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I Creedence la migliore rock band del mondo. Ecco perché

Quella che sembrava una leggenda metropolitana diventa realtà, il 16 settembre verrà pubblicata la registrazione dello storico concerto londinese alla Royal Albert Hall. In concomitanza, uscirà il documentario “Travelin’ Band”. «Nelle loro abili mani non solo il vero spirito della musica rock è vivo e vegeto, ma sta calciando come un mulo!», scrissero i critici musicali inglesi 

I Creedence Clearwater Revival sono stati la più grande rock band in America e, dopo lo scioglimento dei Beatles, nel mondo. Tra il 1968 e il 1972 pubblicarono sette album e una serie ininterrotta di singoli di successo, tra cui Bad Moon RisingProud Mary e Who’ll Stop The Rain. Erano l’unica band che riuscisse a unire hippies, rednecks e il critico pop del New Yorker, per non parlare di giovani musicisti come Joe Strummer e Bruce Springsteen, che più tardi avrebbe testimoniato: «Non erano la band più alla moda del mondo, erano la migliore». 

Non erano la band più alla moda del mondo, erano la migliore

Bruce Springsteen

Ma la rottura nel 1972 segnò l’inizio di decenni di lotte legali, di cattivo sangue e paralisi creativa. Una separazione così acrimoniosa e dolorosa che può rivaleggiare soltanto con quella degli Smiths per il titolo di band non più riformabile. Così, il ritrovamento di materiale inedito della band guidata da John Fogerty ed entrata nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1993 è una notizia che manda in fibrillazione i fan, fra i quali da decenni circolavano voci su una registrazione perduta da tempo, quella della leggendaria performance del 1970 alla Royal Albert Hall di Londra. Quelle registrazioni non solo esistevano davvero, ma sono state rintracciate e il prossimo 16 settembre saranno pubblicate in LP su vinile da 180 grammi e in CD. Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall è il titolo dell’album che presenta il concerto nella sua interezza e fotografa dal vivo il gruppo – all’apice della carriera – nella più prestigiosa sala da concerto londinese. Offrendo agli ascoltatori un’esperienza immersiva, la registrazione vede John Fogerty, Tom Fogerty, Doug Clifford e Stu Cook interpretare successi (oramai grandi classici) come Fortunate SonProud Mary e Bad Moon Rising.

Dopo circa mezzo secolo sugli scaffali, i nastri originali (multitraccia) sono stati meticolosamente restaurati e mixati dal team (insignito di Grammy Award) del produttore Giles Martin e del tecnico del suono Sam Okell, che insieme si sono occupati di una innumerevole lista di acclamatissimi progetti, tra i quali l’edizione per il cinquantenario di Abbey Road e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, così come l’audio sia del film biografico Rocketman dedicato ad Elton John sia della serie The Beatles: Get Backdiretta da Peter Jackson. La versione in vinile è stata masterizzata dal rinomato tecnico del suono Miles Showell presso gli Abbey Road Studios grazie alla tecnologia half-speed technology per un’esperienza d’ascolto ai massimi livelli.

Creedence Clearwater Revival alla Royal Albert Hall uscirà in concomitanza con il documentario Travelin’ Band: Creedence Clearwater Revival alla Royal Albert Hall. Diretto dal due volte vincitore di GrammyAward Bob Smeaton (The Beatles Anthology e Jimi Hendrix Band of Gypsies) e narrato dall’attore premio Oscar Jeff Bridges, il film accompagna gli spettatori dagli albori della band ad El Cerrito, in California, fino alla repentina e folgorante ascesa. Ricco di numerosi filmati inediti, Travelin’ Band culmina proprio con la performance della band alla Royal Albert Hall, l’unico filmato integrale di un concerto della formazione originale dei CCR ad esserci pervenuto.

