione Straordinaria, in uscita il 19 aprile. «Lascia stare l’età / quella non conta niente / è avere curiosità / la cosa più importante». Con una serie incredibile di successi in repertorio, entrati nell’immaginario della gente – in Parole in Libertà il cantautore intervista sé stesso per raccontare cosa significa avere un rapporto profondo con la musica, dove la passione vince sulle classifiche e le sconfitte. Come un esploratore, l’artista è alla ricerca del significato più profondo della creatività, va alla scoperta di ciò che crea l’emozione: la canzone è un inno alla libertà di espressione e all’autenticità, senza porre limiti all’immaginazione.

«Tutte le mattine, oltre a leggere i quotidiani, passo in rassegna le tante fanzine musicali che trovo su internet», racconta Gianni Togni. «Questa piccola mania aiuta a non perdere curiosità verso le tante e nuove avventure musicali. Scrivendo Parole in libertà ho tenuto conto delle domande che mi sono fatto in questi anni rispetto al mio modo di vivere le esperienze artistiche e del perché continuo a cercare sempre nuovi arrangiamenti per vestire le melodie che creo».

“It’s Alright”, Jeffrey Jey e Wlady

Wlady – noto DJ e produttore italiano con 10 dischi di platino e un disco d’oro al suo attivo – e Jeffrey Jey – cantante lentinese degli Eiffel 65, vincitore di diversi premi musicali e nominato per un Grammy – presentano il loro nuovo singolo. È una canzone pop dance che i due artisti hanno creato per incoraggiare le persone a perseverare nel viaggio della vita – e della musica – attraverso il proprio percorso, che è unico. Dopo anni di ricerca di una collaborazione, grazie a “It’s Alright” i due artisti sono finalmente riusciti a unire la loro estetica musicale.

“Última”, Shakira

Esce l’annunciatissimo album della star colombiana quarantasettenne in cui compare anche Última, la nuova canzone contro l’ex marito Piqué in cui canta «col tempo ti pentirai… E un giorno vorrai tornare a bussare alla mia porta». Telenovela a parte, la promozione del disco passa in parallelo anche sui social. Nei post più recenti la cantante di Nassau sfoggia un inedito beauty look tutto giocato sulle sfumature di rosa.

La fase revenge non è ancora finita e il nuovo album è l’occasione perfetta per ribadirlo. Avvinghiata all’attore britannico trentunenne Lucien Leon Laviscount (protagonista di Emily in Paris) la popstar latina sfoggia l’outfit più romantico di sempre. Per promuovere una delle canzoni inedite, Punteria, indossa una jumpsuit scollatissima e con molta pelle nuda in vista.

È certamente un album impantanato nei suoi travagli romantici, dal dolore per una relazione fallita (Entre Paréntesis) alla brutale enumerazione dei fallimenti del suo ex (Te Felicito). Ci sono occasionali sfarfalli della Shakira di un tempo, ma la vendetta è servita in modo deludente e tiepido.

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