– Pubblicata l’ultima canzone dei Beatles, una nostalgica e commovente ballata per pianoforte
– Il ruolo dell’intelligenza artificiale nel risolvere i problemi con la voce di John Lennon
– È il lieto fine cercato e voluto da Paul McCartney per dimostrare che la band è rimasta sempre unita
– Un documentario ha introdotto la storia della demo, domani esce il video. Beatles e Rolling Stones, sfida sotto l’albero
Sicuramente non sarà una delle canzoni più memorabili dei Beatles, ma con altrettanta certezza non è «una fottuta spazzatura», come George Harrison bollò Now and Then nel 1995, quando ascoltò per la prima volta la demo di John Lennon. Sentita oggi rappresenta il toccante sigillo di un’epoca.
È commovente riascoltare la voce e il piano di John Lennon introdurre il tema della malinconica ballata e dialogare con gli strumenti dei suoi ex compagni di avventura. È ancor più emozionante quando la sua voce si unisce a quella di Paul McCartney nel ritornello. Ed è davvero eccitante ascoltare una nuova canzone dei Beatles oltre mezzo secolo dopo la loro separazione. The last song, l’ultima canzone. L’atto finale di una meravigliosa storia di musica, amicizia, litigi, creatività cominciata nel 1962 con Love me do, il singolo di debutto della band non a caso accoppiato alla pubblicazione di Now and Then.
È dubbio che Lennon avesse in mente i suoi colleghi Beatles quando scrisse la canzone, ma nel duetto con Paul Now and Then sembra diventare una canzone sui Beatles, esprimendo la nostalgia di un legame: “Ora e poi mi manchi / Ora e poi voglio che tu sia lì per me”. C’è qualcosa di altrettanto commovente nell’assolo di chitarra slide alla George Harrison suonato da Paul McCartney, dimostrazione d’affetto per un altro ex che non c’è più.
Se i problemi con la voce di John sono risolti dall’intelligenza artificiale, l’altro potenziale inconveniente – a 80 anni la voce di McCartney è invecchiata considerevolmente – viene risolto riducendo il volume nel mix: si sente la presenza piuttosto che notarla direttamente. L’arrangiamento è sontuosamente ingannato con l’orchestrazione e, se si chiudono gli occhi, si potrebbe davvero immaginare che siano i Beatles a suonare insieme.
I dietrologi adesso si interrogano sui motivi di questa operazione. Secondari i motivi economici, né McCartney, né Starr, né gli eredi di Lennon e Harrison hanno di queste necessità. Rilanciare il catalogo della band? È fra i più redditizi al mondo, un solido investimento. Forse la vera spiegazione di questo progetto è Paul McCartney. Nessun Beatle ha provato di più per tenere insieme la band. E nessun Beatle ha lavorato più instancabilmente per fissare un lieto fine alla loro storia, senza mai mancare di ricordare agli intervistatori che la band è rimasta unita fino alla fine, indipendentemente da ciò che stava accadendo al di fuori di essa, e che lui e Lennon erano di nuovo amici al momento della sua morte. Per questo ha lavorato a un atto di chiusura sottolineato da uno dei testi che ha aggiunto a quello di Lennon. Dopo le battute sulla tua mancanza e sul volere che tu sia lì per me, aggiunge: “Sempre per tornare da me”.
IL DOCUMENTARIO. La pubblicazione di Now and Then, avvenuta oggi pomeriggio alle ore 15:00 in contemporanea mondiale sul canale YouTube dei Beatles, è stata introdotta dal documentario diretto da Oliver Murray, che racconta il movimentato viaggio verso la realizzazione della canzone finale dei Beatles.
La lunga demo di John Lennon, mitizzata, fu registrata nel 1978 e offerta da Yoko Ono ai suoi ex compagni d’avventura dopo la sua morte. Fu elaborata per la prima volta nel febbraio 1995 da Paul, George e Ringo come parte del progetto The Beatles Anthology, ma rimase incompiuta. In parte a causa delle impossibili sfide tecnologiche implicate nel lavorare con la voce che John aveva registrato su nastro negli anni Settanta. Per un altro verso perché «George Harrison non l’amava». «Ma è John!», aveva protestato McCartney, senza alcun risultato: «Questa è una fottuta spazzatura», la secca replica di Harrison.
Per anni sembrava che la canzone non avrebbe mai visto la luce. Ma nel 2022 c’è stato un colpo di scena: un sistema software sviluppato da Peter Jackson e dal suo team, utilizzato durante la produzione della serie di documentari Get Back, ha finalmente aperto la strada alla separazione della voce di John dalla parte del pianoforte. Paul McCartney poteva rendere giustizia a questa canzone lasciata in fondo al cassetto ed ha fatto la folle scommessa di pubblicare finalmente Now and Then, e di farne l’ultimo titolo della discografia dei Beatles. Concertato su questo argomento, Ringo Starr ha subito accettato la proposta.
«Paul mi ha chiamato e mi ha detto che gli sarebbe piaciuto lavorare su Now and Then. “Cosa ne pensi?”, mi chiese. “Penso che sia fantastico”, risposi», ha raccontato il batterista in una intervista alla rivista Radio Times. «Così ci ha aggiunto il basso sopra e mi ha mandato i file. E io ho messo la batteria». E ha aggiunto: «Questo ci avvicinava di più ad avere (John) nella stanza, quindi è stato molto commovente per tutti noi. Era come se John fosse lì».
Una sensazione che anche Paul McCartney ha condiviso in una dichiarazione all’annuncio dell’uscita di Now and Then. «Era lì, la voce di John, chiara come il cristallo. È stato molto commovente», ha detto. «Ci suoniamo tutti sopra. È una registrazione autentica dei Beatles. Nel 2023 lavorare ancora sulla musica dei Beatles e pubblicare una canzone che il pubblico non ha mai sentito è stato molto eccitante».
LE USCITE DISCOGRAFICHE. Now and Then viene pubblicata in vinile 45T e cassetta, e domani uscirà il video realizzato da Peter Jackson. Oltre alla voce di John Lennon, il singolo include una chitarra elettrica e acustica registrata nel 1995 da George Harrison, così come parti di basso, chitarra e pianoforte suonate da Paul, che corrispondono al brano originale di John. Paul ha aggiunto un assolo di chitarra slide ispirato a George. Anche lui e Ringo hanno contribuito ai cori del ritornello.
Per il 10 novembre sono state annunciate nuove edizioni aumentate degli album blu e rosso, mixati in stereo e Dolby Atmos. Now And Then è contenuta all’interno della nuova versione del Blue Album 1967-1970 a completamento delle raccolte che coprono l’intera carriera dei Fab Four.
BEATLES-ROLLING STONES, SFIDA SOTTO L’ALBERO. Per una coincidenza voluta dal caso, sessant’anni dopo si ripropone la sfida fra Beatles e Rolling Stones che spaccò la generazione anni Sessanta. La pubblicazione dei Beatles esce infatti un mese dopo Hackney Diamonds, il sorprendente e strepitoso album di Mick Jagger & compagni, anche questo in odor di “last album”. Entrambi parteciperanno alla corsa degli acquisti da mettere sotto l’albero di Natale. Entrambi mettono la parola fine a un’era straordinaria di cambiamenti culturali, sociali, politici e di costume. Anche se, molto probabilmente, i sopravvissuti Paul, Ringo, Mick, Keith e Ronnie continueranno – chi da solo altri insieme – a calcare palcoscenici cercando di prolungare quest’epoca. Forever young, come risuonano ancora le loro canzoni senza tempo.