Disco

Anche il jazz balla con la musica degli Chic

Il pianista Umberto Petrin rilegge alcuni dei successi più famosi firmati dalla coppia Edwards-Rodgers, inventori di un nuovo suono nell’ambito della musica disco-funk. Esce fuori un lavoro originale, nel quale le due estetiche si sposano alla perfezione. Un disco moderno e raffinato
La copertina dell’album

Non di rado capita che musicisti dell’area jazz provino a adattare il repertorio di artisti pop, rock o di musica soul e funk attraverso il loro consueto linguaggio espressivo. Il risultato non sempre è degno di nota. Ma se ad eseguirlo è un musicista che ha nelle sue “corde” quel genere musicale alternativo al jazz, che è appassionato a quello stile diverso dal jazz, in una parola si trova nella giusta dimensione d’ispirazione, allora il frutto risulta ben commestibile, apprezzabile e gustoso. È questo il caso del pianista “monkiano” di Casteggio (Pavia) Umberto Petrin che ha da sempre amato il funk e la disco-dance dei Settanta. Una scelta che nel suo caso può apparire “insolita”, considerando che questo musicista, diplomato in pianoforte al Conservatorio e che ha realizzato oltre ottanta album, premiatissimi dalla critica ed apprezzati dal pubblico, è considerato una delle figure più importanti del cosiddetto “jazz colto europeo”. 

Suonando con il gotha della scena più all’avanguardia del jazz (Rava, Berne, Konitz, Taylor e Bowie tra gli altri) Everybody Dance è una rielaborazione in chiave jazz della musica degli Chic, il gruppo statunitense fondato dal bassista Bernard Edwards e dal chitarrista Nile Rodgers, quest’ultimo inventore di nuovo suono nell’ambito della musica disco-funk, lontano da tutti gli stereotipi. 

Il disco prende il nome dall’omonima canzone di grande successo degli Chic del 1977 e che fu colonna sonora importante del giovane Petrin. Questo lavoro esordì in edicola in tiratura limitata per lettori della rivista “Musica Jazz” nel 2022, ma il successo fu tale che quest’anno si è deciso di affrontare il mercato ripubblicando l’album e mettendoci anche una bonus track. Prendono parte alla realizzazione del progetto anche Danilo Gallo al basso, Ferdinando Faraò alla batteria, Alessia Marcandalli (voce) e Giacomo “Jack” Zorzi al synth.Il loro contributo è davvero notevole per interpretazione ed interplay.

Le tracce sono riuscite rielaborazioni dei brani degli Chic dove le due estetiche quella di Petrin, un jazz colto, dal timbro moderno, e quella “manifesto” del soul funk dei Settanta di Rodgers & Edwards si sposano alla perfezione. Un’“operazione culturale” con cui l’autore ha posto attenzione a nuove aree della propria sensibilità, condensando molti elementi che appartengono alle sue diverse esperienze musicali e d’improvvisazione, tra brani poliedrici e altri più “ballabili”, evidenziandone le componenti di blues e soul. 

Nell’album, compaiono anche brani originali ricavati da frammenti tematici di Rodgers-Edwards. Così, guardando alla playlist, spiccano la title track, posta in apertura con il tema portante pianistico su cui si dipana l’improvvisazione degli altri strumenti in un divenire che si stempera su di un assolo di basso e poi giù verso il finale tutto di un fiato. Spacer, già di per sé perla del soul, acquista più lirismo in questa interpretazione in chiave jazz, con la vocalist sofisticata Marcandalli, impreziosita dal tappeto strumentale sempre all’altezza del miglior jazz, fino al finale che si apre a un tempo più swing rielaborando Space is the placecapolavoro di Sun Ra. Godono di una nuova benefica luce Soup for oneLost in MusicLet’s Dance di David Bowie ma con lo zampino degli Chic.

Il pianista Umberto Petrin scherza con una “mirror ball” tipica delle discoteche anni Settanta

Verso il finale con il medley di I feel your lovin comin’ on _My forbidden lover _ Rebels Are We che si apre con un duo pianoforte e voce di ricca sensibilità e poi sale di tensione con un sibilo di synth elettronico che si prende la scena fino al finale, nel mood di un soul sfumato ma sempre presente. I brani originali firmati da Petrin sono Everybody Trance, liberamente ispirato al successo Everybody Dance, l’intimista If you want, l’ariosa e blues Lost in a lonely woman, una delle meraviglie dell’album. L’inedito è tutto del pianismo nobile di Petrin che si prende la scena sul tema di Rebels are You degli Chic.

Per finire un cenno alla copertina, firmata da Marco Lodola, artista che, tra gli italiani, rappresenta pienamente il collegamento tra pop e concettuale.

Possiamo dire che non riproporre sul mercato discografico questa perla di album sarebbe stato davvero ingiusto, poiché a goderne saranno quanti affascinati dalla musica degli Chic potranno incontrare un pianista d’indubbio spessore ed il suo jazz moderno e raffinato.

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