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Al cinema. Il Vaticano contro Crowe esorcista

Le uscite in sala. Il film è stato contestato dalla Santa Sede: «Troppo splatter senza senso». Il debutto da attrice di Giorgia in “Scordato” il nuovo film di Rocco Papaleo. Giovedì 13 aprile è la notte del “listening party” dei Metallica per l’uscita del nuovo disco “72 Seasons”. “Vite da sprecare” sulla ancora misteriosa strage di Alcamo Marina quando furono uccisi due carabinieri

L’ESORCISTA DEL PAPA horror, diretto da Julius Avery, con Russell Crowe e Alex Essoe. Durata 143 minuti.

Racconta la storia di Padre Gabriele Amorth, interpretato da Russell Crowe, un sacerdote realmente esistito divenuto capo esorcista in Vaticano e che nel corso della sua vita ha eseguito oltre 100.000 esorcismi. L’esorcista dovrà occuparsi della possessione di un giovane, ma indagando finirà con lo scoprire una cospirazione che dura da secoli e che il Vaticano ha sempre cercato di occultare. Gli esorcisti del Vaticano hanno criticato il film a causa dell’eccessiva e immotivata quantità di splatter presente. In una dichiarazione rilasciata il mese scorso, l’Associazione Internazionale degli Esorcisti (IAE) ha definito il titolo del film «pretenzioso» e ha affermato che la sua trama cospiratoria, simile a Il Codice Da Vinci, pone al pubblico «un dubbio inaccettabile» su chi sia «il vero nemico, il diavolo o il potere ecclesiastico». «Il risultato finale è quello di instillare la convinzione che l’esorcismo sia un fenomeno anormale, mostruoso e spaventoso, il cui unico protagonista è il diavolo, le cui reazioni violente possono essere affrontate con grande difficoltà», dichiara il gruppo. «Questo è l’esatto contrario di ciò che avviene nel contesto dell’esorcismo celebrato nella Chiesa cattolica in obbedienza alle direttive da essa impartite». Voto: 3 su 5

SCORDATO commedia, diretto da Rocco Papaleo, con Rocco Papaleo e Giorgia. Durata 104 minuti.

Racconta la storia di Orlando (Rocco Papaleo), un uomo dal carattere mite che lavora come accordatore di pianoforti. Da diverso tempo lamenta forti dolori alla schiena e si vede costretto a recarsi da una fisioterapista, Olga (Giorgia). Dopo un attento esame la donna individua il problema dei suoi malanni: si tratta di una contrattura “emotiva”. Per risolvere il problema, Orlando deve portare una sua foto da giovane a Olga, come punto di partenza per la terapia. Questa particolare richiesta porterà l’uomo a intraprendere un viaggio nel suo passato e rivivere la sua vita per scoprire in quale momento è diventato l’uomo che è oggi, solitario e pieno di contratture. Voto: 3,5 su 5

VITE DA SPRECARE drammatico, diretto da Giovanni Calvaruso, con Filippo Luna e Paride Benassai. Durata 86 minuti.

Ambientato in Sicilia nel 1976, racconta i tragici eventi passati alla storia sotto il nome di “Strage di Alcamo Marina”, dove persero la vita due giovani carabinieri, l’appuntato trentacinquenne Salvatore Falcetta e il carabiniere diciannovenne Carmine Apuzzo. I due sono stati uccisi brutalmente mentre stavano dormendo, ma in seguito ogni versione ufficiale rilasciata dai Carabinieri non convinse molto la stampa né, soprattutto, l’opinione pubblica. Oltre alla storia del duplice omicidio, viene raccontata anche l’estenuante indagine che seguì. Nella disperata ricerca di trovare i colpevoli della strage, vennero ingiustamente accusati cinque uomini – Giuseppe Vesco, Giovanni Mandalà, Enzo Ferrantelli, Gaetano Santangelo e Giuseppe Gulotta – alcuni dei quali al tempo minorenni. L’accusa portò a una condanna, dopo che furono costretti a confessare un crimine non commesso. Una strage rimasta un mistero e irrisolta, ma con dei falsi colpevoli mandati dietro le sbarre, come se gli inquirenti avessero chiuso il caso in modo frettoloso. Cosa accadde realmente quella notte è ancora oggi avvolto nell’ombra. Voto: 3,5 su 4

I PIONIERI commedia, diretto da Luca Scivoletto, con Mattia Bonaventura e Francesco Cilia. Durata 86 minuti.

È ambientato nella Sicilia del 1990 e racconta la storia di Enrico Belfiore (Mattia Bonaventura), un bambino cresciuto da due genitori appassionati di politica, in particolare del partito comunista. Enrico, però, non ha le stesse passioni della sua famiglia, anzi vorrebbe solo trascorre la sua giovinezza come un ragazzo qualsiasi senza l’ombra dei suoi genitori e l’etichetta di piccolo sovietico. È per questo motivo che un giorno scappa di casa per andare nel bosco, dove lo attende il suo amico Renato, intenzionato a rifondare il campo scout di stampo comunista “I Pionieri d’Italia” insieme ad altri coetanei. La fuga da casa sarà per i ragazzi una sorta di rito di passaggio all’adolescenza, che permetterà loro di iniziare un percorso di crescita, durante il quale si renderanno conto che le certezze che li avevano protetti e con cui avevano vissuto fino a quel momento non sono mai state così sicure. Voto: 3 su 5

AS BESTAS thriller, diretto da Rodrigo Sorogoyen, con Denis Ménochet e Marina Foïs. Durata 137 minuti.

