Disco

Groove addicted: best of 2022/1

Un anno di musica funk, hip hop, jazzy, soul, vintage soul & funk. I miei album preferiti per poter dire c’è ancora speranza in questo pianeta. Una “non classifica” ma solo una lista in ordine sparso – [prima parte]

Fine e inizio anno è per chi scrive o parla di musica il momento nel quale ci si sottopone ad un giochino tradizionale. Annoverare, chi sotto forma di classifica dall’ultimo verso la testa o viceversa, ma anche, come io preferisco, in ordine assolutamente causale, e senza voti assegnati: sì, perché non c’è un più o meno bello e meritevole album. Ci sono solo “capitoli” di un flusso musicale lungo un anno che per un motivo o un altro si elevano sulla massa dalle numerose uscite discografiche o altri (più raramente ) che spostano più in avanti gli orizzonti stilistici. Io resto dentro il recinto che più mi piace e mi è congeniale e perché dovrei fare diversamente? 

Allora via al giochino. Io dall’alto della mia voracità ne indico 60 (sessanta ). Venghino signori venghino, provate la vertigine di lasciarvi andare in questa pioggia sonica, che male non fa, al più può rendere allegro qualche vostro momento e magari, perché no? scoprire, un nuovo vostro idolo e comprarne anche il manufatto sia esso in digitale, o in cd meglio ancora in fragrante vinile.

Entriamo nel merito e scopriamo i primi 20. Gli altri seguiranno a stretto giro di posta.

SUDAN ARCHIVES – NATURAL BROWN PROM QUEEN (Stones Throw)

Brittney Denise Parks a.k.a. Sudan Archives, una polistrumentista e cantante che arriva dall’Ohio, giovanissima, questo è il suo secondo convincente lavoro. È un Ghibli caldo, questo album, che soffia forte sulla scena contemporanea della Black music. Supportato da una patina di “impegno militante“ dato che il lavoro è ispirato alla scrittrice e giornalista di colore Toni Morrison eroina delle rivendicazioni degli afroamericani contro il razzismo. Diciotto brani che vi scorrono in vena, toccando vari stati dell’animo umano. E la musica? Ispirata, lirica , travolgente. Lei fa tutto da sola perché è la “one woman show” dei nostri tempi. RIVELAZIONE.

BRIAN JACKSON – THIS IS BRIAN JACKSON (BBE)

Polistrumentista e compositore, a lungo (1971–1980) braccio destro del cantautore geniale Gil Scott-Heron. Poi tante produzioni (tra gli altri Bobbi Humphrey, Kool & The Gang e Roy Ayers). Nel 2000 pubblica un suo lavoro bellissimo, ma poco conosciuto al grande pubblico. Dopo ventidue anni ritorna con questo lavoro di inediti ma con alcune partiture che arrivano riarrangiate dal passato. La musica di This Is Brian Jackson è senza tempo, un montaggio musicale che riflette la sua immersione multidisciplinare nel jazz, nel funk, nel soul e nell’hip-hop, senza sacrificare la concentrazione, la generosità, l’ispirazione e l’apertura che sono sempre state al centro della sua musica. CATARTICO.

ELI “PAPERBOY” REED – DOWN EVERY ROAD (Yep Roc)

Eli Husock il suo vero nome è un cantante e chitarrista ed artigiano della musica retro-soul e r&b della seconda metà dei Sixties fino alla prima metà dei Seventies. Questo album è ispirato e ne è un omaggio esplicito alla cantautrice Merle Haggard che fu pioniera e seppe unire insieme la tradizione country (bianca) con la musica nera, jazz, blues ed anche marginalmente soul. Eli Reed rielabora con la maestria e la classe che gli sono riconosciute il materiale della Haggard irrobustendolo di funk. Il risultato è un tuffo nel passato della tradizione a stelle e strisce, in quei saloon-pub dove poi alla fine ci scatena in danze e corbezzoli vari. SCINTILLANTE.

