Playlist

La playlist della settimana #32

–  Neil Young suona una versione elettrica dell’inno nazionale americano evocando la storica interpretazione di Jimi Hendrix a Woodstock. Dolly Parton trasforma “Rockstar” nella festa karaoke più costosa del millennio
– Un Brando Madonia più sbarazzino e divertente nel nuovo progetto “Autunno 80” . Tony Finch Marino cammina sul lato funky delle strade.  La voce di Manutsa contro la violenza sulle donne e quella di Marco Corrao in difesa dell’ambiente
– Il contagioso e allegro rock dell’ex Dinosaur Jr. J Mascis. C’è del jazz eccellente in Danimarca

“Stand for Peace”, Neil Young

Nel giorno del ringraziamento, il il buon vecchio Neil Young pubblica un video di circa tre minuti nel quale esegue l’inno americano The Star-Spangled Banner alla chitarra elettrica nella versione che Jimi Hendrix rese storica a Woodstock. Il video termina con un semplice messaggio scritto sullo schermo: “Be brave” e “Stand for Peace”.

Non si fa alcun riferimento diretto a una particolare guerra o conflitto armato in corso, compresi i recenti orrori a Gaza. Tuttavia, giorni prima, Young ha pubblicato online una dichiarazione scritta nella quale diceva: «Per i nostri molti amici palestinesi e i nostri molti amici ebrei, dobbiamo ricominciare da capo nel presente e rilasciare le nostre terribili connessioni con il passato. Per quanto siano cattive, devono essere dimenticate in modo che possiamo essere liberi di andare avanti nella vita insieme, tutta l’umanità, concentrata sul salvataggio del nostro pianeta per le generazioni future».

“Purple Rain”, Dolly Parton

Dolly Parton è un’eroina femminista che non dirà mai la parole “fuck”, un’icona queer amata anche dai conservatori. Ha rifiutato gli onori presidenziali da entrambi i lati del corridoio nei suoi sforzi per rimanere apolitica. Per più di cinquant’anni, ha mantenuto una uguale attenzione ai lati creativi e commerciali del settore, sviluppando una strategia di gestione del marchio senza precedenti che le ha fatto guadagnare milioni. Estende questo ethos al suo nuovo album Rockstar, una collezione densa e costellata di trenta pietre miliari della storia del rock che suona come la festa karaoke più costosa del millennio. Dolly Parton non è mai stata per il minimalismo, e chi altro potrebbe riunire Michael McDonald, P!nk, e Debbie Harry al fianco di Kid Rock e l’attuale iterazione di Lynyrd Skynyrd?

Il percorso di Parton verso Rockstar è stato conseguenza diretta della sua introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame nel 2022, un onore che inizialmente aveva rifiutato per non «suscitare polemiche». I fan del rock e del country hanno posto domande sul merito artistico e sulla presunta sindrome dell’impostore prima che Parton cambiasse idea, partecipando alla fine alla cerimonia ed eseguendo Jolene con Rob Halford, Pat Benatar, Annie Lennox e altro ancora. Parton ha detto che l’esperienza l’ha costretta a fare un disco rock «reale», ma su Rockstar, il quadro della musica rock è relativamente ristretto, con cover di canzoni di Led Zeppelin, Rolling Stones, Bob Seger e Peter Frampton. Canta Let It Be con gli ultimi due Beatles viventi che urlano armonie distratti. Gli arrangiamenti formulati mantengono le chitarre, i tasti e la batteria, ma l’incessabile enfasi su un singolo suono cancella i dettagli che hanno reso la maggior parte degli originali così sorprendenti.

“Can’t Believe We’re Here”, J Mascis

J Mascis ha annunciato un nuovo album da solista, What Do We Do Now, che uscirà a febbraio. L’ex Dinosaur Jr. lo ha registrato nel suo studio Bisquiteen nel Massachusetts occidentale e ha reclutato Ken Mauri (tastierista dei B-52) e Matthew “Doc” Dunn per suonarlo con lui. «Quando scrivo per la band, cerco sempre di pensare di fare cose in cui Lou e Murph si adatterebbero», ha detto Mascis in un comunicato stampa. «Da solo, penso di più a cosa posso fare con una chitarra acustica. Naturalmente, questa volta, ho aggiunto tamburi e chitarre elettriche, anche se le parti ritmiche sono ancora tutte acustiche. Di solito, cerco di fare la roba da solista in modo più semplice in modo da poterla suonare da solo, ma volevo davvero aggiungere la batteria».

“Mica Milano”, Brando Madonia

Nuovo progetto discografico del cantautore catanese con la Pulp Entertainment. S’intitola Autunno 80 e lascia intuire che i riferimenti musicali riecheggiano gli anni Ottanta. È un EP di cinque canzoni, fra cui il brano selezionato, che mostra un Brando Madonia più sbarazzino e ritmico, che non disdegna il ballo. In Passo di danza duetta con Papiro. L’operazione funziona, anche se forse arriva un po’ in ritardo.

