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Daniele Sepe: con la musica si fa politica

– Il poliedrico musicista napoletano porta venerdì 17 a Catania lo spettacolo “Conosci Victor Jara?” e il nuovo album “Poema 15” in occasione del cinquantenario dell’assassinio del cantautore cileno
– «Gli abbiamo già reso omaggio anni fa con un seguitissimo album e concerto dal vivo, oggi a 50 anni dalla sua scomparsa riteniamo ancora utile, e musicalmente incredibilmente piacevole, suonare la sua musica»
– «Io penso che la musica può essere altro che “ti amo, mi ami?” e che va resa giustizia a Jara continuando a cantare e cantare le sue straordinarie canzoni»

Cinquant’anni fa, il 16 settembre del 1973, Victor Jara, cantante, chitarrista, poeta, attore, venne assassinato nei bui giorni del sanguinoso colpo di Stato guidato dal generale Pinochet contro il legittimo governo, democraticamente eletto, del presidente Salvador Allende. Oggi lo stadio di Santiago de Cile dove Jara fu imprigionato insieme ad altre migliaia di giovani cileni porta il suo nome. Jara fu autore di numerosissime canzoni, testi teatrali, opere in cui fondeva musica tradizionale e musica classica, un autore ispirato e prolifico le cui composizioni sono state cantate da Robert Wyatt, Mercedes Sosa, Susanna Baca, Pablo Milanes, Joan Baez, e la sua opera resta ancora oggi viva e pulsante. 

Per ricordare il cantautore cileno Victor Jara, assassinato dagli sgherri di Pinochet nel 1973, nel settembre di cinquanta anni fa, Daniele Sepe ha fatto uscire Conosci Victor Jara? (Live), la registrazione di un concerto al Leoncavallo di Milano, con la presenza di Jose Seves (storico componente degli Inti Illimani) e Massimo Ferrante alle chitarre e Auli Kokko alla voce più un numero imprecisato di strumentisti dell’allora Art Ensemble of Soccavo. Il concerto faceva parte del tour di presentazione del disco omonimo, pubblicato nel 2000, con la Manifesto Dischi. Settanta minuti di musica (disponibili su Spotify e altre piattaforme), pescando a piene mani nel canzoniere dello sfortunato musicista di origine contadina (dalla sfrenata A cochabamba me voy fino all’evergreen Te recuerdo Amanda, il nome della madre che si portava il piccolo Victor quando andava a cantare sia alle feste in campagna o alle veglie funebri) mischiati con altri grandi classici di autori latinoamericani (come Calambito Temucano di Violeta Parra, Juan sin tierra di Josè Saldana o Procissao di Gilberto Gil, una sarabanda brasiliana di percussioni e fiati conclusa dai ritmi dei fujenti della Madonna dell’Arco).

«Gli abbiamo già reso omaggio anni fa con un seguitissimo album e concerto dal vivo, Conosci Victor Jara?, oggi a 50 anni dalla sua scomparsa riteniamo ancora utile, e musicalmente incredibilmente piacevole, suonare la sua musica e la musica tradizionale che lui riproponeva. Un viaggio nel suo mondo e nell’incrocio di culture, africana, europea e India, del Latino America», spiega Daniele Sepe che porterà lo spettacolo Conosci Victor Jara? e il suo seguito, il nuovo album Poema 15, venerdì 17 novembre (ore 21) al Teatro Sangiorgi di Catania per la rassegna Etna Folk Club, progetto dell’Associazione musicale etnea. Accompagnato dal suo ensemble. 

Il cantautore cileno Victor Jara, assassinato dagli sgherri di Pinochet nel 1973, nel settembre di cinquanta anni fa

Un concerto elettrizzante, con incendiarie tirate free-jazz, qualche rielaborazione di pezzi tradizionali e brani più conosciuti. Daniele Sepe è la napoletanità che si fonde con il jazz, il funk, le melodie mediterranee, il rock, il rap, in una contaminazione continua dove la vivacità e la forza dei suoni si accompagna ad una sentita critica sociale che non disdegna anche il gioco dell’ironia.

Conosci Victor Jara? è un modo per riscoprire il militante della gioventù comunista e componente della commissione cultura che narrava di vita quotidiana con quel linguaggio autenticamente popolare, quella vena folk che parla dei problemi della gente, con il canto dolce e la musica semplice e diretta della sua sei corde.

Chi dice che con la musica non si fa politica dovrebbe spiegarci l’accanimento dei militari fascisti cileni contro Victor Jara. Lo torturano, gli maciullarono le mani prima di finirlo in quello stadio di Santiago che doveva vederne molti di cileni torturati, stuprati e uccisi su commissione del premio Nobel Henry Kissinger. E io dico che il tempo non cancella proprio tutto, e che c’è da non dimenticare, e che la musica può essere altro che “ti amo, mi ami?” e che va resa giustizia a Jara continuando a cantare e cantare le sue straordinarie canzoni

Daniele Sepe

L’11 settembre 1973, il giorno del golpe contro il presidente Allende, Jara non rimase a casa ad ascoltare la radio, né cercò di fuggire ma andò all’università per organizzarsi insieme ai tanti compagni per i quali aveva composto e cantato la sua musica. Fu catturato, portato insieme a migliaia di persone nello stadio di Santiago, e dopo giorni di torture e di terrore, gli maciullarono le mani, lo trucidarono.

«Chi dice che con la musica non si fa politica dovrebbe spiegarci l’accanimento dei militari fascisti cileni contro Victor Jara», commenta Sepe. «Lo torturano, gli maciullarono le mani prima di finirlo in quello stadio di Santiago che doveva vederne molti di cileni torturati, stuprati e uccisi su commissione del premio Nobel Henry Kissinger. E io dico che il tempo non cancella proprio tutto, e che c’è da non dimenticare, e che la musica può essere altro che “ti amo, mi ami?” e che va resa giustizia a Jara continuando a cantare e cantare le sue straordinarie canzoni».

Conosci Victor Jara? (Live) è stato pubblicato quest’anno in contemporanea con la sua appendice: l’album Poema 15, titolo tratto da una composizione poetica di Neruda rielaborata in forma canzone dal cantautore Victor Jara. Oltre al cantautore cileno, ritroviamo brani di Silvio Rodriguez , Atahualpa Yupanqui (il cantautore a cui Paolo Conte dedicò Alle prese con una verde milonga), Rafael Hernández Marín, Ariel Ramírez, Félix Luna. Un disco pieno di colori e sfumature. 

Poema 15 rappresenta il manifesto dell’inclusione culturale e sociale espresso in parole e note, narrato e descritto attraverso una veracità comunicativa che colpisce profondamente. Il tutto speziato con colorazioni talvolta ancestrali, nuance evocative e, al tempo stesso, con sonorità moderne. Un’esplosiva miscellanea, dunque, che sintetizza brillantemente la fascinosa e prorompente personalità artistica del giovane che era sotto il palco dei primi Napoli Centrale.

Sul palco del Teatro Sangiorgi, accanto a Daniele Sepe (sassofono), Emilia Zamuner (voce), Pasquale Ruocco (chitarra e voce), Roman Gomez (chitarra), Piero De Asmundis (tastiere elettroniche), Antonello Iannotta (percussioni e voce) e Massimo Del Pezzo (batteria).

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