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Brunori Sas, l’ultimo dei cantautori

«Ma nella mia testa resto sempre un giovane rocker di provincia, anche se dentro di me c’è sempre l’uomo della sagra di paese», scherza l’artista calabrese che giovedì 4 agosto sarà di scena al Teatro antico di Sanremo. «La mia canzone bocciata da Amadeus al Festival è stata scelta da Tiziano Ferro per il suo nuovo album»

Nel tour nei palasport, dove ha potuto dare sfogo alla voglia di cantare, ridere, commuovere, emozionare e soprattutto fare gioire le persone dopo due anni di sospensione causa pandemia, ha fatto «il rocker de noantri, il Bruce Springsteen delle Calabrie, il vecchio metallaro convertito malamente in cantautore», ride Dario Brunori, in arte Brunori Sas, quarantaquattrenne cosentino. «Ozzy Osbourne, i Metallica, gli Slayer: sono cresciuto ascoltandoli, per poi ritrovarmi a fare canzoni d’autore. Ma nella mia testa resto sempre un giovane rocker di provincia».

Dario Brunori, in arte Brunori Sas

Un po’ Springsteen silano, un po’ Rino Gaetano. E nella seconda veste affronterà il concerto di Taormina di giovedì 4 agosto: «Mi approccerò in modo più acustico», annuncia. «Mi muovo su due direzioni: da una parte ripesco dal repertorio quelli che per me sono pezzi fondamentali e dall’altra do la priorità a far stare bene il pubblico e al cantare insieme», spiega. «Dentro di me c’è sempre anche l’uomo della sagra di paese», ammette. Altro che Ozzy Osbourne e pipistrelli a colazione. 

In scaletta brillano Guardia ‘82 («È la mia Albachiara»), Come staiKurt CobainLa veritàCanzone contro la paura. Poi spazio all’album Cip!, pubblicato e subito fermato dalla pandemia, ed all’Ep Cheap!, «dischi in cui penso di aver in parte recuperato la scrittura delle prime canzoni», commenta. «Sono ritornato, insomma, alla necessità e all’urgenza di dieci anni fa senza farmi rinchiudere nella prigione delle parole».

Un percorso tra il riso e il pianto ove l’unica certezza è l’incertezza, tra brani cantati e intermezzi parlati, alternando profondità e leggerezza, sacro e profano, malinconia e gaiezza. Perché in fondo, come dice lui, “A volte basta una canzone/anche una stupida canzone/solo una stupida canzone/a ricordarti chi sei”: dunque può anche non rivoluzionare e cambiare il mondo – e anche questo non è poi così scontato – «ma può rivoluzionare e cambiare la vita di una persona, servire a consolare e a reagire in un determinato momento della vita. E questo è già un miracolo, in mezzo a tutto questo rumore», rimarca Dario Brunori.

Brunori Sas in concerto

Con cinque album alle spalle e senza le ingenuità degli esordi, Brunori ha uno stile rodato e personale ed è l’unico cantautore in grado di arrivare al disco di platino in Italia. È l’unico cantautore, se vogliamo. I compagni della nidiata del 2013 sono, sì, cresciuti artisticamente, ma o sono rimasti nella nicchia che costituisce la fazione indie nella divisione con l’itpop oppure hanno imboccato la più comoda via del pop, passando magari da Sanremo. Anche il Bruce Springsteen silano ha tentato la carta del Festival, con una canzone che aveva scritto per una cantante molto brava alla scorsa edizione, ma Amadeus l’ha messa da parte. È stata invece apprezzata da Tiziano Ferro che l’ha voluta per il nuovo album in uscita a settembre. «Tiziano Ferro l’ha sentita e ha detto: “Sai che ti dico? La facciamo noi due”». 

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