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L’avatar renderà immortali le star del rock

– Dopo gli ABBA sono i Kiss a sperimentare la nuova tecnologia: il finale del concerto d’addio affidato ai loro cloni virtuali
– «È emozionante per noi fare il passo successivo e vedere la band immortale», dice Paul Stanley
– «Possiamo essere per sempre giovani, portandoci in posti che non abbiamo mai sognato prima», aggiunge Gene Simmons

Chi ha visto lo spettacolo ABBA Voyage, con protagonisti gli ABBAtar, ovvero la rappresentazione virtuale dei quattro componenti degli ABBA, è rimasto sbalordito. «Non riuscivo letteralmente a credere ai miei occhi», scrive il critico David Smyth sull’Evening Standard nella sua recensione della prima londinese nel maggio 2022. «Come posso non sbattere la testa e svegliarmi nel 1979, quando ogni capello del braccio di Benny Andersson degli anni Settanta e ogni lembo dei bagliori scintillanti di Agnetha Fältskog degli anni Settanta sono chiaramente visibili?».

Insomma, una sorta di ritorno al futuro. Tra l’altro, Smyth è stato testimone dello spettacolo dell’ologramma di Whitney Houston due anni prima, «ed è stato un po’ brutto, con la defunta cantante soul in una proiezione 2D su un pezzo di vetro. Questa produzione di Industrial Light & Magic, che ha filmato il quartetto svedese utilizzando la tecnologia di motion capture per cinque settimane nel 2020, era galassie avanti».

Sul palco si sono visti Andersson, Fältskog, Björn Ulvaeus e Anni-Frid Lyngstad ballare, abbracciarsi. «Erano sorprendentemente reali, al punto che arrivavano anche in ritardo e lasciavano il palco per i loro cambi di costume».

Secondo Smyth questa «produzione straordinaria sembra davvero il futuro della musica dal vivo. I Rolling Stones, Elton John e chiunque altro che ora sia meno alla moda, più che pensare alla sostituzione dell’anca dovrebbero fare la fila per il trattamento avatar. Non ci sarà bisogno di raccontare ai nostri nipoti delle grandi band della nostra gioventù. Potrebbero essere tutte ancora sul palco, per sempre giovani grazie a un lavoro miracoloso come questo».

La profezia di David Smyth sembra avverarsi. Sabato sera i Kiss hanno chiuso il loro tour di addio The End of the Road nel famoso Madison Square Garden di New York City con un finale nel quale Paul Stanley, Gene Simmons, Tommy Thayer e Eric Singer hanno lasciato il palco agli avatar digitali di loro stessi per eseguire God Gave Rock and Roll to You. Come a dire, noi ce ne andiamo in pensione, a lavorare al posto nostro lasciamo le nostre proiezioni virtuali. La tecnologia utilizzata per stuzzicare un nuovo capitolo della rock band: dopo 50 anni di Kiss sono adesso interessati a una sorta di immortalità digitale.

Gli avatar sono stati creati dalla società di effetti speciali di George Lucas, Industrial Light & Magic, in collaborazione con Pophouse Entertainment Group, l’ultimo dei quali è stato co-fondato da Björn Ulvaeus degli ABBA. Sono le stesse compagnie che hanno collaborato per lo spettacolo ABBA Voyage.

Per Sundin, CEO di Pophouse Entertainment, questa nuova tecnologia consente ai Kiss di continuare la sua eredità per l’eternità. La band non era sul palco durante l’esibizione virtuale perché «questa è la chiave» della tecnologia che cerca il futuro. «I Kiss potrebbero avere un concerto in tre città nella stessa notte in tre continenti diversi. Questo è quello che potresti fare con questo sistema».

La sperimentazione di questa tecnologia è diventata sempre più comune in alcune sezioni dell’industria musicale. In ottobre la star del K-pop Mark Tuan ha collaborato con Soul Machines per creare un “clone digitale” automatizzato chiamato “Digital Mark”. Tuan è diventato così la prima celebrità ad affidarsi alla GPT di OpenAI, la tecnologia di intelligenza artificiale che consente ai fan di avere conversazioni individuali con il suo avatar.

Aespa, il gruppo femminile K-pop, si esibisce spesso insieme alle loro avatar digitali: il quartetto è pensato per essere visto come un ottetto con gemelli digitali. Un altro gruppo di ragazze, Eternity, è composto interamente da personaggi virtuali, nessun essere umano sul palco.

«Quello che abbiamo realizzato è stato incredibile, ma non è abbastanza. La band merita di vivere perché è più grande di noi», ha detto il frontman dei Kiss Paul Stanley. «È emozionante per noi fare il passo successivo e vedere i Kiss immortali».

«Possiamo essere per sempre giovani e per sempre iconici portandoci in posti che non abbiamo mai sognato prima», ha aggiunto il bassista dei Kiss Gene Simmons. «La tecnologia farà saltare Paul più in alto di quanto non abbia mai fatto prima».

Rimanete sintonizzati, perché nel futuro prossimo potremmo vedere i concerti degli avatar dei Kiss o dei Rolling Stones, degli Eagles, di Vasco Rossi…

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