Le uscite settimanali. Dal Giappone arriva il fenomeno “One Piece”, diventato un successo globale: ha già incassato oltre 180 milioni e mezzo di dollari. «In questo film c’è la bellezza di aprire di più questi mondi anche al pubblico femminile. Io ci ho visto anche tanti riferimenti ad alcuni cartoni anni Ottanta nei quali la musica aveva un ruolo centrale», dice Renato Novara, doppiatore del personaggio. In programma anche un Michele Placido nonno in “Orlando” e Claudio Bisio in “Vicini di casa”
ONE PIECE FILM: RED anime, diretto da Gorô Taniguchi. Durata 115 minuti. Voto: 3,4 su 5
A sfidare i kolossal Disney che dominano al botteghino, dal Giappone arriva una saga lunga 25 anni che conquista sempre più spettatori: è il fenomeno One Piece, creato nel 1997 da Eiichiro Oda: il manga più venduto di sempre (oltre 500 milioni di copie nel mondo, in Italia esce con Star Comics), diventato anche un anime nel 1999 trasmesso in ottanta Paesi, e entrato nel Guinness dei primati come serie a fumetti disegnata da un singolo autore con la maggior tiratura. Un successo reso globale anche dai film animati prodotti dal 2000 e arrivati a quindici con questo diretto da Goro Taniguchi, autore anche, oltre 23 anni fa, della prima trasposizione della saga in anime.
In Giappone il film ha incassato oltre 18 miliardi e mezzo di yen (per incassi nel mondo totali finora di oltre 180 milioni e mezzo di dollari) che l’hanno reso il nono film giapponese di maggior incasso di tutti i tempi. Inoltre, è il film della saga con il maggior incasso di sempre e il titolo di maggior successo dell’anno nel Paese, dove si assesta anche come il sesto film anime e il nono film nella classifica generale con il maggior incasso di sempre. Un nuovo capitolo della saga fantasy action adventure animata che punta su due novità: fare della musica e delle canzoni uno strumento narrativo, e introdurre una figura femminile forte, la carismatica star globale del pop, Uta, ideatrice di una visionaria e disperata utopia (scaturita da un segreto e un trauma), che mette a rischio la sopravvivenza dell’umanità. Il tutto in un mondo caotico e in bilico percorso da pirati moderni, ricoperto quasi interamente dagli oceani, con un unico continente, la Linea Rossa. Una realtà nella quale il protagonista è da sempre il giovane eroe/antieroe Monkey D. Luffy che sogna di diventare il re dei pirati (come il suo idolo/mentore ideale Shanks il rosso, da cui ha avuto l’iconico Cappello di paglia). Oltre alla sua irrefrenabile energia e vitalità, ciò che permette a Luffy di sopravvivere a tante pericolose avventure è l’avere un potere speciale ottenuto grazie a uno dei frutti del diavolo, il Gom Gom, che ha trasformato il suo corpo, donandogli capacità infinite di estendersi e deformarsi.
«Luffy ha avuto un’evoluzione sia psicologica che fisica. Una crescita dovuta alle tante persone che ha incontrato, e che ha fatto entrare nella sua ciurma» spiega all’agenzia Ansa Renato Novara, doppiatore del personaggio anche nella serie anime. «Nel film c’è un mescolarsi continuo di passato e presente, con Luffy bambino e adulto, che rincontra Uta. Con lei riviene fuori il profondo rapporto d’amicizia, nato quando erano piccoli anche se si trovano stavolta ad essere uno contro l’altra». Per Novara «attraverso il personaggio di Uta, in questo film c’è la bellezza di aprire di più questi mondi anche al pubblico femminile. Io ci ho visto anche tanti riferimenti ad alcuni cartoni anni Ottanta nei quali la musica aveva un ruolo centrale».
Per l’attore e doppiatore uno dei motivi del successo della saga «sta nell’accrescere sempre di più i personaggi, cambiandone le dinamiche, ad esempio da nemici ad amici. In One Piece Film: Red si aiutano varie forze che prima si combattevano». Un altro elemento fondamentale è il fatto che i personaggi nell’arco della saga «siano impegnati in una sorta di caccia al tesoro, con l’ideatore Oda, che dà solo spunti su quale sia “il premio” che tutti cercano. Io ero convinto che fosse un valore ideale, l’amicizia, invece lui ha da poco detto che è qualcosa di materiale… un premio che secondo me si raggiungerà solo quando saranno tutti uniti e la ciurma sarò enorme».
ORLANDO drammatico, diretto da Daniele Vicari, con Michele Placido e Angelica Kazankova. Voto: 4,1 su 5
Racconta la storia di un anziano e una bimba, il primo di nome Orlando (Michele Placido) e l’altra Lyse (Angelica Kazankova). Orlando vive in un paesino tra le montagne del centro Italia e, a contrario di molti altri suoi compaesani e di suo figlio emigrato a Bruxelles, non ha mai voluto abbandonare la sua terra. Quando, però, dal Belgio arriva una chiamata nella quale il figlio gli chiede aiuto, l’uomo si vede costretto per la prima volta in tutta la sua esistenza a mettersi in viaggio. Giunto a Bruxelles, Orlando scopre di essere nonno della dodicenne Lyse. Inconsapevolmente nonno e nipote dovranno fare lo stesso percorso, ovvero affrontare il presente e tutto ciò che ne deriva, nonostante abbiano vissuto finora lontani e in modo differente, uno in un mondo rurale nei pressi di un paesino, immerso nella campagna, e l’altra in una metropoli europea. I due sono quanto di più distante ci possa essere, ma capiranno con loro grande sorpresa di avere bisogno l’uno dell’altra.
