– Sabato 23 marzo ai Cantieri culturali di Palermo il regista Andrea Aletta porterà il pubblico alla scoperta del musical cult
– Lo spettacolo che l’anno scorso ha festeggiato 50 anni continua a essere rappresentato nel mondo, accompagnato da rituali
– Punto culminante nella storia dei movimenti di liberazione sessuale, mescola horror con glitter rock
Tim Curry ricorda il momento in cui si rese conto che la sua interpretazione del Dr. Frank-N-Furter in The Rocky Horror Show, il precursore teatrale londinese del film cult del 1975, non era più solo sua. David Bowie e la sua allora moglie Angela erano tra il pubblico quella notte del 1973. Sul palco, Frank, lo scienziato pazzo alieno ipersessuale, era tenuto sotto tiro dai suoi ex servitori, Riff Raff (Richard O’Brien) e Magenta (Patricia Quinn). Stavano per sparare quando la signora Bowie gridò: «No, non farlo». Come ha ricordato Tim Curry, oggi settantasettenne, «quella fu la prima volta».
Da allora il mash-up musicale glitter rock di fantascienza è diventato un successo transatlantico, e in seguito il film più noto con il titolo leggermente aggiornato, The Rocky Horror Picture Show. Le battute scritte da Richard O’Brien, trapiantato in Nuova Zelanda, e quelle composte sul momento dai fan – in alcuni casi ripetute fino a diventare dei classici – sarebbero diventate inseparabili. Questa simbiosi ha fatto sì che Rocky Horror sia rimasto perennemente sugli schermi (inclusa una speciale proiezione all’aperto ad Halloween all’Hollywood Forever Cemetery di Los Angeles) da quando è stato distribuito per la prima volta in una sala quasi vuota più di cinquant’anni fa.
Gli inizi del musical cult furono infatti molto umili. The Rocky Horror Show è stato presentato in anteprima davanti a 63 persone il 19 giugno 1973 al Royal Court Theatre di Londra. L’attore Richard O’Brien scrisse la sceneggiatura mentre era annoiato, aspettando un lavoro nel suo appartamento di Londra. Voleva creare una parodia dei film trash americani di serie B degli anni Cinquanta, come quelli diretti da Jack Arnold, il maestro dei classici di mostri, horror e fantascienza, tra cui Tarantula e It Came From Outer Space.
Originariamente previsto per cinque settimane, da allora è stato messo in scena senza interruzioni. I fan hanno iniziato a trasformare lo spettacolo teatrale in un evento. Il musical è stato presentato anche da altri teatri, incluso uno a New York. Continuava ad attirare sempre più persone in costume, che lanciavano riso e altri oggetti di scena. Un anno dopo la prima del musical, O’Brien collaborò con il regista Jim Sharman per scrivere la sceneggiatura del film The Rocky Horror Picture Show, presentato in anteprima il 14 agosto 1975 a Londra.
Nel 1977, il film iniziò ad essere proiettato in Germania. All’inizio non ebbe particolarmente successo. Ma presto alcuni cinema hanno avuto l’idea di commercializzare il film come un “film di mezzanotte”. Ciò ha attirato molti frequentatori di feste – e il resto è storia del cinema.
Essendo uno dei primi musical di successo a rappresentare un’identità di genere fluida, The Rocky Horror Show rimane un punto culminante nella storia dei movimenti di liberazione sessuale. Secondo il quotidiano britannico Mirror, è stato visto finora da 30 milioni di persone in tutto il mondo. E la musica è ancora forte dopo cinquant’anni.
«È sorprendente che stia andando ancora forte. Non avrei mai pensato che avrebbe attirato un pubblico più vasto degli amici e di alcune persone che la pensano allo stesso modo, e ho pensato che avremmo esaurito quel potenziale pubblico molto rapidamente», ha commentato lo scrittore Richard O’Brien. «Ci sono molti Paesi in cui mi piacerebbe portarlo, Paesi autoritari che hanno ancora questa chiusura nei confronti dell’omosessualità. Mi piacerebbe andare in Russia per esempio. Darei la licenza gratis a chiunque volesse farlo lì».
A portare porta per la prima volta in Sicilia il celebre Rocky Horror Picture Show sabato 23 marzo alle ore 21 allo Spazio NOZ dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, è il regista Andrea Alletto. Il film cult verrà proiettato in sala con l’animazione della compagnia teatrale Velvet Darkness che coinvolge gli spettatori in quel fenomeno – tipico di questo spettacolo – che li induce a partecipare attivamente durante il musical di Richard O’Brien, sulle trascinanti note del Time Warp e l’ironia dei suoi personaggi.
Da decenni esiste un “protocollo” dello stesso pubblico per partecipare allo show e consiste nel vestirsi a tema con lo spettacolo, nell’urlare battute e nel portare da casa degli oggetti per interagire con le scene (un quotidiano, pistole ad acqua, torce, fischietti, trombette, maracas, stelle filanti, carte da gioco, riso…). È un episodio entrato nella leggenda, ad esempio, quello che accade durante una scena di matrimonio nel film. Gli spettatori cominciano a lanciare il riso in sala. Nel film, una donna bionda scende dalla macchina. Tiene un giornale sopra la testa per proteggersi dalla pioggia. Nel frattempo, nel cinema, le pistole ad acqua spruzzano acqua dappertutto mentre altri si tengono anche i giornali sopra la testa. La donna poi inizia a cantare. Quando canta “there’s a lighe”, il pubblico tiene in mano centinaia di accendini. La donna e il suo fidanzato entrano quindi in un castello dove si sta svolgendo una festa. Sullo schermo la gente balla Time Warp: gli spettatori si uniscono a loro. Quando a Rocky, la creatura del dottor Frank N. Furter, vengono tolte le bende, gli spettatori lanciano in giro la carta igienica mentre cantano le canzoni del film.
Nessun altro film è stato accompagnato da tali rituali di culto. Nessun altro film è noto per attirare i topi al cinema. Dopo pochi mesi, i parassiti iniziarono a invadere le sale a causa del riso lanciato durante le proiezioni.