– La talentuosa artista napoletana il 23 febbraio a Palermo apre la rassegna che vuole creare una rete musicale nell’Isola. Il giorno successivo sarà a Messina. Alosi, Delvento e Bebo dello Stato Sociale gli altri ospiti
– La cantautrice partenopea mescola Eduardo De Filippo e Andy Warhol, Renato Carosone e Björk in una proposta ironica e frizzante, inventando un mondo fantasioso retrofuturista
È il momento di Napoli. Negli ultimi anni c’è stata una vera e propria rinascita della musica partenopea. Da Liberato ai Nu Genea sino a Geolier, per esempio, che stanno spopolando oltre i confini regionali dove a volte la musica in dialetto è circoscritta. E fra i talenti emergenti si sta facendo largo la sperimentatrice musicale Dadà, che abbiamo avuto modo di conoscere nel corso dell’edizione 2022 di X Factor.
Gaia Eleonora Cipollaro è cresciuta con la musica e il giorno in cui ha scelto di chiamarsi Dadà si è liberata del senso di responsabilità che si portava dentro fin da piccola, alla rincorsa di un sogno apparentemente troppo grande. Prima gli studi classici, poi le prime composizioni «perché scrivere era diventata un’esigenza», il bisogno di dover far bene, senza aver mai pianificato un piano B che non comprendesse uno strumento e un palco. Quindi il lockdown, dove di fronte a un computer, prova a produrre i suoi brani da sola per la prima volta, scoprendo che la risposta a quella ricerca di un’identità stilistica precisa era più vicina di quanto avesse mai pensato. Prende le sue radici, Napoli, le mescola alle influenze del mondo e crea quello che durante l’edizione 2022 di X Factor attira l’attenzione di Fedez, che tentò di trasformarla nella nuova Britney Spears. Fu eliminata prima della finale, vinta poi dai Santi Francesi, ma lasciò il segno.
«Dopo quell’esperienza ho sofferto di attacchi di panico, ora riparto grazie alla terapia e a Tarantina, l’ultimo femminiello», confessa nell’album Mammarella, pubblicato lo scorso anno. «Un disco che si è composto per istinto, da solo, nel tempo», spiega. «Racchiude sia brani che ho composto da più piccola, a 16 anni, sia brani che ho scritto due anni fa. Affronta il tema della dualità: maschio, femmina. Buono, cattivo. Quella dualità che viene solitamente narrata come gli opposti, ma che nel mio caso è dualità fluida. A testimonianza che tutte le doppie facce servono all’essere umano». La stessa dualità che si trova nella sua musica e nelle sue performance, che mettono Eduardo De Filippo e Andy Warhol, Renato Carosone e Björk.
Lo scorso gennaio ha pubblicato il nuovo singolo Doce doce. Una bossa nova “a umma a umma”, nella quale l’artista rielabora, nella parte del ritornello, lo storico jingle del caffè Kimbo. Doce doce è insaporito dall’inconfondibile atteggiamento sensuale e ironico di Dadà, che “sciuè sciuè” (veloce veloce) inventa un mondo fantasioso retrofuturista, che ha come protagonista il caffè e l’animus partenopeo. Un sound psichedelico incatenato a ritmi frizzanti, una miscela di sonorità innovative, calde ed ipnotiche accompagnate da lyrics rigorosamente cantate in dialetto napoletano, ormai diventato marchio di fabbrica del percorso artistico e musicale dell’artista.
«Per me la lingua napoletana non ha mai dovuto districarsi tra limiti, ma solo da pregiudizi», sottolinea. «Già Carosone era salito sull’Empireo con il napoletano e le sue hit mondiali, ma anche un brano dell’Ottocento come Funiculì Funiculà. Non mi sconvolgo più di tanto se oggi questa attrazione già esistente per la città di Napoli si stia rinnovando in un rinascimento multidisciplinare. Per me il napoletano è come il francese o l’inglese, inevitabilmente internazionale».
Per la cantautrice ogni aspetto della vita è un’occasione per fare arte, comunicare e condividere. Per Doce doce si è lasciata ispirare dalla capacità di dialogare con le immagini e la pubblicità di Andy Warhol, dando vita a un progetto di cui è stata direttrice artistica a 360 gradi, dalla musica all’immaginario fino alla cura di ogni dettaglio del videoclip. Il risultato è un tripudio di sonorità, colori e suggestioni, una follia pop art.
Il brano giunge in seguito a un 2023 ricco di soddisfazioni per Dadà, che intrapreso un tour ricchissimo di date con cui ha continuato a lasciare il segno con la sua eleganza, la sua personalità e il suo inconfondibile stile musicale. Un tour che per due date tocca la Sicilia aprendo venerdì 23 febbraio a Palermo la rassegna musicale “Onda Pop” che coinvolgerà le principali città della regione in eventi live di artisti nazionali e locali. Dadà sarà protagonista della data d’apertura al Mind House di Palermo e di quella successiva di sabato 24 febbraio al Retronouveau di Messina.
La rassegna proseguirà il 25 febbraio con Alosi, ex Pan del Diavolo, sempre al Retronouveau di Messina; con Delvento l’8 marzo al Rolling Stones di Trapani ed il 10 al Lizard Pub di Palermo; il 9 e 10 marzo sarà la volta di Bebo dello Stato Sociale rispettivamente al Mind House di Palermo ed al Retronouveau di Messina. L’obiettivo del progetto – frutto della collaborazione fra Mind, Tuma Records e Crox Concerti – «è quello di creare una rete interconnessa che alimenta il rinnovamento culturale e musicale nell’isola», spiegano gli organizzatori. «“Onda Pop” è più di un evento, è un invito a immergersi nella ricchezza della cultura musicale siciliana, a celebrare il nuovo e a connettersi attraverso l’espressione artistica».