La notte del 13 aprile sarà possibile ascoltare al cinema il nuovo album “72 Seasons” integralmente e con un suono immersivo. Un disco intenso, che va duro praticamente per ogni secondo dei suoi 77 minuti di durata
«Un processo di guarigione», così Robert Trujillo racconta la genesi di 72 Seasons, l’epopea metal in uscita il 14 aprile che segna il ritorno dei Metallica. «Uno dei dischi più importanti del gruppo», dice il bassista in una lunga intervista pubblicata sul sito della band in cui suona dal 2003, spiegando che «ogni nota suonata è una dichiarazione che viene dall’anima e dal cuore di ciò che siamo e di ciò che abbiamo attraversato nell’intero processo».
L’album è nato in pandemia, dopo l’interruzione del tour a fine 2019 per i problemi con l’alcol del cantante e chitarrista James Hetfield. Privo di ballad, è un disco intenso, che va duro praticamente per ogni secondo dei suoi 77 minuti di durata. La frastagliata traccia del titolo di apertura spinge l’acceleratore fin dall’inizio con James Hetfield che mitraglia testi concisi e vividi. D’altronde i Metallica sono sempre stati gran maestri nell’arte del riff massiccio, pieno di groove, e delle canzoni dalla struttura complessa.
Oggi, tutti sessantenni, riflettono sul tema della crudeltà della giovinezza e dei pericoli insiti nel processo di crescita. Il brano che apre e dà il titolo all’album, 72 Seasons, della durata di sette minuti e mezzo, sembra proiettare Hetfield – che lo scorso agosto ha divorziato dalla moglie Francesca dopo un matrimonio durato un quarto di secolo – alla sua infanzia, ai genitori che lo hanno cresciuto secondo i rigidi principi dello scientismo cristiano e si sono poi separati quando aveva 13 anni, alla madre morta troppo presto e al padre che lo ha abbandonato. «I primi 18 anni della nostra vita sono quelli che formano il nostro vero o falso io», spiega il cantante. «Il concetto del “chi siamo” che ci è stato detto dai nostri genitori. Una possibile etichettatura del tipo di personalità che siamo. Credo che la parte più interessante di tutto questo sia lo studio continuo di queste convinzioni di base e di come esse influenzino la nostra percezione del mondo di oggi. Gran parte della nostra esperienza adulta è una rievocazione o una reazione a queste esperienze infantili. Prigionieri dell’infanzia o liberi da quei legami che ci portiamo dietro».
Tra titoli come If Darkness Had A Son, Screaming Suicide e Lux Æterna, l’album scritto da Hetfield, Lars Ulrich e Kirk Hammett si presenta come un invito ad affrontare i propri demoni interiori. «L’intenzione è parlare dell’oscurità che ci portiamo tutti dentro», spiegano i Metallica parlando di Screaming Suicide. «È ridicolo pensare che dovremmo negare di avere simili pensieri. A un punto o in un altro, tutti ci hanno pensato».
Per presentare ai fan il loro dodicesimo album di studio, i Metallica hanno pensato a un “Listening Party”: la notte del 13 aprile sarà possibile ascoltare al cinema 72 Seasonsintegralmente e con un suono immersivo. Ogni nuova canzone sarà accompagnata da un video e da un commento esclusivo della band, che presenterà l’album dal vivo in un tour mondiale che partirà il 27 aprile da Amsterdam e che vedrà la band suonare due serate in ogni città visitata, con due scalette e formazioni di supporto completamente diverse. Una parte del ricavato di ogni biglietto venduto andrà alla fondazione All Within My Hands dei Metallica. Creata nel 2017, ha raccolto quasi 13 milioni di dollari e sostenuto diverse cause, da programmi di carriera e istruzione tecnica negli Stati Uniti alla lotta all’incertezza alimentare.