ROBERT GLASPER – BLACK RADIO III (Loma Vista)

Pianista, compositore e produttore, vincitore di grammy, ex talento oggi stella di prima grandezza del panorama musicale che attiene al jazz contemporaneo ma anche alle sonorità che lo mischiano alla musica r&b e hip hop con i suoi album Robert Glasper experiment Black Radio. Questo è il suo terzo capitolo che resta in perfetta continuità stilistica con i precedenti anche se perde parte dellla intestazione del progetto. Si chiama solamente Black Radio III. Lavoro più meditato, meno registrato di getto e con il sentimento dell’amore che pervade su tutto il disco. Con il pedale del r&b che spinge più forte rispetto ai precedenti. Tantissimi le guest che prendono parte al progetto (Meshel Ndegeocello, H.E.R., Q-Tip, Esperanza Spalding, Lalah Hattway, Gregory Porter, PJ Morton e tanti altri ancora ). Già vincitore di un Grammy con il primo singolo Better Than i Imagined che ha anticipato l’album nel 2021. Perfetta sintesi tra hip-hop, jazz e r&b; da qui in poi si può ripartire ma non a prescindere.

THE WEEKND – DAWN FM (Republic/xm)

Mr. Abel Testfaye aka The WeekND da alcuni anni è il centravanti di sfondamento di un certo r&b alternativo, come lo chiamano negli USA. Una macchina musicale che ha prodotto svariati Grammy tanto da annoverarlo come un personaggio pop. Ma gli apprezzamenti della critica e del pubblico indicano che ci troviamo di fronte ad un immenso artista. Anche in questo capitolo tanti nomi importanti. Inspirato da Michael Jackson, ha trasformato le sue ambizioni in musiche bellissime che ti restano in testa. Atmosfere a tratti vicine al synth pop anni Ottanta, una produzione perfetta per un atipico concept album che resterà nella storia.

OUMOU SANGARE – TIMBUKTU (World Circuit)

Nuova uscita discografica per questa valente cantante del Mali, che da oltre trenta anni, unisce la tradizione africana con il soul, tra strumentazione moderna e tradizionale. Tra le principali esponenti del “wassoulou” un genere musicale dal quale, pare, deriverebbe il blues. Dotata di una poetica da femminista impegnata per i diritti degli afroamericani è anche ambasciatrice della FAO. Vincitrice di un Grammy nel 2011. «Ho messo la mia vita in questo disco, tutta la mia vita, questa vita in cui ho conosciuto la fame, l’umiliazione della povertà e della paura e da cui oggi traggo Gloria», afferma l’artista africana, presentando questo lavoro davvero ispirato, profondo e commovente.

SARATHY KORWAR – KALAK (The Reaf Label)

Percussionista, batterista e produttore di origine indiane, ma nato negli States e poi vissuto in India ed in Inghilterra con un melting pot  che comprende folk classico dell’India orientale, post-bop, jazz modale ed elettronica. Si inserisce in questa nuova e rigogliosa scena “nu jazz“ londinese così ramificata e ricca di incroci stilistici, molto cool (The Comet is Coming, Sons of Kemet, Shabaka Hutchings ecc.). Potenti trame nu-jazz afrobeat e hindi con effluvi di psichedelia. Disco per ballare, ma anche per riflettere ed anche per lasciarsi trasportare in un immaginario viaggio tra continenti.

MELT YOURSELF DOWN – PRAY FOR ME I DON’T FIT IN (Decca)

Da Londra un combo schizoide che da qualche anno percuote i propri ascoltatori con una mistura avvolgente di dance-punk e afrobeat. Anche loro ascrivibili a questo nuovo movimento etnocentrico e nu jazz londinese. Groove, melodie, atmosfere oscure, tra droni di synth e sax e derive di sub-bass ipnotizzanti. Tanta roba davvero come si suol dire.

BARNEY McALL – PRECIOUS ENERGY (Extracelestial Arts)

Pluripremiato pianista e compositore che arriva dall’Australia. Molto prolifico discograficamente ed attivo sulle due sponde dell’oceano Pacifico. Con uno stile che si distende tra be bop, modale ed anche fusion e funk. Comprende anche due bellissimi omaggi a due giganti come Stevie Wonder John Coltrane.Anche quest’ultimo lavoro è entrato nella nomination dei Grammy, categoria jazz. Il cast comprende anche la band jazz-funk Hiatus Kaiote, Fary Bartz ed altri ancora. Album ricco di energia, creatività, tutta imbevuta dei suoni di questo XXI secolo che arrivano da Londra, Chicago, Los Angeles, Berlino, Parigi e Melbourne.

