«Negli Stati Uniti è Nashville la “capitale della musica” ma in Europa la capitale della musica è Vienna», ammette il cantante, pianista e autore americano Billy Joel. Per gli austriaci è la “capitale mondiale”. Da Beethoven e Mozart a Falco e Conchita Wurst
Oh, Vienna / La musica sta tessendo / Note inquietanti, archi pizzicati / Il ritmo sta chiamando / Solo nella notte quando arriva la luce del giorno
“Vienna” Ultravox
Vienna, capitale austriaca nella quale Ludwig van Beethoven visse per 35 anni e vi compose gran parte delle sue opere. La capitale del romanticismo. La capitale mondiale della musica, come si fanno vanto gli austriaci. Qui tutte le sere 10mila appassionati di musica ascoltano pezzi di musica classica dal vivo all’Opera di Stato, al Musikverein, al Konzerthaus, al teatro lirico Volksoper e in diverse altre istituzioni musicali. Musica classica che attinge al grande patrimonio della tradizione ma anche competenza che si manifesta in vari campi: formazione di qualità, grandi teatri lirici e sale da concerto, interpreti e orchestre, musei e luoghi commemorativi dedicati alla musica, ventaglio di servizi per musicisti professionisti, dalla costruzione di strumenti agli studi di registrazione high end, e infine concerti ed eventi alcuni dei quali – come il Concerto di Capodanno e il Concerto di una Notte d’Estate dell’Orchestra Filarmonica di Vienna a Schönbrunn – richiamano gli appassionati da tutto il mondo.
«Negli Stati Uniti è Nashville la “capitale della musica” ma in Europa la capitale della musica è Vienna», ammette il cantante, pianista e autore americano Billy Joel. Hans Zimmer, grande autore colonne sonore, rimarca: «Se al mondo c’è un luogo che ispira i musicisti, questo luogo è ed è sempre stato Vienna». Per Joshua Bell, fuoriclasse del violino, «venire qui è il sogno di ogni musicista, è un’ispirazione straordinaria trovarsi in una città dove ogni angolo respira bellezza». Yuja Wang, pianista superstar, a Vienna si sente a casa sua: «Quando sono qui mi sento felice, sicura e amata. È un angolo di paradiso».
Mischiare e confondere motivi celebri del repertorio classico con brani altrettanto classici della disco dance e del pop in un crescendo divertente di virtuosismo musicale farcito di citazioni è stata la chiave del successo del duo formato dal violinista russo Aleksey Igudesman, viennese d’adozione, e dal pianista Hyung-ki Joo: «Vienna è la città del passato, del presente e del futuro della musica». Un dato eloquente riguarda, ad esempio, i 129 conservatori musicali sovvenzionati dallo Stato.
Non sorprende quindi che molti grandi compositori siano stati attratti dalla città e che qui siano nati tanti capolavori immortali firmati da geni che appartengono ora all’umanità intera come Gluck, Beethoven, Brahms, Mozart, Haydn, Bruckner e Mahler. E forse ne dimentichiamo alcuni. E non fu soprannominato il “Mozart del pop” quel Falco la cui Der Kommissar divenne un tormentone in tutta Europa?
Da sempre Vienna città della musica ha saputo accogliere e stimolare i geni creando una tradizione musicale arrivata sino al XX secolo. «Perché Vienna? Perché c’era un’eleganza decadente», commenta Midge Ure degli Ultravox, autore dell’inno elettro-pop-romantic Vienna. «In un ambiente così fatiscente, potresti facilmente innamorarti. Poi torni alla tua vita fredda, grigia e miserabile a Chiswick… La canzone aveva la sensazione di un inquietante classico mitteleuropeo, grazie alla formazione classica del nostro tastierista Billy Currie. L’aspetto cinematografico era in cima alla nostra agenda: ogni traccia era per un film che non esisteva. Ricordo di essere entrato in studio con solo una battuta in testa: “La sensazione è svanita, questo non significa niente per me – oh Vienna!”. Era tutto quello che avevo». Oh, Vienna.