“On the funky side of street”, Tony Finch Marino

Dagli anni Ottanta di Brando Madonia ai Seventies di Tony Finch Marino soulsinger siciliano che pubblica l’album B-Side Me. È un viaggio attraverso i generi musicali che lo hanno ispirato nel corso della sua carriera, ma anche un sentito tributo a generi musicali iconici come il soul, il funk, il pop e la disco, con influenze che rievocano gli anni Settanta, un’epoca d’oro della musica, creando un album che omaggia il passato mentre abbraccia il presente.

Ispirato dalla passione per la musica afroamericana, l’artista ha tratto ispirazione da leggende come Earth, Wind & Fire, James Brown, Sly and the Family Stone, Stevie Wonder, Kool and the Gang, Maceo Parker, Tower Of Power e molti altri, creando un lavoro che riconosce il loro impatto duraturo sulla musica contemporanea. L’album B-Side Me non è solo un’espressione artistica profonda di Tony Finch Marino, ma anche un omaggio agli artisti che hanno aperto la strada a nuove generazioni di musicisti. È un invito a tutti gli aspiranti artisti a trarre ispirazione da questo patrimonio musicale e a creare musica di qualità. Il messaggio trasmesso attraverso i testi delle canzoni in lingua inglese si concentra su temi di motivazione, amore, forza interiore, gioia di vivere, raggiungimento degli obiettivi e frequenze positive, oltre ad offrire anche spazio per l’introspezione e la riflessione sulla vita, invitando gli ascoltatori a esplorare la propria anima attraverso la musica.

“Sula – Ti dissi no” Manutsa

Nella settimana che porta al 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, la cantautrice siciliana Manutsa esce con il suo brano Sula – ti dissi no. Da tempo impegnata a far sentire la sua voce sull’argomento, ha già dedicato alla questione femminile il suo primo album, Parru cu tia – La voce delle donne, dove racconta storie di ribellione al sistema, alla vita e alla società. Il titolo del brano trae spunto dalle manifestazioni della scorsa estate, dedicate al drammatico caso della diciannovenne palermitana stuprata da sette uomini e poi abbandonata per strada, che avevano come slogan proprio la frase “Ti dissi no”.

«Da quelle giornate si è rafforzata in me l’esigenza di raccontare il dolore, il male e la forza delle vittime; la consapevolezza di essere, nonostante tutto, vive», racconta la cantautrice palermitana. «Sono convinta che sia necessario essere portatori di un messaggio contro ogni forma di violenza di genere, sia fisica che psicologica. Questo è il mio modo per farlo».

Il brano, un urlo di disperazione che lascia il posto a una forza auto-rigeneratrice, esce accompagnato da un video (per la regia di Frank Falletta) girato nelle sale di Palazzo Alliata di Villafranca, a Palermo, dove è custodita la tela che ritrae Marianna Valguarnera, la protagonista del famoso romanzo di Dacia Maraini La lunga vita di Marianna Ucrìa. La giovane donna venne violentata brutalmente dallo zio, quando era ancora bambina, e poi costretta a sposarlo. A causa del trauma, perdette la facoltà della parola.

“2100”, Marco Corrao

È il nuovo singolo di Marco Corrao, cantautore siciliano con alle spalle tour internazionali in USA, Svezia, Danimarca Inghilterra e collaborazioni, tra gli altri, con Eugenio Finardi, Moni Ovadia, Jono Manson, Bocephus King, Delta Moon, Michele Gazich. Il brano, accompagnato da un video loop.

Con questo brano, dall’anima blues ed elettronica, Corrao ci mette davanti ad una riflessione sul futuro dell’uomo e del nostro pianeta: «Chissà come finirà questo mondo per noi umani. Una perdita di libertà dopo l’altra. Sempre il diritto e mai il dovere e adesso fai anche fatica a respirare. Il brano vuole spingere alla riflessione su quanto poco conosciamo il nostro pianeta e quanto poco riusciamo a sfruttare in economia le risorse che esso offre. Quando tua madre stanca di ogni scusa, ti abbandonerà alle tue mille ragioni che non stanno in piedi… cosa succederà? Riflettere per comprendere, comprendere per migliorare, migliorare per salvarci». 

Il video loop arricchisce il nuovo singolo e regala una speranza: «l’immagine di un cammino a piedi nudi su una terra bruciata e fumante, pochi esemplari di esseri umani che rimangono su un pianeta non più adatto alla vita. Unica speranza: la procreazione con una nuova consapevolezza».

“Strands (Live)”, Palle Mikkelborg, Jakob Bro e Marilyn Mazur

Registrato lo scorso febbraio, l’album dal vivo Strands unisce tre eminenti jazzisti danesi, accoppiando amici e collaboratori di lunga data Palle Mikkelborg (tromba e flicorno) e Jakob Bro (chitarra) con la percussionista e veterana EMC Marilyn Mazur. Di questa collaborazione, pubblicata sulla venerabile etichetta ECM, Bro ha detto: «C’è aria nella musica, grande libertà e un desiderio condiviso di creare qualcosa che non può necessariamente essere spiegato, ma sentito».

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