Storia

Curamunì: noi sul palco del “Parodi”

Il duo siracusano racconta l’esperienza alla finale del prestigioso premio dove hanno ricevuto la menzione per la Migliore Musica
– «Sono stati giorni carichi di emozioni e di incontri con altri artisti. Abbiamo duettato e ci siamo commossi con Fausta Vetere»
«L’indomani del Premio abbiamo cantato per le vie di Cagliari. Un modo di ringraziare questa terra che, in tre giorni, ci ha dato tantissimo»
Roberta Gionfriddo e Maurizio Battista, ovvero i Curamunì

Conoscevamo da sempre il Premio Parodi e lo guardavamo come un riconoscimento importate per chi fa world music. Non eravamo certi però di voler partecipare, non sentivamo di avere le carte in regola, ci sembrava una cosa troppo grande. Ci siamo decisi ad inviare il brano e la domanda di partecipazione all’ultimo momento: a cinque minuti dalla scadenza dei termini per la partecipazione abbiamo premuto invio. 

Abbiamo scelto di partecipare al Premio con Semu, un brano che abbiamo molto nel cuore, non solo per il tono intimistico e il discorso esistenziale, ma anche perché è dedicato a nostra figlia, è una lettera, un’eredità che lasciamo a lei: è un incitamento a ricercare la nostra presenza anche quando non ci siamo, mettendosi in ascolto di ciò che non si vede perché, anche se quando moriamo siamo tutto e siamo niente, siamo, permaniamo nell’essenza delle cose. È il brano che più di tutti racconta chi sono oggi i Curamunì dal punto di vista musicale. Onoriamo il passato e accogliamo questo passaggio con un linguaggio che in parte allenta i legami con la tradizione e si fa tracciato di ciò che andiamo maturando, sintesi del messaggio che cerchiamo di veicolare con la nostra musica. 

I Curamunì durante l’esibizione alla finale del Premio Parodi: al centro Roberta Gionfriddo e Maurizio Battista, accompagnati da Alessandro Faro e Peppe Peralta

Non ci aspettavamo di essere selezionati. Sono arrivate quasi trecento proposte da tutta Europa e soltanto in otto sono approdate alla finale. Siamo consapevoli della ricchezza e della varietà delle proposte che il panorama della world music offre e sentivamo di confrontarci con grandi professionisti. Però umiltà vuol dire riconoscere che si compie il proprio lavoro ogni giorno con amore e autenticità, e con questo atteggiamento ci siamo approcciati al Premio, senza grandi attese.

Quando è arrivata la mail di risposta, in cui si diceva che il nostro brano era tra gli otto finalisti, siamo esplosi dalla gioia. È stato un regalo! Per noi Andrea Parodi è un gigante della world music ed interpretare addirittura un suo brano, ci ha commossi e onorati. Poi non potevano assegnarci canzone più in sintonia con lo spirito dei Curamunì: Astrolicamus è un pezzo pieno di magia e di sogno e di amore per l’altro. L’abbiamo interpretato con trasporto sincero. Abbiamo lavorato all’arrangiamento insieme a Giuseppe Peralta e Alessandro Faro, che suonano rispettivamente l’ukulele e la chitarra. Sono stati nostri compagni in questa avventura straordinaria. 

Oltre a Semu e Astrolicamus, abbiamo eseguito, sempre con il loro accompagnamento, un altro nostro brano, Epica: parla del viaggio che ognuno compie, all’interno della propria esistenza, per uscire dall’underworld e vedere la luce; citiamo Ulisse come emblema del viaggiatore per eccellenza, infatti nella prima stesura il brano aveva come titolo Ci rissi ad Ulissi. Il sodalizio artistico e l’amicizia con Giuseppe e Alessandro ci hanno permesso di sentirci sostenuti in questa impresa che ci appariva più grande di noi, così inaspettata. Abbiamo studiato insieme i brani, ci siamo preparati a lungo. Sono due musicisti straordinari, che vivono un rapporto intimo con il loro strumento e, nelle prove e sul palco, comunicano tutto il loro amore per la musica. 

Fausta Vetere

Sono stati giorni carichi di emozioni, di confronto importante con esperti del settore musicale, ma soprattutto di scambio con alcuni artisti con i quali è scattata una sintonia naturale, come Looping Greis di Madrid. Abbiamo duettato con Fausta Vetere, un’icona della musica popolare, il nostro idolo da sempre, e lì non siamo riusciti a trattenere la commozione. Già solo questo sarebbe bastato a dare senso al nostro viaggio. 

È stata un’emozione impagabile. Abbiamo sentito forte il calore del pubblico, che ci aspettava addirittura fuori dal Teatro, e questo ci ha fatto sentire ancora una volta come la musica riesce sempre a creare casa, a farsi ponte di emozioni, anche se abbiamo cantato in una lingua che non era la loro. 

Salire sul palco, tra i premiati, per ricevere la menzione per la Migliore Musica, ci ha fatti esultare. Abbiamo abbracciato con gioia Elena Ledda, direttrice del festival, e Valentina, la moglie di Andrea Parodi. È stato il coronamento di questa esperienza. Abbiamo trascorso il giorno successivo a cantare per le strade di Cagliari. Era il nostro modo di ringraziare questa terra che, in tre giorni, ci ha dato tantissimo. 

Siamo tornati a casa cantando, pieni di gratitudine verso l’universo e verso la musica. Continueremo ancora con il nostro percorso musicale con lo spirito di sempre, con l’amore per la musica e il desiderio di condividerla come rito collettivo in cui tutti curiamo il cuore e l’anima. Abbiamo tanti inediti nel cassetto e presto saremo felici di presentarli al pubblico. La musica è viva, è universale ed è cura. E ci preme ringraziare anche tutti coloro che ci hanno sostenuti e incoraggiati attraverso messaggi, attraverso i social, che hanno seguito la diretta streaming: siamo grati di tutto questo affetto e di poter condividere la nostra gioia e la nostra musica con tutti. 

I PREMIATI

Osso Sacro (Campania) ha vinto la XVI edizione del “Premio Andrea Parodi”, il prestigioso contest di world music che si è svolto dal 12 al 14 ottobre al Teatro Massimo di Cagliari. Ad Andrea Andrillo (Sardegna) il premio della critica, insieme alla menzione per il miglior testo. La menzione per la miglior interpretazione e quella per la miglior interpretazione di un brano di Andrea Parodi sono andate a Guido Maria Grillo (Campania), Hiram Salsano (Campania) ha portato a casa il premio della giuria internazionale, Looping Greis (Madrid) la menzione dei giovani in sala, mentre la menzione per la migliore musica è andata ai Curamunì (Sicilia).

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