– Se Robbie Williams è uno scimpanzé nel suo biopic “Better man”, l’autore di “Happy” si trasforma in una animazione a imitazione della fortunata serie dei mattoncini. Da giovedì 6 dicembre nelle sale italiane
– Voglia di evitare uno sfoggio di egocentrismo, una vetrina di premi, un pavoneggiarsi dei successi. L’artista trasferisce nel film la giocosità della sua musica. «Spero che i bambini vedendo il film imparino ad avere più consapevolezza di sé»
Andy Warhol immaginava un futuro in cui tutti sarebbero stati famosi in tutto il mondo per 15 minuti, una previsione che si è effettivamente avverata, per gentile concessione di TikTok e dei reality tv. Per tale motivo la previsione andrebbe rivista: oggi viviamo in un’epoca in cui tutti possono avere documentari su di loro.
Gli ultimi in arrivo, tuttavia, cercano di cambiare le modalità. Forse consapevoli che ormai l’egocentrismo dei biopic con cui molte star ci stanno bombardando da diverso tempo sta cominciando a diventare noioso, alcuni artisti cercano di evitare un insopportabile sfoggio di egocentrismo, una vetrina di premi e fanfare, un modo ridicolo per pavoneggiarsi dei successi.
Di recente Robbie Williams, nel suo biopic Better Man, ha scelto un alter ego in uno scimpanzé come “grado di separazione” per raccontarsi e mostrare tutte le sue fragilità attraverso una creatura altra da sé. E non sorprenderà sapere che ora è il turno di un altro Williams, Pharrell questa volta, l’autore di hit come Happy. Nel suo film biografico Piece by Piece trasferisce la forma giocosa della sua musica, trasformandosi in una animazione. Quando affidò il timone al regista di documentari Morgan Neville, gli disse: «E se raccontassimo la mia vita con i Lego? Sai, un film di mattoni completamente animato, alla The Lego Movie, il cui soggetto della vita reale sarebbe stato rappresentato da un giocattolo di plastica CG, con zigomi inchiostrati».
Non solo Pharrell Williams, ma anche la sua famiglia e i suoi numerosi collaboratori stellati, da Jay-Z a Snoop Dogg, appaiono come figurine Lego. Un’idea divertente, e Piece by Piece è un film chiassosamente infantile, surreale e desideroso di compiacere, ma anche un tentativo stranamente sbagliato di usare la grafica Lego per raccontare la storia notevole e complessa di un brillante musicista e produttore.
Piece By Piece è ispirato all’incredibile successo del franchise di The Lego Movie, ma non ha l’ironia di quel film né la comicità. Al contrario, è un approccio fondamentalmente sincero alla storia di Williams, usando voci reali sulla colonna sonora ma con drammatizzazioni Lego degli episodi della sua vita. I Lego Movies hanno preso figure di fantasia dei cartoni animati e le hanno dotate di una straordinaria profondità umanoide, ma questo sembra fare il contrario: prendere l’intelligenza e la sfumatura molto reale di Williams e appiattirle, trasformando il viso, carismatico e sensibile, in qualcosa di Lego-generico, con le mani Lego a forma di C sproporzionatamente grandi e tutte sbagliate per suonare uno strumento musicale.
E perché? Per rendere la sua storia più accessibile e orientata alla famiglia, in linea con il suo grande capolavoro Happy? O forse per creare uno strato protettivo di privacy intorno al vero non-Lego Pharrell? O per furbizia, sapendo che ormai il pubblico che va al cinema è quello dei bambini?
All’inizio e alla fine, Pharrell riflette sulla sensazione che l’universo e la nostra coscienza di esso siano un enorme set Lego, una serie di entità ed emozioni prefabbricate che possiamo solo riorganizzare … ma che questo è liberatorio, perché ci permette di cambiare ciò che non ci piace. Potrebbe essere vero. Le figurine Lego hanno vari colori ma di base sono uguali.
«Non abbiamo tutti lo stesso colore, né lo stesso spirito. Siamo pezzi unici e tutti diversi l’uno dall’altro: non superiori o inferiori, ma diversi, disposti lungo una linea orizzontale, ed è una cosa bellissima», sottolinea Williams. «E dobbiamo rimanere aggrappati alla nostra individualità, difendere la nostra unicità, perché è ciò che ci aiuta a diventare chi siamo davvero: ciò che ci rende diversi è ciò che ci rende speciali. Come dice Morgan Neville: “Non lasciate che gli altri stirino via le vostre pieghe!”».
Il film inizia con l’infanzia di Williams a Virginia Beach, in Virginia, e la sua adolescenza alla Princess Anne High School, dove la sua band i Neptunes è stata scoperta dal produttore Teddy Riley in un talent show e spinta alla grandezza. È una storia affascinante, e le scene che mostrano l’ascesa trionfante a livello globale di Pharrell Happy non possono fare a meno di essere avvincenti, con il meraviglioso testo sugli applausi “se senti che la felicità è la verità”. La successiva descrizione del suo sostegno al movimento Black Lives Matter è sincera, ma è evasivo su Blurred Lines, ritornello sbarazzino dietro al quale si nascondono battaglie legali e accuse di molestie da parte delle protagoniste del video.
Piece By Piece arriva nelle sale italiane giovedì 6 dicembre con la speranza che «sia fatto vedere nelle scuole perché sono le istituzioni dove ci si forma per la prima volta un’opinione sul mondo, e su cosa si vorrà essere in quel mondo: l’istruzione è uno strumento potente in questo senso», è l’augurio di Pharrell Williams. «Spero che i bambini vedendo il film imparino ad avere una maggiore consapevolezza di sé, che è la base per ottenere tutto ciò che desiderano, perché si trasforma in chiarezza di visione e diventa un efficace navigatore. Ma tutti noi, compresi i più piccoli, siamo spesso distratti dai nostri desideri più profondi e dalla nostra capacità di scoprire chi siamo, che cosa siamo, quando, dove e perché: è questa la consapevolezza di sé».