LA PRIMA REGOLA drammatico, diretto da Massimiliano D’Epiro, con Marius Bizau e Haroun Fall. Durata 96 minuti. Voto: 3,8 su 5
Racconta uno spaccato del periodo storico che stiamo vivendo: una scuola superiore di periferia, strutture, studenti e corpo docente sono lo specchio esemplare di una depressione sociale ed economica che sembra irreversibile. A peggiorare la situazione, a pochi metri dalla scuola, tra le case del quartiere, lo “Zoo”, uno centro di assistenza ai migranti diventato con gli anni un campo profughi permanente. Un professore viene chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti sospesi per motivi disciplinari. Si incontrano ogni pomeriggio, quando fuori è già buio, all’interno di un’aula di periferia dove, dopo l’ostilità e la diffidenza iniziali, il professore riesce a conquistare la fiducia dei ragazzi e ad ottenere risultati sorprendenti. Ma quando scoppiano gli scontri tra popolazione e migranti, la situazione gli sfugge rapidamente di mano. La città viene invasa dai militari, dai giornalisti, dai manifestanti. La tensione cresce. Vengono fuori tutte le contraddizioni di una società abbandonata a sé stessa. In questo quadro desolante i conflitti che covano nella scuola e negli animi degli studenti esplodono tragicamente.
TRA LE ONDE drammatico, diretto da Marco Amenta, con Sveva Alviti e Vincenzo Amato. Durata 94 minuti. Voto: 4,7 su 5
È la storia di Salvo e Lea (Vincenzo Amato e Sveva Alviti), che intraprendono un viaggio nella notte, circondati da una natura pietrosa e scura. Durante questo cammino in un crepuscolo apparentemente senza fine, i due si confrontano sul loro passato, vivendo stati di rancore accompagnati dalla voglia di amare. La loro relazione pian piano si fa sempre più ambigua, enigmatica e oscura. Contemporaneamente un cadavere riemerge tra le onde di fronte a Lampedusa, è il corpo di chi ha cercato, fallendo, di trovare in Italia una soluzione, una vita migliore. Nelle sue tasche grondanti è nascosto qualcosa: si tratta di frammenti di pensieri, indirizzati a una donna, a cui il morto dedicava il suo grande amore e con cui sperava di ricongiungersi. Ma chi è questa donna misteriosa? E, soprattutto, dov’è?
VICINI DI CASA commedia, diretto da Paolo Costella, con Claudio Bisio e Vittoria Puccini. Durata 83 minuti. Voto: 3,8 su 5
È ambientato in un appartamento romano, precisamente nell’abitazione di Giulio e Federica (Claudio Bisio e Vittoria Puccini). La coppia è sposata da diverso tempo, ma non sono più affiatati come all’inizio, anzi si parlano il meno possibile e quando ciò accade è solo per battibeccare e discutere. In poche parole: non fanno altro che litigare. Quando decidono di invitare a cena i loro nuovi vicini di casa, Salvatore e Laura (Vinicio Marchioni e Valentina Lodovini), che abitano nell’appartamento sopra il loro, Giulio e Federica si rendono conto quanto l’altra coppia sia affiatata, passionale e piena di vita, tutti aggettivi che non li riguardano. È a quel punto che alla coppia veterana viene l’idea di proporre ai vicini qualcosa di irriverente, destinato a dare una svolta alla serata e a cambiare la loro vita per sempre.
FOREVER YOUNG commedia, diretto da Valeria Bruni Tedeschi, con Louis Garrel e Nadia Tereszkiewicz. Durata 126 minuti. Voto: 4,2 su 5
È ambientato verso la fine degli anni Ottanta e racconta la storia di tre ragazzi ventenni: Stella, Etienne e Adèle. Dopo aver sostenuto e superato l’esame per essere ammessi alla rinomata scuola di recitazione, fondata da Patrice Chéreau e Pierre Romans al Théâtre des Amandiers di Nantere, i tre giovani si sentono finalmente liberi di poter vivere pienamente la loro giovinezza. Immersi in quel vortice che è la vita a 20 anni, Stella, Etienne e Adèle si ritrovano ad affrontare passioni, amori, grandi cambiamenti, ma dovranno fare i conti anche con la loro prima tragedia.
