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Alfio Antico come Figaro, da Procida all’Australia

Tutti lo vogliono, tutti lo chiamano, costringendo il percussionista lentinese a scelte difficili e amare: «Ho dovuto dire di no al progetto “The Gathering” per la Triennale di Milano. Ho pianto». A Matera per la versione “live” del suo primo album “Anima ‘ngignusa”. In ottobre al Premio Tenco. In novembre nel Paese dei canguri con “Ahiu Fami”, il “concerto gastronomico” in coppia con lo chef Chiaramonte

«Non si è creato uno spazio dove mettere la musica, ma è la musica che invade e definisce gli spazi». Così il presidente della Triennale Stefano Boeri annuncia la commistione o, meglio, la contaminazione di pop, voci africane, suoni ancestrali, basi techno, rock and roll che invaderà letteralmente la Triennale di Milano nell’intera giornata di domenica prossima. Dal sotterraneo all’ultimo piano circa 140 musicisti ed artisti, capaci dei più molteplici linguaggi, prenderanno parte a una performance e installazione globale. La Triennale stessa, dunque, con la sua architettura e i suoi spazi, ispirerà il paesaggio sonoro, le espressioni artistiche e la scaletta stessa degli interventi musicali e artistici eterogenei che porteranno i protagonisti dell’evento.

È il progetto del compositore, arrangiatore e produttore discografico Ferdinando Arnò, The Gathering, vincitore della Targa Tenco 2022 come “Miglior album collettivo”. «Vogliamo far vivere delle sensazioni che tocchino la pelle, le emozioni sono reali, sono qualcosa che succede», spiega Arnò. Il progetto musicale è racchiuso in un disco che vede la partecipazione di musicisti internazionali, secondo l’inclinazione cosmopolita di Arnò, in un intreccio che è assembramento creativo comune e, al tempo stesso, preciso intarsio stilistico di contenuti ed emozioni dinamiche.

Filo conduttore il batticuore del tamburo primigenio di Alfio Antico che attraversa tutta l’opera (in purezza nelle track TamburiOutro e La Maddalena) e si lega di volta in volta a brani sentimentali o marcette bandistiche con musicisti provenienti da tre continenti con la voce superba di Jon Kenzie, busker di Manchester scoperto nella metropolitana londinese, o quella della rapper di Brooklyn Dante Lennon o dei Cha Wa, band di nativi americani di New Orleans, e ancora i due zimbabwiani, Jospeh Chinouriri, leader della sezione fiati, e Daniel Gonora, cantante e chitarrista non vedente. A chiudere il cerchio, il frammento di una versione a cappella di The Click Song, con il Simple Impact Choir, intonata da Miriam Makeba durante una conferenza stampa in Italia, e il campionamento del canto antico dell’artista salentino Uccio Aloisi, che canta Santu Lazzaru.

«La pelle converte le sensazioni, le nostre sensazioni, in emozioni; una reazione naturale, spontanea. La consapevolezza delle emozioni diventa coscienza», spiega Arnò. «Ecco, ho voluto ripetere gli stessi passaggi con la pelle dei tamburi di Alfio Antico. La mia idea era quella di partire dal ritmo, dalle percussioni di Alfio, dalla sua ritmica ancestrale e futurista al tempo stesso. Da lì, come uno stilista, ho cercato di abbinare gli abiti, i colori, i profumi adatti. Il ritmo e il riff delle bande, che Alfio sa fare bene perché ha un twist in più, sono gli elementi caratterizzanti del disco. Catturare la sua capacità di tradurre il ritmo in gioia, di descrivere il suono del vento e delle onde del nostro mare supportato da artisti provenienti da tre continenti. Penso sia venuta fuori qualcosa di nuovo e di buono. Un Mediterraneo 2.0».

La Targa Tenco sottolinea il valore dell’operazione. «Il premio è una gioia», commenta Arnò, rivelando un aneddoto: «Ero insieme con Alfio in Puglia, avevamo fatto qualcosa di bello e, allora, gli chiesi. “Perché non partecipiamo al Premio Tenco?”. E abbiamo registrato l’album. È nato un progetto dal respiro internazionale, che comunque mantiene un suono mediterraneo».

Per l’evento milanese, il compositore pugliese, ma ormai milanese d’adozione, è riuscito a coinvolgere altri artisti: da Theo Blackmann a Melanie De Biasio, da Joan As Police Woman a Joseph Chinouriri, da Daniel Gonora a Lino Musella, da Jacopo Benassi a Dante Lennon, da Brother May a Jon Kenzie e IVI.

Grande assente, purtroppo, sarà proprio Alfio Antico, i cui tamburi parlanti erano stati già prenotati da Procida, la capitale della cultura 2022 dove si esibirà stasera, e, nel prossimo weekend, da Matera, dove sarà presentata una versione speciale “live” di Anima ‘ngignusa, il primo album del percussionista lentinese, registrato nel 2000 proprio nella Città dei Sassi. «Certo che avrei voluto esserci. Nella mia carriera non mi era mai capitata una situazione simile. Ti giuro che ho pianto», confessa amareggiato Alfio Antico, consapevole che la sua assenza sconvolge i piani dell’amico Arnò. «Purtroppo, non potevo cancellare gli impegni presi, altrimenti avrei dovuto pagare pesanti penali. Spero che l’evento si possa ripetere in occasione della consegna delle Targhe Tenco».

Alfio Antico, Amedeo Ronga e Raffaele Brancati i “tre caproni” di “Anima ‘ngignusa”

A Matera Alfio Antico incontrerà i compagni d’avventura con i quali registrò il suo primo disco. «Non ci sarà Paolo (Sorge, il chitarrista, ndr), perché impegnato in America, al suo posto ci sarà mio figlio Mattia. In effetti, Anima ‘ngignusa è nato in trio. Prima in duo con Amedeo Ronga al contrabbasso. Poi si aggiunse Raffaele Brancati ai fiati», racconta il lentinese. «È con loro due che nasce il progetto. Ci chiamavano i “tre caproni”, c’è anche un disegno», ride. «Soltanto alla fine arrivò Paolo Sorge, dando una forma compiuta all’immaginario poetico e musicale». 

Lo chef Carmelo Chiaramonte e Alfio Antico nello spettacolo “Ahiu Fami”

Nel disco alcuni brani popolari del repertorio del percussionista lentinese, come BaruléRe Bufé, Lettera d’amuri e la title-track, riproposti in versione “live” accanto a molti inediti. Canzoni che risuoneranno in novembre anche in Australia, dove Alfio Antico porterà Ahiu Fami, il “concerto gastronomico” ideato e realizzato insieme con lo chef modicano Carmelo Chiaramonte. 

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