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Al cinema. Travolti da un’ondata rosa

Arriva il tanto pubblicizzato film sulla bambola “Barbie”, influenzerà la moda di questa estate? “Cattiva coscienza” di Davide Minnella e una manciata di thriller fra le prime visioni della settimana

BARBIE commedia, diretto da Greta Gerwig, con Margot Robbie e Ryan Gosling.

Ambientato fantastico mondo di Barbie Land. Vivere qui significa non solo abitare nel luogo perfetto, ma essere anche perfetti, a meno che non tu stia attraversando una profonda crisi esistenziale… oppure tu sia uno dei Ken. Voto: 3,5 su 5

CATTIVA COSCIENZA commedia, diretto da Davide Minnella, con Francesco Scianna e Filippo Scicchitano. Durata 110 minuti.

Racconta la storia di Filippo (Filippo Scicchitano), un uomo generoso, fedele alla sua fidanzata e che ha un impiego di successo come avvocato. Ma è davvero possibile che una persona sia così perfetta? Sì, se la tua coscienza si chiama Otto (Francesco Scianna) ed è in grado di controllare ogni tuo movimento, nonché ogni tua scelta. Otto, come tutte le altre coscienze, vive in un mondo parallelo al nostro, nel Mondo Altro. Se le cose nella nostra dimensione non vanno bene di conseguenza neppure nel Mondo Altro la situazione è positiva. Qui risiedono tutte le coscienze umane, che molto spesso si sentono scoraggiate, demotivate, inascoltate, a parte Otto, lui è la miglior coscienza d’Italia. Segue il suo protetto Filippo con grande zelo, riuscendo a fargli ottenere punteggi altissimi. Un giorno, però, Otto arriva in ritardo sul suo posto di lavoro nel Mondo Altro. Basta questo lieve ritardo per far sì che Filippo in una manciata di minuti rovini tutto il suo duro lavoro, mettendo a soqquadro la sua vita. Quel giorno, infatti, è la vigilia del suo matrimonio e Filippo, sentendosi represso, decide di non seguire i consigli della sua coscienza. L’uomo si è innamorato di un’altra donna, Valentina (Matilde Gioli), e ha completamente perso la testa per lei. Otto si ritrova in difficoltà, perché deve risolvere ogni cosa prima che le Coscienze Superiori se ne rendano conto. Per sistemare il prima possibile e soprattutto al meglio le cose, la coscienza decide di andare sulla Terra per affrontare Filippo faccia a faccia, sperando che l’uomo torni in sé. Ma da vicino il confine tra Bene e Male si rivela essere molto più difficile da vedere: fare gli Esseri Umani è un lavoro davvero complicato, soprattutto se si mette in mezzo l’amore. Voto: 3,5 su 5

LA MALEDIZIONE DELLA QUEEN MARY horror, diretto da Gary Shore, con Alice Eve e Nell Hudson. Durata 114 minuti.

Segue una terribile storia che inizia nel 1938. L’artista David Ratch (Wil Coban) e la sua famiglia si trovano a bordo del maestoso transatlantico di lusso Queen Mary. Durante la traversata dell’oceano, l’uomo viene assalito da una diabolica furia omicida e stermina l’intera famiglia. Dopo questo tragico evento, la Queen Mary porterà con sé lo stigma della maledizione e attirerà la curiosità morbosa di molti. In tempi più recenti si organizzano viaggi e visite turistiche guidate a bordo della nave, accompagnati dai racconti dei fantasmi che ci abitano. Quando la famiglia Caulder e loro figlio Lukas (Lenny Rush) iniziano la traversata non sanno che la maledizione si abbatterà su di loro. Il bambino, armato di macchina fotografica, esplora per gioco i corridoi e i ponti della nave e si imbatte negli spettri dei morti che si impossessano della sua anima. I suoi genitori si trovano a dover affrontare il peggior incubo della loro vita per riuscire a salvare il piccolo Lukas. Riusciranno ad arrivare ancora vivi alla fine di questo lungo e maledetto viaggio? Voto: 3,5 su 5

AVANZERS – ITALIAN SUPERHEROES commedia, diretto da Cosimo Bosco, con Maurizio Mattioli e Ciro Villano.

Racconta come Gaetanos il distruttore dei mondi, aiutato dal suo esercito, sia determinato ad accaparrarsi a ogni costo la pietra del potere per poter dominare incontrastato sull’intero universo. Nessuno sembra riuscire a far fronte a questa tragica situazione, si preannuncia già la disfatta. Le superpotenze mondiali non sanno come fronteggiare la minaccia e capiscono che c’è un’unica possibilità, ossia chiedere aiuto a solo popolo che potrebbe ribaltare questa situazione: gli italiani.Tra sbandati, criminali “streghi” e uomini blatta mettono su un esercito per scendere in battaglia, facendo ciò che solitamente riesce loro meglio, ovvero risolvere i problemi con stile. Che lo scontro abbia inizio! Voto: 2,5

IL MISTERO DEL PROFUMO VERDE giallo, diretto da Nicolas Pariser, con Vincent Lacoste e Sandrine Kiberlain. Durata 101 minuti.

