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Avitabile e Servillo, “contaminazioni felici”

“Duett” fra colossi della scena musicale nazionale domenica 6 ottobre sul palco del Teatro Sangiorgi di Catania. «Lo spettacolo è la trasposizione acustica della nostra musica. Che è composta di quattro elementi: parola, suono, gesto e danza». Omaggi a Modugno e De André

La scintilla scoccò a Sanremo. Fu al festival del 2018 che Enzo Avitabile e Peppe Servillo gettarono le basi per una collaborazione duratura, che domenica 6 ottobre alle ore 19 li porterà a Catania sul palco del Teatro Sangiorgi, ospiti della rassegna dell’Associazione musicale etnea. 

All’Ariston Avitabile non era mai stato, Servillo invece lì già aveva trionfato assieme agli Avion Travel. I due si presentarono in coppia con il brano Il coraggio di ogni giorno, ma poi non ne seguì immediatamente un tour. «Come dice Enzo, dopo il Festival non abbiamo avanzato la pratica che porta all’incasso dopo il passaggio tv», sorride Peppe Servillo. «Abbiamo preferito aspettare per far maturare questa collaborazione e riproporre in tour lo stesso spirito che ci aveva fatto incontrare in occasione di Sanremo». 

Nasce così il progetto Duett, titolo che può essere pronunciato in inglese ma anche nel loro dialetto, il napoletano. «Lo spettacolo propone il repertorio di Enzo, che è un repertorio d’autore che si appella alla sensibilità popolana ma anche con una impronta religiosa, legata al sentimento di fede. È un repertorio che confina molto con il senso della preghiera», spiega Servillo. «E poi c’è il mio repertorio, composto da brani che ho scritto io, con riletture e poi canto con lui. È un concerto di condivisione».

«Contaminazioni felici», interviene Avitabile. «Duett è la trasposizione acustica della nostra musica. Che è composta di quattro elementi: parola, suono, gesto e danza. Senza confini e artigianale. Emozioni e vibrazioni dal dialogo fra la mia musica e quella di Peppe, fino a creare un territorio comune, quel “common ground” del quale parlava Richie Evans». Quella terra comune che il sassofonista campano ha condiviso con James Brown, Tina Turner, Maceo Parker, Marcus Miller, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, Pino Daniele, Mory Kante, Manu Dibango, Khaled, Battiato, Guccini, Ligabue, Jovanotti, David Crosby, Bob Geldof, De Gregori, Renato Zero, Giorgia e via dicendo.

Da una parte la teatralità e la ricerca nella canzone d’autore di Peppe Servillo, dall’altra il linguaggio multietnico e gli idiomi del mondo di Enzo Avitabile, fresco di nomina ad ambasciatore del Mediterraneo. E Napoli per terra comune. Con un immancabile omaggio a Domenico Modugno da parte della voce degli Avion Travel e una inedita versione del sassofonista della canzone La guerra di Piero di Fabrizio De André.

Un “duett” fra colossi della musica nazionale (e non solo). Che innalzano una preghiera al cielo, «ma non in senso devozionale», precisa Avitabile. «Io sono un uomo del popolo e vivo la mia fede in modo confidenziale con il Signore. La parte devozionale è cantare, pregare come tutti, muoversi con il Signore come fosse un tuo amico, uno di famiglia. Io sono un cattolico praticante, ma è una fede che nasce dal popolo. Con la musica cerchiamo di portare più luce nel grossolano quotidiano. La musica è parte di un anelito a qualcosa di più alto». Insieme cantano l’anima del Sud, le sofferenze e le speranze degli ultimi, in un continuo rimando tra il passato e la modernità attraverso un personalissimo linguaggio musicale. «Il nostro live è un rituale collettivo di canzoni, melodie, strumenti e suoni che raccontano l’umanità».

Da sinistra: Peppe Servillo ed Enzo Avitabile

Sul palco Avitabile e Servillo sono accompagnati da Gianluigi Di Fenza (chitarra, elettronica) e Emidio Ausiello (percussioni). «È un concerto sulla linea della sobrietà, voluta da Enzo», dice Servillo. «Ci piaceva vincere questa sfida. È una formula che funziona anche in occasione di esibizioni davanti a grandi piazze».

«E sarà importante la partecipazione del pubblico», sottolinea Avitabile. «Gli spettatori fanno da sponda, sono l’altro giocatore di una partita a ping pong. La loro energia aggiunta ai suoni e alle parole crea la magia della musica».

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