Racconta la storia di una coppia francese di mezza età, Vincent e Olga (Denis Menochet e Marina Foïs), che si trasferisce in un villaggio nel cuore della campagna galiziana. Il loro intento è entrar maggiormente in contatto con la natura, coltivando ortaggi e riabilitando case abbandonate. La loro presenza e la loro visione idilliaca, però, disturba alquanto la gente del posto, in particolare i loro vicini di casa. La loro casa, infatti, confina con quella di due fratelli: Xan (Luis Zahera), un uomo noto per essere inflessibile, e Lorenzo (Diego Anido), che a causa di un incidente subito in giovane età, ha capacità mentali ridotte. Le ostilità si acuiranno quando Vincent e Olga si opporranno alla realizzazione di un impianto eolico su un appezzamento di terreno nei pressi della loro tenuta, bloccando il progetto. Il loro rifiuto scatenerà non solo l’odio, ma anche la violenza dei loro vicini, in particolare di Xan, che vorrebbe ricavarne abbastanza denaro così da permettere a lui e alla sua famiglia di lasciare la campagna per una vita migliore. Voto: 4 su 5

METALLICA: 72 SEASONS GLOBAL PREMIERE musicale, con Metallica. Durata 120 minuti. 

È la notte del “listening party” organizzato dalla band in tutto il mondo in occasione del loro dodicesimo album in studio, 72 Seasons. Il film porterà al cinema in una sola notte l’album in una immersi va e travolgente esperienza di oltre 77 minuti, durante la quale si potrà ascoltare 72 Seasons per intero. Ogni canzone verrà accompagnata da un video musicale e seguita da un commento esclusivo della band stessa, che ha dedicato questa serata ai suoi fan, che potranno non solo ascoltare, ma vivere in anteprima l’album (in uscita il giorno successivo). 72 Seasons contiene dodici tracce ed è il primo album di inediti della band dai tempi di Hardwired…To Self-Destruct (2016). Voto: 4 su 5

PASSEGGERI DELLA NOTTE drammatico, diretto da Mikhaël Hers, con Charlotte Gainsbourg e Quito Rayon Richter. Durata 111 minuti.

Il film prende il via subito dopo la storica elezione di Mitterrand nel 1981, quando Elisabeth (Charlotte Gainsbourg) si ritrova separata dal marito ed è in cerca di un lavoro per mantenere i due figli adolescenti Matthias (Quito Rayon Richter) e Judith (Megan Northman). Dopo aver scritto alla conduttrice radiofonica Vanda Dorval (Emmanuelle Béart), l’inquieta Elisabeth riesce a trovare un impiego da centralinista nel suo programma che ascolta durante le notti insonni. Un lavoro di ascolto di chi, proprio come lei, ha una vita di traverso, qualche grossa ferita e un cuore da gatto randagio. Tra ordinarie esperienze quotidiane e qualche amore la famiglia di Elisabeth cresce, trovando anche il tempo di accogliere la giovane Talulah (Noé e Abita), ragazza dal passato difficile senza casa e in cerca di un rifugio. «Questo film parla di separazione, di assenza, di tempo che passa, è un lavoro piuttosto dolce e malinconico», spiega il regista. «Anche se, secondo me, ci sono cose più oscure che funzionano in modo sotterraneo e che irrigano il film. C’è, ad esempio, lo spettro della malattia per il personaggio principale, una malattia che ha avuto in passato. E poi c’è questo personaggio di Talulah, una giovane donna marginale che non ha mai conosciuto il senso di appartenenza». Perché il tema del dolore in tutti i suoi film? «Ho difficoltà a spiegarlo», risponde il regista parigino. «Quando comincio a scrivere, i temi della separazione, della scomparsa, si presentano sempre in un modo o nell’altro. Cerco di trattarli in modo che siano comunque orientati alla vita, nel senso che i periodi di dolore fanno comunque parte di questa. Certo c’è qualcosa della Nouvelle Vague nei miei film, quello che preferisco tra i suoi registi e che mi parla di più è Éric Rohmer». Come definire il suo cinema? «È delicato, ma spero anche abbastanza sensoriale». Voto: 3 su 5

THE BEAT BOMB documentario, diretto da Ferdinando Vicentini Orgnani. Durata 83 minuti.

Documentario nato dall’incontro, avvenuto nel 2007, tra il regista con il poeta statunitense Lawrence Ferlinghetti, deceduto nel 2021. L’amicizia diventa una collaborazione tra Roma e San Francisco. Ferlinghetti è noto per essere stato l’editore della Beat Generation, nonché un catalizzatore capace di ideare e portare avanti con fermezza un progetto politico-culturale rigoroso. Il documentario è l’eredità della sua voce, quella della bomba Beat che si opponeva a “the military industrial complex”, la lobby contro cui perfino il presidente Eisenhower, nonostante fosse un ex generale, aveva tentato di contrastare invano. In una delle sue poesie Ferlinghetti auspica che il potere delle parole dei poeti possano rispondere alle sfide di questi tempi così apocalittici. Voto: 3,5 su 5

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