Storia

Le “big grrrls” dalla musica alla moda al cinema

Taylor Swift inondata di insulti per aver usato il termine “fat” (grassa), alle sfilate di moda e sui manifesti di lingerie modelle plus rubano la scena alle solite top extra-small. Anche Disney si adegua ai tempi e presenta Bianca, prima eroina sovrappeso. È conseguenza della “epidemia di obesità”, come l’ha definita l’Oms, che, dopo le Americhe, ha colpito l’Europa

Taylor Swift, inondata di insulti per la scena del nuovo video Anti-Hero in cui si vede lei che si pesa e la bilancia che si ferma, anziché su un numero, sulla parola “Fat” (grassa), si era difesa su Instagram, spiegando che intendeva mostrare le sue paure o gli scenari da incubo. Ma i suoi fan l’hanno presa diversamente e il messaggio che hanno recepito è quello che essere grassi è una cosa sbagliata o di cui vergognarsi. Così anche la popstar più potente al mondo ha dovuto cedere alle critiche, rimuovendo l’immagine della scritta “fat”.

All’insegna dell’inclusione, alle ultime sfilate di New York le modelle plus hanno rubato la scena alle solite top extra-small. Modelle curva sono le protagoniste della campagna pubblicitaria di una nota linea di lingerie. E ci sono linee di shape-wear dirette specificamente alle ragazze di taglia xxxlarge, come quella disegnata da Lizzo, la “donna che ha cambiato il mondo”, come la definì la rivista People, dando visibilità, potere, confidenza alle “big grrrls”, come le chiama lei, ovvero a tutte le donne la cui taglia non rientra negli standard canonici del mondo patinato. Questo anche a causa della “epidemia di obesità” che sta trasformando il corpo delle donne e che ha indotto più di uno stilista – da Rodarte a Michael Kors, da Veronica Beard e Maria Cornejo – ad ampliare la gamma delle taglie oltre la 50. Di “epidemia di obesità” parla l’Organizzazione mondiale della sanità, snocciolando dati drammatici: in Europa il 59% degli adulti e quasi 1 bambino su 3 (il 29% dei ragazzi e il 27% delle ragazze) sono in sovrappeso o vivono con l’obesità e la prevalenza dell’obesità per gli adulti è più alta che in qualsiasi altra regione dell’Oms ad eccezione delle Americhe.

In questo scenario, perfino le eroine di Disney mettono su qualche chiletto. Dopo Cenerentola, Biancaneve, Jasmine e Mulan, nella casa di Topolino entra una protagonista grassa, ed è la prima volta nei suoi cento anni di storia. Si chiama Bianca ed è un’aspirante ballerina in conflitto con il suo corpo nello short di sei minuti Reflect che promuove l’accettazione della propria immagine, non importa quale che sia la taglia.

Il breve film diffuso in streaming sul canale Disney Plus fa parte di una serie di cartoni sperimentali. Nella prima scena si vede Bianca in uno studio di ballo vuoto che pratica con abilità e fiducia in se stessa prima dell’inizio della lezione. Le cose però cambiano quando entrano le altre compagne e la ballerina comincia a sentirsi a disagio vedendo la sua immagine riflessa nello specchio. La stanza sparisce e Bianca si trova sola di fronte a centinaia di immagini di se stessa riflessi in uno specchio rotto.

Il titolo viene dal momento in cui la ballerina, vedendo il suo riflesso, si riconcilia con la persona che è. Circondata di specchi rotti, inizialmente Bianca è spaventata e per confortarsi riprende a ballare. Le schegge di specchio cominciano a muoversi con lei disegnando forme e cambiando colore. Bianca capisce che è il suo movimento a farle muovere: con un balzo attraversa lo specchio, rientra in classe e si unisce alle compagne con una nuova, riacquistata fiducia nelle sue potenzialità.

Lo short è stato presentato da Hillary Bradfield, animatrice e regista della Disney dietro cartoni di successo come Frozen 2 e Encanto: «Sono una che in linea di principio ha fiducia in se stessa ma è tutto molto più difficile quando entra in gioco la body image».   

Verrebbe spontaneo chiamare in campo la body-positivity, ma è stata proprio Lizzo a deplorare più di una volta l’uso contemporaneo che si fa del termine, abusato e svuotato del suo significato originario. L’argomento body-positive è diventato un mezzo per «chi ha occasionalmente qualche rotolino» di autocelebrarsi, ha dichiarato in varie occasioni, mentre le persone davvero grasse continuano a subire fat-shaming.

Non usa termini come plus-size o curvy: Lizzo non ha problemi a definirsi grassa, anzi, per molti versi si sta riappropriando di questa parola, la sta rivendicando: «Ok, sappiamo tutti che sono grassa. So di essere grassa. E non è un problema. Amo essere grassa, sono bellissima e sono sana», ha dichiarato a People. «Penso di avere un corpo davvero hot. Sono una body icon».

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