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Lola Ponce: “Notre Dame” siamo tutti noi

Dall’11 al 20 novembre tredici repliche al PalaCatania del musical dei record. Per festeggiare il ventennale, tornano i protagonisti della prima messinscena, fra cui la cantante argentina: «Esmeralda mi ha cambiato la vita». Un’opera attuale con la sua folla di clandestini che chiedono asilo

Notre Dame de Paris ha vent’anni, ma non ha bisogno di lifting. Anzi, il Medioevo della sua favola nera, tratta dal celeberrimo romanzo di Victor Hugo, con le musiche di Riccardo Cocciante e i testi di Luc Plamondon – in italiano tradotti da Pasquale Panella – con la sua folla di stranieri, clandestini – «gli esclusi e gli abusivi» – che chiedono asilo in chiesa, sembra più vicino che mai. Razzismo, sessismo, xenofobia: temi che il dilagare delle destre rende ancora più attuali. 

Il musical dei record. Che, in due decadi di storia italiana dello show, ha visitato 49 città per un totale di 172 appuntamenti e 1.471 repliche complessive, con più di 4 milioni di spettatori. Tradotta e adattata in 9 lingue diverse (francese, inglese, italiano, spagnolo, russo, coreano, fiammingo, polacco e kazako), l’opera ha attraversato 20 Paesi in tutto il mondo con più di 5.400 spettacoli, capaci di stupire ed emozionare 13 milioni di spettatori internazionali. 

Per celebrare l’anniversario, sono stati convocati nuovamente gli interpreti dell’edizione originale italiana, quella del 2002 (quattro anni prima c’era stato il debutto francese a Parigi): sono tornati per affrontare una lunga tournée prodotta da Clemente Zard con la collaborazione di Enzo Product Ltd, che fa tappa al PalaCatania dall’11 al 20 novembre, e continuerà poi in giro per l’Italia per concludersi a Milano nel gennaio del 2023. 

Lola Ponce, all’anagrafe Paola Fabiana Ponce, cantante, attrice, ex modella e stilista argentina ma con cittadinanza italiana

Sono Giò Di Tonno nel ruolo di Quasimodo, dalla vocalità sempre potente, vigorosa e “cocciantesca”, gli ottimi Vittorio Matteucci (Frollo), Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (Febo), Tania Tuccinardi (Fiordaliso) e Leonardo Di Minno (Clopin) – questi ultimi due si alternano agli special guest Claudia D’Ottavi e Marco Guerzoni – e naturalmente lei, Lola Ponce, bellissima Esmeralda, dagli acuti sempre limpidi, femme fatale suo malgrado, zingara dallo spirito libero, che va dove la porta il cuore, preda di un potere fallocratico, il cui corpo resta un luogo di possesso e gelosia (emblematica la scena in cui durante la canzone Bella, la donna si sdraia in una posizione a croce mentre i tre uomini, a turno, cantano il loro desiderio erotico).

«Non me lo aspettavo», confessa Lola Ponce, all’anagrafe Paola Fabiana Ponce, cantante, attrice, ex modella e stilista argentina ma con cittadinanza italiana. «Sapevo che sarebbe stato un traguardo importante nella mia vita, ma mai mi sarei aspettata quest’amore e rispetto, insieme all’enorme possibilità che ha cambiato la storia della mia vita. Sono molto grata per tutto quello che è accaduto».

L’imponente struttura di Notre-Dame incombe, con le colonne di pietra sulla cui sommità si ergono i “mostri di pietra”, gli unici amici di Quasimodo (il mostro dal cuore umano la cui sorte non può che commuoverci) e gli acrobati che la scalano, o compiono mirabolanti evoluzioni a cavalcioni delle campane. Le musiche di Cocciante variano tra soft rock, melodie italianissime e spruzzate di ritmi zigani. Ma non chiamatelo musical. Si offenderebbero i puristi del genere, e gli stessi autori dello spettacolo. È «opera popolare», fatta di tradizione belcantistica europea e una narrazione tutta affidata alle canzoni, che sono un vero e proprio fuoco di fila di «arie conclusive». 

Giò Di Tonno-Quasimodo e Lola Ponce-Esmeralda

«L’insieme funziona attraverso le musiche, le parole, lo show in generale fatto di straordinari costumi, luci e movimenti scenici», sottolinea Lola Ponce. «Poi, c’è l’entusiasmo che noi artisti mettiamo in scena ogni volta, insieme alla disciplina e al cuore. Ogni volta per noi accade qualcosa di magico, non si può spiegare. Pur avendo una famiglia e viaggiando in tutto il mondo, ho lavorato sodo per questo successo. Ogni sera è una festa che celebro con i miei amici e il pubblico: Notre Dame siamo tutti noi».

Il tempo delle cattedrali è tornato. E sembra non voler tramontare ancora, se pensiamo che lo scorso agosto a Palermo Notre Dame de Paris ha accolto oltre 30mila spettatori al Teatro di Verdura durante le dodici repliche andate in scena. Ed il trend sembra ripetersi a Catania, dove per la grande richiesta di biglietti è stata aggiunta una nuova replica, portando a tredici gli spettacoli.

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