Playlist

La playlist della settimana #33

–  Jesus and Mary Chain tornano in pista con un album e un tour. I Violent Femmes celebrano i 40 anni del loro iconico album di debutto. Con “Petroleum” gli inglesi Yard Act annunciano un nuovo disco
– L’eccitante dancefloor drum’n’bass dei Chase & Status. La svolta dei salernitani C’ammafunk che combinano funk, psichedelia, rock e classica. Primi passi da cantautore per il siciliano Mameli
– Il ritorno di Moltheni con il suo vero nome: Umberto Maria Giardini. Anna Castiglia racconta la condizione dell’artista emergente. Il variegato jazz di Carmelo Venuto

“Jamcod”, The Jesus and Mary Chain

The Jesus And Mary Chain festeggeranno quarant’anni di carriera nel 2024. Per l’occasione, i fratelli Jim e William Reid hanno annunciato un nuovo album e un tour da headliner. Glasgow Eyes esce l’8 marzo, Jamcod è il singolo che annuncia l’album, biglietto da visita ruvido e psichedelico che li mostra in gran forma. «La gente dovrebbe aspettarsi un disco di Jesus and Mary Chain, e questo è certamente ciò che è Glasgow Eyes», ha detto Jim Reid. «Il nostro approccio creativo è sempre lo stesso dal 1984, basta andare in studio e vedere cosa succede. Siamo entrati con un sacco di canzoni e abbiamo lasciato che prendessero corpo. Non ci sono regole, basta fare tutto il necessario. E c’è una telepatia lì: siamo quegli strani gemelli che finiscono le frasi l’uno dell’altro». La band mercoledì 17 aprile sarà in concerto all’Alcatraz di Milano.

“Country Death Song”, Violent Femmes

Nel 1983, il trio di Milwaukee Violent Femmes pubblicò il loro album di debutto che sarebbe entrato rapidamente nel pantheon college-rock per il suo vivace punk acustico. Quarant’anni dopo, Craft Recordings ha pubblicato un’edizione deluxe del disco. La raccolta cattura l’energia, l’umorismo della band e, nelle registrazioni dal vivo, la loro intensa connessione con il pubblico. Il gioiello della collezione sono le registrazioni dal vivo, curate da due spettacoli a Milwaukee del 1981 e una performance a New York del 1983. La reazione del pubblico alla ballata omicida Country Death Song spicca, accettata non tanto come un macabro confessionale del vero crimine (come suggeriscono i testi) ma come una spettrale storia di falò. È accolta dalle risate. Non c’è da stupirsi se in seguito avrebbero influenzato band come Pixies, Pavement e Nirvana. 

“Petroleum”, Yard Act

La rock band di Leeds ha condiviso l’ultimo singolo del loro prossimo secondo LP, Where’s My Utopia?. La canzone arriva con un video musicale diretto dal collaboratore James Slater, che ha anche diretto le clip per altre canzoni della band. Al video partecipa Rose Matafeo, comica neozelandese e creatrice di Starstruck. «Petroleum trova il visitatore mentre inciampa nel nascondiglio di una temibile banda di motociclisti chiamata Utopians. È ancora in fuga dagli agenti di H.G.E.», dice il cantante James Smith. «È stato molto divertente girare questo video e una gioia vedere la nostra amica Rose Matafeo dare vita al leader degli utopiani. Anche se la storia non viene raccontata in un formato lineare, spero che il viaggio del visitatore attraverso gli ultimi tre video stia iniziando a riunirsi e riveli che stiamo lavorando a qualcosa di più grande qui. Altri a venire!».

“Baddalan”, Chase & Status

L’album 2 Ruff, Vol. 1 (la quinta uscita di Chase & Status a raggiungere la Top Ten nelle classifiche degli album del Regno Unito) è un breve ma potente set per accendere i fuochi sulla pista da ballo. Sembra che sia pensato per assomigliare a un pacchetto di pezzi grezzi piuttosto che a un album in studio più lucido. Stefflon Don guida la carica con il suo ospite che accende l’apertura Selecta, poi il rapper ArrDee ricorda senza fiato una serata dissoluta su Liquor & CigarettesBaddadan, un inno che ha raggiunto la Top Five nel Regno Unito, appare in una versione leggermente estesa, ed è una delle tracce più dominanti. La raccolta è un miscuglio di singoli di successo e altre idee che probabilmente saranno esplorate ulteriormente nei dischi futuri: 2 Ruff, Vol. 1, come indica il titolo, non è destinato ad essere un’uscita definitiva di Chase & Status, ma per chiunque sia in vena di una dose di mezz’ora di eccitante dancefloor drum’n’bass, fa bene il suo lavoro.

