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Venezia 80, «poche star, ma non autarchica»

Molti divi assenti a causa dello sciopero a Hollywood. Ventitré i film in corsa per il Leone d’oro, da Sofia Coppola e Yorgos Lanthimos a Pablo Larraín, Ryûsuke Hamaguchi, David Fincher, Michael Mann, Bradley Cooper. Per l’Italia, Pietro Castellitto, Saverio Costanzo, Edoardo De Angelis, Giorgio Diritti, Matteo Garrone, Stefano Sollima. Fuori Concorso ci sono Woody Allen, Roman Polanski, Wes Anderson e William Friedkin. Il programma ufficiale

I veri veterani hanno affrontato tutto. Così il concorso cinematografico più antico del mondo, la Mostra del cinema di Venezia. Che è stata testimone di guerre e rivoluzioni, edizioni cancellate e pandemie. Così la programmazione della sua edizione numero 80, presentata oggi martedì, non ha tremato eccessivamente di fronte alla tempesta che sta scuotendo la settima arte: lo sciopero congiunto di attori e sceneggiatori che da Hollywood si estende all’Europa. Il red carpet della Mostra, che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre, dovrà rinunciare alle star che lavorano in «film di grandi studi e piattaforme», ha precisato in conferenza stampa Alberto Barbera, direttore artistico. «Mancherà qualche star ma non sarà una Mostra autarchica», commenta Barbera, sperando di accogliere i divi che compaiono nelle produzioni indipendenti. E, comunque, nella corsa al Leone d’oro ci saranno registi come David Fincher, Sofia Coppola, Pablo Larraín, Michael Mann, Yorgos Lanthimos, Matteo Garrone, Ava DuVernay o Bradley Cooper.

Fuori concorso, inoltre, ci saranno opere di Wes Anderson o Richard Linklater, oltre a Woody Allen e Roman Polanski, garanzie di talento ma anche polemiche. E, infine, a chiudere la rassegna, La sociedad de la nieve, dello spagnolo J. A. Bayona, tratto dall’omonimo libro di Pablo Vierci, che documenta la storia dei sopravvissuti allo schianto del volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana nelle Ande, avvenuto il 13 ottobre 1972.

Pierfrancesco Favino è un eroico capitano siciliano durante la seconda guerra mondiale nel film “Comandante” di Edoardo De Angelis

La Mostra ha dovuto rinunciare a causa dello sciopero a Challengers, di Luca Guadagnino, con Zendaya, che avrebbe dovuto aprire la manifestazione e la cui prima è stata rinviata ad aprile. Sarà sostituito da Comandante di Edoardo De Angelis, su un eroico capitano siciliano durante la seconda guerra mondiale. Indiscrezioni collocano al Lido anche la seconda parte di Dune, di Denis Villeneuve, ma non dovrebbe esserci per i motivi accennati. Barbera ha tuttavia sottolineato che, nonostante le settimane «turbolente», il festival ha tutte le opere dagli Stati Uniti che ha invitato. Ci saranno The Killer, di Fincher, con Michael Fassbender nei panni di uno spietato killer a sangue freddo che soffre di una crisi di coscienza; Priscilla di Coppola accenderà i riflettori sulla tormentata moglie di Elvis Presley; Mann presenterà la sua tanto attesa Ferrari, con Adam Driver e Penélope Cruz —per il terzo anno consecutivo alla Mostra, dove ha vinto la Coppa Volpi come migliore attrice due anni fa—, sul palcoscenico più complicato del fondatore del celebre marchio automobilistico e della sua compagna; Cooper racconterà il lato sentimentale del musicista Leonard Bernstein, con il Maestro; e DuVernay discuteranno in Origin, basato su un saggio bestseller vincitore del Premio Pulitzer, il sistema gerarchico che congela la società statunitense.