ALINA BZHEZHINSKA & HIP HARP COLLECTIVE – REFLECTIONS (BBE)

Artista che arriva dalla martoriata Ucraina, suona l’arpa e l’ha sdoganata con successo nel jazz. Questo lavoro ne sublima il suo impegno, con dodici brani insieme a questo collettivo che rendono omaggio anche ad artisti del passato come Alice Coltrane e Dorothy Ashby che pionieristicamente introdussero l’arpa nella musica modale. Qui il sound generale riprende gli umori della Londra contemporanea, fiati e ottoni scintillanti su di un robusto e poliritmico tappeto ritmico. Reflections è un fiume in piena che segue la tradizione ma guarda anche al futuro con grande sfoggio di classe.

SNARKY PUPPY – EMPIRE CENTRAL (GroundUP Music)

Supercombo di diciotto elementi, pluricelebrato e premiato, specialmente nella dimensione live. Arriva dal Texas, capitanato dal bassista Michael League con il suo stile inconfondibile che affastella jazz, funk e rock con grande pregio stilistico. Questo tredicesimo album rende omaggio alle loro radici texane. Registrato live (come molti album della band) a Dallas è un divertente e trascinante scrigno di jazz, funk e r&b.Tra i più riusciti capitoli della loro osannata sagra musicale.

KOKOROKO – COULD WILL BE MORE (Brownwood)

Ottetto Londinese, con la particolarità di una sezione di fiati tutta al femminile che suona afrobeat e jazz funk non disdegnando qui e la sonorità latine. Questo è il loro lavoro d’esordio su long-player. Quindici tracce per un magma sonico ribollente tra yoruba, caraibico-latino, juju, soul, funk e jazz. Che suona molto contemporaneo ma anche senza tempo. Salutare.

BRANDOM COLEMAN – INTERSTELLAR BLACK SPACE (Brainfeeder)

Tastierista e cantante, arriva da Los Angeles ed è stretto collaboratore di quei geniacci di Flying Lotus e Thundercat, ma anche membro della band incredibile di Kamasi Washington che lo chiama “Professor Boogie“ per il suo stile di suonare sui tasti che sembrano danzare. L’album si riconnette idealmente con quel versante del funk che annovera George Clinton ed i suoi progetti, ma anche Herbie Hancock, George Duke ed i Weather Report. Brandon Coleman descrive il proprio lavoro come «il desiderio di creare musica per far divertire gli astronauti durante le loro missioni». Un album che guarda al futuro pur nel rispetto e nella passione della grande musica nera degli States.

KENDRICK LAMAR – Mr MORALE AND THE BIG STEPPERS (Pg Lang / Aftermath / Interscope)

Da oltre dieci anni leader del movimento rapper, pluridecorato e rispettato dai colleghi, critici e pubblico. Questo album è molto introspettivo, rivoluzionario nello sdoganare la psicoanalisi nel movimento rap. Musicalmente è intriso di sperimentazione, forse ha meno immediatezza dei suoi precedenti lavori, necessita di ripetuti ascolti. Ma quante emozioni è in grado di regalare!, Diciotto brani per un doppio album, d’altronde il profeta del rap è mancato cinque anni dalle scene e quindi c’è tanto da dire e da fare ascoltare. Un disco destinato a divenire una pietra miliare nel suo ambito artistico.

CHARLOTTE ADIGERY & BOLIS PUPUL – TOPICAL DANCER (Deewee)Cantante belga di etnia caraibica insieme a Bolis Pupulproduttore di Macao, entrambi già collaboratori da oltre un quinquennio con l’etichetta dei Soulwax per un album che contiene tredici tracce dalle tematiche sociali molto calde (appropriazione culturale, parità tra generi e razzismo), su di un panel musicale electro-soul. Il titolo esplicita subito il progetto “Topical“ con riferimenti ai temi divulgati nel disco e “Dancer” per l’impianto musicale fortemente dance oriented. Tra Prince e Talkin Heads.