“Thunder”, C’ammafunk

A poco più di un anno dall’uscita dell’album di debutto Bouncing, la band salernitana C’ammafunk pubblica un nuovo singolo, il cui titolo allude al carattere del brano. Emergono diverse influenze musicali e stilistiche, che combinano il funk con atmosfere mistico-psichedeliche per sfociare in un finale dal sapore rock. Thunder è un brano che racchiude l’ultimo anno della band e del leader/batterista Matteo De Vito, che con questa uscita ha voluto inaugurare l’inizio di una nuova fase. Emergono chiaramente le influenze sinfoniche, con l’utilizzo di archi – violini, violoncello e viola -, suonati da Arcangelo Michele Caso. 

“Clandestino (S1 EO)”, Mameli

Mameli, all’anagrafe di Augusta (Sr), esce oggi con il primo singolo per Capitol Records (Universal) per cui ha appena firmato. “S1 E0”, che sta per “Stagione 1, Episodio 0”, simboleggia una crescita e un’evoluzione nella carriera di Mameli. Con un approccio più cantautorale, il singolo funge da episodio pilota per un viaggio artistico che culminerà in un progetto discografico ambizioso e ricco di significati.

Clandestino è una riflessione intensa e profonda sulle fasi di un amore finito, un viaggio attraverso la vita personale di Mameli e un confronto con i propri traumi passati. Scritto dallo stesso Mameli in collaborazione con Paolo Antonacci, il brano parla della crudele e disarmante conclusione di una storia d’amore, esplorando temi di malinconia, ferite interiori e le sfide della crescita lontano da casa.

Mameli riesce a catturare l’essenza dei pomeriggi siciliani, tinti di malinconia, e le difficoltà emotive di chi è cresciuto lontano dal proprio nucleo familiare. Questo singolo segna un momento di maturazione per l’artista, che si mostra più consapevole e vero che mai.

“Re”, Umberto Maria Giardini

Quando fu scoperto e lanciato dal compianto Francesco Virlinzi, era uno sconosciuto vigile del fuoco marchigiano che si dilettava in musica. Grazie alla Cyclope Records, divenne Moltheni (nome preso in prestito da una farmacia della Sardegna) e sorprese tutti con un cantautorato moderno, vicino alle sonorità psichedeliche americane. Adesso riappare con il suo vero nome, Umberto Maria Giardini, pubblicando l’album Mondo e Antimondo per La Tempesta Dischi. Torniamo agli albori della musica indie, con armonie cariche di luce astratte. Il singolo Re ha aperto la strada al nuovo album e rappresenta la visione di un nuovo ciclo di canzoni che ha, nel suo dna, una chiara conferma ad una scrittura mistica, ancora fortemente psichedelica. «Come un mantra, interpretabile come una preghiera rigidissima, la canzone rievoca immaginari del tutto inaspettati, un luogo non luogo dove l’essere umano si sacrifica in modo severo alla devozione, senza però tralasciare il senso del desiderio, spesso negatogli dalla forza della natura», spiega l’autore.

“Participio presente”, Anna Castiglia

È il nuovo singolo della cantautrice siciliana Anna Castiglia, che nel frattempo ha firmato per la Otrlive. Ed esce a ruota e con il brano Ghali con il quale si è fatta notare dal grande pubblico nell’ultima edizione di Xfactor. «Participio presente racconta degli artisti emergenti e della loro condizione», spiega l’autrice, figlia d’arte. «Un participio presente eterno che faticosamente diventa passato e soprattutto futuro. La famosa gavetta che non ha una durata definita, una corsa in una strada affollata alla ricerca di successo, considerazione, stabilità o di quella proposta indecente che ti fornirà il pass per il mondo al participio passato, per le terre emerse. Ma bisogna affrontare tanti compromessi che rischiano di farti perdere pezzi durante il tragitto».

“Rumble”, Carmelo Venuto quartet

Con l’album “Orizzonte” il chitarrista e compositore catanese Carmelo Venuto cerca il punto d’incontro tra le sue radici e la ricerca di un sound jazzistico moderno e originale, esplorando l’armonia modale e l’interplay, insieme a tre grandi musicisti e amici, tutti siciliani: Rosario Di Leo al pianoforte, Riccardo Grosso al contrabbasso e Giuseppe Tringali alla batteria. Album dalla matrice marcatamente jazz, in odore di George Benson, che si apre anche ad atmosfere rock (Empedocle), funk soul (Human turtle), blues (Giulia NS). Esecuzione sopraffina, tanto groove, arrangiamenti scarni, per un lavoro di alta qualità.

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