Umorismo, disincantato stralunato, fumetti, thriller e citazioni. Questo il menù del film di Nicolas Pariser al suo terzo film dopo The Great Game (2015), thriller sociologico e Alice e il sindaco (2019), commedia con protagonista uno straordinario Fabrice Luchini sindaco di Lione in crisi che trova aiuto in una giovane e brillante filosofa di nome Alice Heimann. Questa volta Pariser fa un film un po’ marziano, trasversale ai generi, pieno di citazioni hitchcockiane da La donna che visse due volte a Il sipario strappato con un incipit classico: un omicidio che avviene su un palcoscenico con tanto di vittima che sussurra al collega della Comédie-Française, Martin (Vincent Lacoste),  il nome dell’assassino. Da qui inizia questo thriller internazionale che vede come protagonisti il giovane attore, parecchio confuso, e Claire (Sandrine Kiberlain), disegnatrice di fumetti, incontrata per puro caso e coinvolta subito in questa sua avventura piena di colpi di scena. Che i due si innamorino a prima vista lo si capisce subito, più difficile invece immaginare questa immediata disponibilità di Claire a seguire Martin fin dentro il pericolo. Nel film tanta politica internazionale, ovvero un intricato complotto contro l’Europa da parte di Russia e Cina legato al nuovo prototipo di un software cinese, di nome Antracite, che compromette la stabilità europea generando incontrollate e destabilizzanti fake news. Dice il regista dell’anima politica dei suoi film: «C’è stato sicuramente uno sviluppo politico dal mio primo al terzo film, ma se in quest’ultimo sembra ci sia un minore interesse verso le cose della politica posso dire che non è affatto vero. Diciamo che in The Great Game la politica era rappresentata come una cosa molto elitaria, come una sorta di partita a scacchi, a cui non possono partecipare tutti e che esclude così i cittadini comuni. Il secondo film, invece, Alice e il Sindaco, metteva in luce la sfiducia sempre più diffusa nel sistema democratico e il progressivo deteriorarsi di ciò che avevamo fino a quel momento chiamato “sinistra”. Ora con Il mistero del profumo verdequesto fenomeno si è definitivamente compiuto: la fiducia verso la sinistra è del tutto persa». Frase cult: «Abbiamo ingannato la vostra generazione, vi avevamo promesso un buffet e invece quando siete arrivati era già finito tutto». Voto: 4 su 5

IL SUPPLENTE thriller, diretto da Diego Lerman, con Juan Minujín e Alfredo Castro. Durata 112 minuti.

Si svolge nella periferia di Buenos Aires. Lucio (Juan Minujín), è un professore di letteratura separato dalla moglie e con una figlia adolescente. Il suo sogno è quello di fare lo scrittore ed è perennemente in attesa di una cattedra all’università che non arriva mai. Il padre di Lucio, soprannominato Il Cileno (Alfredo Castro), si occupa della mensa comunitaria del quartiere e lavora a sostegno dei disagiati. In un momento di mancanza di motivazione e sconforto del figlio, Il Cileno gli propone una supplenza nella scuola di quartiere. A frequentarla sono ragazzi emarginati e dalle storie famigliari difficili.  Questo incarico, che inizialmente vive come un ripiego, si rivela essere profondamente stimolante per il professore. Lucio si dedica con passione all’insegnamento della letteratura e giorno dopo giorno si sente sempre più legato alla sua classe. Quando viene fuori uno scandalo per traffico di droga all’interno della scuola, deciderà di lottare in prima linea per proteggere i suoi alunni. Ma non sarà facile affrontare una violenta faida che va avanti da anni e che ha radici profonde nelle istituzioni locali. Voto: 4 su 5

PIGGY horror del 2022, diretto da Carlota Pereda, con Carmen Machi e Laura Galán. Durata 90 minuti.

Racconta la storia di Sara (Laura Galán), un’adolescente continuamente bullizzata dai suoi coetanei a causa del suo aspetto, perché in sovrappeso. Anche a casa per Sara le cose non vanno molto bene, infatti i suoi genitori e suo fratello non riescono a comprendere la sua sofferenza. È così che la giovane interiorizza tutto ciò che prova e si protegge dagli schiamazzi e le prese in giro indossando delle grandi cuffie. Un giorno, durante un’afosa estate, Sara sta trascorrendo del tempo nella piscina comunale, come molti altri suoi coetanei. Quello che dovrebbe essere il suo consueto tuffo viene seguito da offese, interrotto dalla presenza di uno sconosciuto in acqua e dai continui attacchi rivolti a lei da parte di tre ragazze. Mentre fa ritorno a casa, Sara si imbatte nuovamente nelle tre bulle e nota che sono insanguinate. Le ragazze sono state rapite e rinchiuse all’interno di un furgone, guidato dallo sconosciuto presente in piscina. È così che Sara si ritrova di fronte a una scelta da compiere: collaborare con la polizia e con i genitori delle tre giovani, rispondendo alle domande, oppure continuare il suo percorso senza soste, scoprendo il potere del desiderio e dell’appartenenza e la differenza tra vendetta e riscatto. Voto: 3 su 5

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