Disco

Con Elodie la musica italiana ha un altro respiro

L’album pubblicato dopo la partecipazione a Sanremo 2023 è una delle migliori produzioni uscite negli ultimi anni dal mercato discografico nazionale. «Sono molto contenta, ci abbiamo messo due anni a produrlo e credo sia il disco più a fuoco che ho fatto finora», commenta la cantante, attrice e modella romana
La copertina di “Ok respira”

Elodie Di Patrizi, in arte semplicemente Elodie. Nasce nella borgata romana del Quartaccio da un padre artista di strada (da lui erediterà il suo istinto più puro d’artista) e da una madre creola ex modella e cubista (dalla quale prenderà invece il senso ritmico, dance e anche il tocco esotico, forse anche la bellezza, si perché Elodie è davvero bella!). Arriva al talent “Amici” nel 2015, al secondo tentativo. Non vince in quella edizione, ma conquista il premio della critica ed il premio RTL102,5. Di lì a poco il primo album che vende bene, trainato anche dai singoli estratti. Poi iniziano i tour, le condivisioni di palco con stelle dii prima grandezza della musica italiana (Loredana Bertè, Fiorella Mannoia, Emma Marrone) e il primo Sanremo nel 2017. Poi è un crescendo di popolarità. Fino all’ultima edizione di Sanremo dove, sul palco, dimostra tutta la sua sicurezza, la sua empatia con il pubblico. 

Intanto arrivano un secondo ed un terzo album This is Elodie (del 2020), campione di vendite grazie anche al singolo Andromeda, un lavoro che lascia intravedere la voglia dell’artista di emancipazione, di libertà creativa, di modernità. Seguiranno tanti altri tour, eventi e due partecipazioni alla kermesse di Sanremo nel 2020, e nel 2021 (come co-conduttrice). Poi arriveranno una serie di singoli, che diverranno parte del nuovo album, in una logica di marketing singolare ma crediamo vincente alla fine, lanciando un album da lunga distanza (2021): VertiginiProiettili (Ti mangio il cuore)TribaleDue (con il quale partecipa all’ultima edizione del Festival di Sanremo); Purple in the Sky (ultimo singolo a ridosso del lancio dell’album). 

Elodie Di Patrizi, nota semplicemente come Elodie, 32 anni, romana (foto Giampaolo Sgura)

Ok Respira è il titolo di questo LP che smarca Elodie da qualsivoglia zavorra produttiva italica, dimostrando come un artista pur partendo dai talent (che producono cantanti in catena di montaggio, generalmente con poca personalità, eccezione per Mengoni e appunto Elodie e pochissimi altri) possa evolversi, sviluppando un proprio linguaggio e cosa più importante acquisire una musicalità internazionale. Nel nostro panorama musicale, Elodie è in effetti l’unica cantante a poter competere sui mercati anglosassoni che da sempre dettano le direttrici musicali; superando con un balzo i recinti dei mercati “latin” dove per lo più la musica italiana è stata da sempre relegata da sempre. 

Ma come suona questo nuovo disco? Direi benissimo, alzate il volume perché è un disco deliziosamente “dance oriented”, pur restando nella comfort zone del miglior pop. Se vogliamo aggrapparci a riferimenti certi, possiamo farlo citando la migliore Madonna o anche con Kylie Minogue. «I miei ascolti da ragazzina sono sempre in qualche modo un filo rosso che ritorna», dichiara Elodie in una intervista. «Sono molto contenta, ci abbiamo messo due anni a produrlo e credo sia il disco più a fuoco che ho fatto finora. Ho fatto pace con tutti i miei ascolti da dodicenne, perché sono fan del pop anni Duemila: ci sono tanti riferimenti alle canzoni di quel periodo. Sono tornata a fare le ballad e ad essere introspettiva. Ok Respira è il mantra della mia vita, lo dico tutti i giorni. Quando riesci a respirare dentro le cose, le rispetti e ti rispetti. Ha dentro tutto, dal mio cantare di pancia alla cassa in quattro. Spero che si senta che è il disco più a fuoco che ho fatto finora. Io sono una donna fragile ma allo stesso tempo fiera delle mie fragilità. Racconto le mie paure con molta onestà ma anche fermezza. Spero di non essere una come tante», conclude Elodie.

All’ascolto del disco, possiamo tranquillizzare Elodie, tutto ciò si percepisce certamente. Il disco suona anche bene perché ha un ottimo team produttivo (Dardust, Mahmood, Federica Abbate, Davide Petrella ed Elisa) che riesce a sposare bene le istanze della leader: «Ho partecipato attivamente alla lavorazione», prosegue l’artista romana. «Quando nel 2017 partecipai a Sanremo avevo capito che quella non era la mia strada: l’interprete tradizionale era un percorso sbarrato. Avessi perseverato non avrei ricevuto pezzi di prima qualità da parte degli autori perché stavo entrando in un mondo già pieno di voci importanti. Ho cambiato, ho seguito quello che sentivo». 

Anche in ciò concorre la sua “rivoluzione”, ridisegnando il ruolo di una tradizionale interprete. Ovvio che non tutti i tredici brani riescono con il buco, ma è certo che alcune tracce toccano davvero vette di grande musicalità come Due, il brano sanremese, il più impegnativo vocalmente e per metrica, un midtempo electrodance, ben arrangiato, che parla di un amore finito male. Da lodare il coraggio dell’artista di portare nella kermesse popolar-festivaliera proprio questo brano. E poi Ok Respira che dà il nome all’album e alla cui scrittura ha partecipato la stessa cantante: parla d’introspezione e rinascita, permeato da sonorità electrodance. Il testo è in parte autobiografico, con uno sguardo ai diritti civili, citando Rosa Parks, attivista americana. Infine, il gran finale con tre ballad: VertigineUno come cento e, soprattutto, la conclusiva Proiettili (Ti mangio il cuore) con l’intervento di Joan Thiele, una valida cantautrice Italiana. Il brano è anche la colonna sonora del film Ti Mangio il cuore presentato a Venezia, dove la stessa Elodie partecipa come attrice. Musicalmente ha un forte richiamo al trip hop di Bristol dei primi anni Novanta e chiude più che degnamente un album importante per Elodie.

Gli altri brani sono Purple in the Sky, che la avvicina a certe sonorità dance pop di Madonna ed è scritto con Mahmood e Davide Petrella con la produzione di Dardust; i singoli di grande popolarità editi nel 2021 Tribale e Bagno a mezzanotte hit sul dancefloor e comunque con uno standard produttivo sempre elevato. C’è spazio anche per una traccia in stile reggaeton – Boy Boy Boy – con la firma musicale di Drillonaire che parla di un amore tossico.

Tutto l’album resta coeso all’interno di sonorità electrodance moderne e accattivanti. Una produzione tra le migliori uscite negli ultimi anni dal mercato discografico italiano e che ci lascia intuire quanta e quale strada potrà percorrere Elodie in Italia ma soprattutto all’estero. A proposito dichiara: «Provo a superare i miei limiti, spero di riuscirci». Se saprà mantenere questa persuasione, questa libertà creativa e questa visione internazionale, potrà contribuire ad ammodernare l’asfittica musica italiana, magari stimolando qualche altra artista che potrebbe essere sulla sua linea d’onda (una a caso? Madame).

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