Il cantautore modenese a sorpresa annuncia la pubblicazione di un nuovo album dopo essersi ritirato dalle scene musicali dieci anni fa: «Ma è un caso». Dal Maestrone a Michael Stipe ed Eric Clapton nessuno resiste al richiamo del palco e l’addio è spesso un arrivederci
C’è chi smette con somma e malinconica diplomazia e onestà, come i R.E.M., che confessarono che la vena più autentica del gruppo era inesorabilmente smarrita. C’è chi lascia dopo furibonde scazzottate, vedi Oasis, chi per lenta usura, e se per questo c’è chi non si scioglie mai, come i Rolling Stones, e chi da 18 anni gira il mondo con il “Farewell tour”, il tour dell’addio, come gli Eagles. Imitati dai Kiss che ogni anno aggiornano le date del tour d’addio. Insomma, non credete mai a un artista che annuncia l’addio al palcoscenico. Presto o tardi, timidamente o meno, ritornerà.
Eric Clapton nel 2001 diceva: «Questa è davvero l’ultima volta: sono stanco, non riesco più a suonare un assolo senza annoiarmi». E tutti gli abbiamo creduto, e probabilmente lui credeva a quello che diceva. Ma oggi, ventuno anni dopo, era in tour nei giorni scorsi in Italia. Recidivo, ripete: «È l’ultima volta». Dobbiamo credergli? Al Bano nel 2018 disse che dal primo gennaio del 2019 non avrebbe più cantato, poi ci ha ripensato e ora è ancora in lizza per un posto al prossimo Festival di Sanremo. È capitato a Michael Stipe dei R.E.M. che ogni tanto affida una canzone a YouTube. Si può anche decidere di lasciare le scene e non cantare più, ma se poi squilla il telefono e dall’altra parte c’è Mina che ti chiede di realizzare un disco insieme a lei, non è che ci si può rifiutare, come è successo a Ivano Fossati.
Mai dire mai, direbbe James Bond. E anche Francesco Guccini. Che ieri pomeriggio a Pavana, luogo del cuore sull’Appennino toscano, ha accolto amici cari, addetti ai lavori e musicisti per festeggiare tra musica e parole, come da tradizione da lui stesso istituita alla chiusura di ogni importante progetto, la fine delle registrazioni dell’album che uscirà il prossimo 18 novembre. S’intitola Canzoni da intorto. È il concept album che Francesco Guccini ha sempre desiderato realizzare e che ora prende finalmente vita, regalandoci a sorpresa la sua voce e, ancora una volta, un pezzo di storia. Sarà pubblicato soltanto in formato fisico, in cinque versioni: CD, CD limited edition, vinile, vinile special edition (edizione limitata numerata e colorata) e doppio vinile con tracce strumentali.
Canzoni da intorto uscirà esattamente dieci anni dopo che Guccini annunciò l’addio alle scene. Era il 28 novembre 2012, quando, in occasione della pubblicazione di L’Ultima Thule, il suo ultimo disco, il cantautore modenese annunciò che non avrebbe realizzato altri album e che non sarebbe salito più su un palco per esibirsi in concerto. «Ci si deve ritirare quando si è arrivati al massimo delle proprie possibilità. Continuerò a dire quello che penso ma in prosa, scrivendo libri», annunciò. Ci sono state delle piccole eccezioni, come la supervisione nel 2019 della raccolta Note di Viaggio, con le cover delle sue più belle e indimenticabili canzoni da parte dei suoi famosi colleghi cantautori, per la quale scrisse l’inedito Natale a Pavana. Ma anche allora ribadì: «Non sono Aznavour, il prossimo giugno ne ho 80, sono tanti. Ho deciso di smettere. Non ho alcuna intenzione di rimettermi a cantare… Non sono più capace di suonare neanche la chitarra. Alla mattina quando mi sveglio ho un ritornello di canzoni strane, esistono, forse le cantava mia madre o le sentivo in radio. Ora scrivo, sono contento di farlo. Era quello che volevo fare da grande. Sono finalmente riuscito a fare lo scrittore».
Bugie. Oggi Guccini di anni ne ha 82 e le sue dita sono tornate a pizzicare le corde di una chitarra e la sua voce a raccontare storie su un microfono, forse quei ritornelli di canzoni strane che cantava sua madre o sentiva in radio. «Torno a cantare ma torno a cantare per caso», dice Francesco nel video della festa, in cui si vede un pullman che trasporta una folta comitiva verso un pranzo in riva al lago sull’Appennino sopra Pavana, uno specchio d’acqua creato da una diga, un luogo in cui da ragazzo Guccini amava andare in canoa. Si riconoscono alcuni dei Musici, la band di fiducia del Maestrone, c’è l’argentino Juan Carlos “Flaco” Biondini, che suona nel nuovo disco in due pezzi “argentini”, c’è il tastierista Maestro Vince Tempera, che però non suona nei nuovi brani, e si intravedono ospiti illustri come l’ex Baustelle Francesco Bianconi.
Canzoni da intorto è un termine molto amato da Guccini, che lo usava spesso nei suoi racconti tra un brano e l’altro durante i concerti. Raccontava Guccini di aver imparato a suonare la chitarra per «intortare le ragazze». Ai loro occhi la chitarra era uno strumento affascinante e Guccini riusciva ad agganciare così la loro attenzione. Segnale di una vena nostalgica che attraverserà le canzoni dell’album, nell’intento di chiudere definitivamente il cerchio. Forse.
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