DANGER MOUSE & BLACK THOUGHT – CHEAT CODES (BMG)

Danger Mouse produttore di grido (già con Gorillaz, Beck, Black Keys etc.) incontra il rapper Black Thought (frontman dei leggendari Roots).Tanto basta per incidere con una major un album ad alto budget, ricco di ospiti prestigiosi. Ma una volta tanto il progetto siffatto funziona e gira alla grande. Un sound oldschool, con beat energici e di tanto in tanto atmosfere un po’ oscure. Anche l’utilizzo dei sample (come si faceva un tempo) provenienti da materiali anni ‘60 e ‘70. Si tocca anche la jazz-lounge. Non è un disco che guarda al futuro, ma riprende il passato e lo rende attualizzato in maniera impeccabile. Molto consigliato.

NEUE GRAFIK ENSEMBLE – FOUDEN ROAD PART II (Total Refreshment centre)

Da Londra. Compositore, produttore e polistrumentista di consolidata reputazione. Il suo stile è fatto da un blend di jazz, house e hip-hop, con effluvi afro e certo mood parigino; tutto molto cool e contemporaneo. Questo è il sequel di un brillante album di successo del 2019 Foulden Road. L’album è dedicato a Adama Traore’, uomo di colore deceduto sotto la custodia della polizia a Parigi. L’album scorre bene e non cede nemmeno un istante alla noia arricchito anche da numerosi musicisti che prendono parte al progetto con maestria.

MONOPHONICS – SAGE MOTEL (Colemine)

Band che arriva dalla By Area, guidata dal cantante Kelly Finnigan dedita ad un gustoso e raffinato retro-soul a tratti anche psichedelico (genere per la verità molto in voga in questi ultimi anni). Questo è il loro sesto album in quindici anni di attività ed esce per una etichetta di pregio la “Colemine Rec.”. Praticamente un concept album che parla del leggendario Sage Motel, un luogo dove le persone sperimentano gli alti e bassi della vita, Finnigan definisce il suono dei Monophonics «un mix di heavy soul e rock psichedelico». Mentre la loro etichetta definisce la band come la migliore soul band psichedelica al mondo. Ascoltando questo album, possiamo dire che non pensiamo ci siano esagerazioni.

THE COMET IS COMING – Hyper-Dimensional Expansion Beam (Impulse!)

Combo che arriva da Londra ed appartiene a quel nuovo movimento musicale e culturale che ha rifondato il jazz liberando le gabbie espressive, quindi inserendo elementi di afrobeat, funk, elettronica, psichedelia hip-hop, ma anche punk e massicce dosi di improvvisazione. Nel contempo ridando fiato ai movimenti di emancipazione della popolazione di origine africana e caraibica. Definiscono il loro suono come “space funk apocalittico“. Il loro leader ed anche principale esponente di questo movimento è il sassofonista Shabaka HutchingsQuesto è il loro quarto album, che arriva a tre anni di distanza dal precedente. Un album che suona magmatico, frenetico, distopico. «Veicola un messaggio cosmico e crea la colonna sonora perfetta per la nostra convulsa epoca di cambiamenti», viene presentato dalle note dell’etichetta.

RAVYN LENAE – HYPNOS (Atlantic Rec.)

Album di debutto per questa giovanissima (23 anni) cantante che arriva da Chicago. Registrato lungo quattro anni (per via della pandemia) a Los Angeles. Ricchissimo di ospiti di prima grandezza della musica black a stelle e strisce. La musica è un raffinato melange di r&b alternativo, house , soul ed afrobeat. La sua voce ci ricorda da vicino Erykah Badu ma anche i falsetti di FKAuna voce capace di attingere ad una vasta gamma di registri vocali. Gran bel debutto.

Avvertenza per l’uso:

Nella trasmissione speciale di GROOVEBAG ON THE MIX in onda su http://www.radioregione100.it/ il 14 gennaio 2023, dalle 16:30 potrete seguirne le tracce estratte in questo stesso ordine di scaletta.

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