Quando i Creedence Clearwater Revival salirono sul palco della Royal Albert Hall il 14 aprile 1970 (quindi pochi giorni dopo che i Beatles avevano annunciato lo scioglimento), i rocker californiani erano probabilmente diventati la più grande band del mondo. Nei mesi precedenti lo show, i CCR avevano vissuto un “anno magico” senza precedenti, come racconta Jeff Bridges nel film. In soli dodici mesi la band aveva raggiunto cinque singoli nella Top 10 e tre album nella Top 10 (Bayou CountryGreen RiverWilly and the Poor Boys) nelle classifiche americane, superando i Beatles. Erano apparsi al leggendario Ed Sullivan Show e suonato a oltre un milione di persone in tutta l’America, comprese le centinaia di migliaia di persone riunite a Woodstock. John, Tom, Stu e Doug forse non erano un quartetto universalmente noto quanto John, Paul, George e Ringo, ma i Creedence stavano sfidando i Beatles per il titolo di band più grande del mondo.

In effetti, il suono “swamp rock” della band, che suonava tanto “southern”, finì con l’invadere le frequenze radiofoniche di tutto il modo in quel 1969. Singoli come Proud MaryGreen RiverFortunate Son e Down on the Corner sono entrati nella Top Ten in Europa, Nord America e Australia, mentre Bad Moon Rising ha raggiunto la vetta della classifica nel Regno Unito e in Nuova Zelanda. Ma i Creedence sono stati più di un semplice successo commerciale. Alla fine del 1969, Bridges osserva: «John Fogerty era considerato uno dei cantautori politicamente più influenti d’America», in seguito al suo commento pungente (con risvolti sociali) sulla guerra del Vietnam in Fortunate Son.

I critici stavano prestando molta attenzione ai CCR, mentre Rolling Stone li dichiarò la “Best American Band”. All’alba del nuovo decennio, i Creedence suonarono in un trionfale spettacolo nella città natale all’Oakland Coliseum. Meno di quattro mesi dopo, ad aprile, i quattro si imbarcarono nel loro primo tour europeo, una serie di otto spettacoli che includeva tappe in Olanda, Germania, Francia e Danimarca.

Ciò che distingueva i Creedence da molti dei loro contemporanei era la loro capacità di produrre sul palco il sound dei loro dischi, e l’evidente emozione, la gioia che scaturivano dalla loro predilezione per i concerti dal vivo

Jeff Bridges

La band considerava i due show londinesi (subito sold-out) come una sorta di test per il successo del loro tour europeo. Aprendo la loro prima serata con Born on the Bayou, la band travolse il pubblico con dodici brani ad alto impatto. «Ciò che distingueva i Creedence da molti dei loro contemporanei era la loro capacità di produrre sul palco il sound dei loro dischi, e l’evidente emozione, la gioia che scaturivano dalla loro predilezione per i concerti dal vivo», spiega ancora Jeff Bridges.

Alla conclusione dello show con Keep on Chooglin’, la band ricevette una standing ovation di 15 minuti. Il giorno dopo piovvero reazioni entusiastiche da pubblicazioni autorevoli come The Times e NME, che dichiararono senza remore: «I Creedence Clearwater Revival hanno dimostrato oltre ogni dubbio che sono, secondo una opinione condivisa, la più grande rock and roll band del mondo. Nelle loro abili mani non solo il vero spirito della musica rock è vivo e vegeto, ma sta calciando come un mulo!».  Durante le due serate nella celebre sala da concerto, i CCR non solo hanno seguito le orme di artisti come i Rolling Stones, i Led Zeppelin, Jimi Hendrix e i Beatles, ma hanno anche dimostrato di essere al loro stesso livello.

Se i Creedence Clearwater Revival solo due anni più tardi avrebbero intrapreso strade separate, le speculazioni riguardo ad una registrazione dal vivo di quel leggendario concerto iniziarono a circolare tra i fan già dal 1980. In quell’anno, la Fantasy Records aveva pubblicato un album dal vivo della band, con il titolo fuorviante di The Royal Albert Hall Concert. Si scoprì presto che l’audio proveniva, in realtà, dallo show all’Oakland Coliseum, catturato mesi prima della sortita londinese. Mentre l’etichetta si affrettava ad applicare all’album uno sticker con le informazioni corrette, ribattezzando le ristampe successive con il titolo The Concert, le riprese della Royal Albert Hall rimasero una “leggenda metropolitana” del rock”n”roll… Fino a ieri.

La copertina del disco Creedence Clearwater Revival at the Royal Albert Hall  in uscita il 16 settembre

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