Storia

Il supereroe Fiorelloman

Il suo DopoFestival inchioda oltre due milioni e mezzo di spettatori davanti al piccolo schermo nelle ore piccole. C’è anche il suo zampino nel successo d’ascolti della Rai
Rosario Fiorello

Lui non ha potuto contare su un presidente della Repubblica, su una “regina dei social”, su superospiti, su Benigni e nemmeno Angelo Duro. Non solo. Lui è andato in onda al termine delle quattro/cinque ore della maratona Festival, quando ormai molti di quei milioni di spettatori erano già nelle braccia di Morfeo o comunque erano boccheggianti. Lui aspettava pazientemente che l’amico Ama gli passasse la linea. Nelle prime due serate intorno all’una e mezza di notte, nelle successive dopo le due, quando già la notte si confonde con il mattino e soltanto chi soffre d’insonnia sta ancora davanti al televisore.

Eppure, Fiorello, il lui del quale stiamo parlando, ha accettato la sfida. Molto più improba di quella dell’amico Amadeus, al quale piace vincere facile. Ha messo indietro le lancette, rispetto all’orario d’inizio del suo mattutino Viva Rai2, e per fare Viva rai2 Viva Sanremo si è inventato di tutto: si è travestito da soubrette, da homeless infreddolito e assonnato, da Batman e da Massimo D’Alema al quale, come ha riconosciuto lui stesso, somiglia in modo impressionante con quel taglio di capelli, quei baffi e quegli occhiali. Ha dato una mano ad Alessia Marcuzzi a risollevarsi dalle critiche che investono la sua trasmissione, ha tolto dalla naftalina Valeria Marini, si è rimesso il codino del karaoke, ha svegliato i cantanti nel letto, il caos della diretta che è nel suo stile. E poi le telefonate, le imitazioni, Lillo versione Posaman. Insomma, un Supereroe, un Fiorelloman. 

In queste quattro serate, lo hanno seguito quasi due milioni e mezzo di persone, con uno share del 60.3%. Un risultato non scontato, come scherzava lui stesso: «A quest’ora, anche se ci guardano in cinque, facciamo il 100% di share». 

D’altronde è stato lui il primo ad ampliare i confini della tv generalista. C’è la Generazione Z e c’è quella X. Ci sono i Boomers, i Millennials ed i TikTokers. E c’è la “Fiorello generation”. Che non ha età, non ha barriere sociali, non ha connotazioni socioeconomiche. È un modo di affrontare la vita: una canzone, una risata, un approccio alla comicità. È un fenomeno perché fenomenale è il guru di questo pubblico trasversale.

Fiorello è l’italiano perfetto: sa fare molte cose benissimo, magari senza 10 in pagella ma con una sfilza infinita di 8. E una faccia da ex compagno di scuola che piace a tutti, sempre. A qualsiasi ora.

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