NESSUNO DEVE SAPERE commedia, diretto da Bouli Lanners, con Michelle Fairley e Bouli Lanners. Durata 99 minuti. Voto: 3,6 su 5
Il protagonista Phil, un robusto e tatuato belga ultracinquantenne, da tempo si è rifugiato in mezzo alla bellezza selvaggia e genuina dell’Isola di Lewis, in Scozia, nell’arcipelago delle Ebridi, fuggendo da chissà quale misterioso o controverso passato. Da anni l’uomo, taciturno e solitario, lavora presso una fattoria che alleva montoni, che fa capo ad una antica famiglia di protestanti nativi del luogo. Un giorno l’uomo viene colto improvvisamente da un ictus, che lo lascia inerme a pochi passi dal mare. Soccorso e portato in ospedale, si riprende, ma l’amnesia totale che il colpo gli ha procurato, lo rende vulnerabile ed incerto, al punto da dover essere inizialmente sorvegliato in modo pressoché costante. Ci penserà la matura ma ancor piacente figlia dell’anziano e severo proprietario della fattoria ad occuparsi di Phil. Poco per volta gli racconterà della relazione segreta che sarebbe intercorsa tra loro prima della malattia…
RIUNIONE DI FAMIGLIA – NON SPOSATE LE MIE FIGLIE 3 commedia, diretto da Philippe de Chauveron, con Christian Clavier e Chantal Lauby. Durata 98 minuti. Voto: 2,9 su 5
Racconta la storia Claude e Marie (Christian Clavier e Chantal Lauby), ormai rassegnatisi a sopportare i matrimoni misti delle loro figlie, sposate con uomini di origini e religioni differenti. I due hanno notato, però, che i loro generi e le rispettive mogli, nonostante si siano sposati e abbiano una loro vita, sono sempre tra i piedi tra inviti, cene e quant’altro; soprattutto Claude non riesce a più sopportare la loro presenza ingombrante e vorrebbe avere del tempo da trascorrere da solo con sua moglie. Quando la coppia festeggia i primi quarant’anni di matrimonio, le loro quattro figlie decidono di organizzare una grande festa, invitando anche le famiglie dei loro mariti. È così che Claude e Marie si ritroveranno la casa invasa di persone, tra i genitori di Rachid, David, Chao e Charles, che non sembrano andare molto d’accordo tra loro.
MONICA drammatico, diretto da Andrea Pallaoro, con Trace Lysette e Patricia Clarkson. Durata 110 minuti. Voto: 3,2 su 5
È la storia di una donna, che dopo vent’anni torna nella sua casa natale, nel Midwest, per badare e accudire la madre gravemente malata. Il film delinea un ritratto intimo di Monica (Trace Lysette), questo il nome della donna, tramite alcuni temi importanti della sua vita, come l’abbandono di una famiglia divisa, l’invecchiamento e soprattutto il perdono. Un’esistenza, la sua, fatta più di dolore che di gioie, di tanti momenti in cui ha avuto paura e di tanti altri in cui si è dovuta far coraggio da sola. Un’esplorazione della condizione umana, che si abbandona al rifiuto per poi trovare redenzione nell’accettazione.
THE WOMAN KING azione, diretto da Gina Prince-Bythewood, con Viola Davis e Hero Fiennes Tiffin. Durata 135 minuti. Voto: 3 su 5
Racconta le vicende delle Agojie, un gruppo di guerriere, che nel XIX secolo proteggeva il Regno di Dahomey, nell’Africa occidentale (di preciso nell’attuale Benin). Queste donne erano note soprattutto per loro abilità e la loro ferocia. Il film segue la storia del generale Nanisca (Viola Davis), incaricata di addestrare le nuove reclute e prepararle a scendere in battaglia contro un nemico intenzionato a distruggere quello che è il loro stile di vita. Mosse dall’attaccamento al loro territorio, le Agojie sono pronte a schierarsi e combattere.
ANATAR parodia, diretto da Alan Smithee, con Azzurra Rocchi e Raffaele De Vita. Durata 83 minuti. Voto: 3,4 su 5
Vede il popolo degli Anatar, ovvero extraterrestri umanoidi che si sono evoluti a partire dalle anatre, in viaggio nello spazio, dopo che il loro pianeta è collassato. Sono alla ricerca di un nuovo posto vivibile, un nuovo nido per la loro popolazione. Il loro esilio spaziale li porterà su Pandoro, un pianeta dove ogni essere vivente, comprese le piante, ha trovato un proprio equilibrio all’interno della natura. Dal momento in cui gli Anatar punteranno i loro occhi bramosi su Pandoro avranno inizio avventure, guerre, amori, dove astronavi e papere costruiranno una vera e propria fiaba moderna incentrata sull’accettazione di chi è diverso da noi.
UNA NOTTE VIOLENTA E SILENZIOSA thriller, diretto da Tommy Wirkola, con David Harbour e John Leguizamo. Voto: 4,3 su 5
Thriller natalizio dark, che vede una squadra di mercenari irrompere in un comprensorio di famiglie benestanti durante la vigilia di Natale, prendendo in ostaggio tutti i presenti. La squadra di criminali non è però preparata ad affrontare un combattente che li sorprenderà: Babbo Natale (David Harbour) è sul posto e sta per dimostrare perché questo Nick non è un santo.