La consueta alleanza tra Venezia e Hollywood, che ha fatto della manifestazione il trampolino ideale per gli Oscar, sembra dunque mantenersi, almeno nelle sale. Barbera, infatti, ha definito «comprensibilissime» le ragioni dello sciopero. Barbera ha sottolineato che la selezione rispecchia praticamente, almeno in termini numerici, il materiale di partenza: il 33% delle 4.061 opere presentate è stato diretto da una donna. E Venezia conferma, anno dopo anno, il suo legame con il cinema latinoamericano anche nella competizione principale: dopo No e El club, il cileno Pablo Larraín trasforma il dittatore Augusto Pinochet in un vampiro che torna in vita in El conde

“Io, capitano” di Matteo Garrone

Dietro ai nomi più noti, il festival nasconde altre proposte che incuriosiranno più di un appassionato di cinema. Drive My Car ha reso Ryusuke Hamaguchi un regista di culto abbastanza da guardare avanti a Evil Does Not Exist, sulla costruzione di un campeggio di lusso che infesta una città di montagna; da tempo si parla di Io, Capitano di Matteo Garrone, dell’odissea di due africani verso l’Europa; Poor Things di Lanthimos offre una “boccata d’aria fresca dalla bontà”, secondo Barbera, con una donna (Emma Stone) che si ribella allo scienziato che l’ha resuscitata e intraprende un viaggio spinta dal suo feroce desiderio sessuale; Stefano Sollima, noto per le serie Gomorra, guarda ancora una volta il volto più oscuro della capitale italiana in Adagio; e Barbera promette che Dogman convincerà finalmente gli scettici che Luc Besson non stupisce solo con i suoi film d’azione. Altri italiani in gara sono Saverio Costanzo con Finalmente l’Alba, secondo più importante investimento produttivo del cinema italiano di quest’anno, con un grande cast: racconto della perdita dell’innocenza attraverso il fascino crudele di Cinecittà;  Pietro Castellitto con Enea, attesissima opera seconda, film produttivamente molto ambizioso in cui appaiono anche i suoi familiari: una “Grande bruttezza” ammantata di cinismo e ipocrisia; e Giorgio Diritti con Lubo, «film straordinario di un autore che di solito non mi convince, torrenziale storia vera (tre ore) di un gitano che negli anni Tranta fu perseguitato sia dai nazisti sia dagli svizzeri».

“The killer” di David Fincher

Il vincitore si conoscerà il 9 settembre, poco prima di vedere il nuovo film di Bayonne. È già noto che i Leoni d’oro alla carriera saranno assegnati alla regista italiana Liliana Cavani e all’attore di Hong Kong Tony Leung Chiu-wai. La giuria internazionale sarà presieduta dall’americano Damien Chazelle e composta, tra gli altri, dalla neozelandese Jane Campion, dall’argentino Santiago Mitre, dall’irlandese Martin McDonagh e dalla vincitrice della scorsa edizione, Laura Poitras.

Oltre al concorso ci sarà, ovviamente, molto di più. Un ampio focus sull’adolescenza in diversi film, secondo Barbera; opere da più di 50 Paesi, dal Nepal alla Mongolia, passando per la Tunisia o l’Ucraina; lunghezze destinate a mettere a disagio il governo polacco, come promette il direttore artistico; il documentario Front of Guernica, commissionato dal Museo Reina Sofía sulla celebre opera di Pablo Picasso, nell’anno che segna il cinquantesimo anniversario della sua morte; A cielo abierto, girato da Mariana e Santiago Arriaga, nella sezione Orizzonti, e scritto dal padre dei cineasti, Guillermo Arriaga, autore anche delle storie di film come Amores perros o Babel e regista di Lejos de la tierra quemada; il cortometraggio The Wonderful Story of Henry Sugar di Wes Anderson, basato sui racconti di Roald Dahl; da controverse icone dal passato glorioso come Allen o Polanski al futuro del cinema, tra realtà virtuale e intelligenza artificiale. Del resto il manifesto de La Mostra di quest’anno disegna una strada. Continua il lungo viaggio del cinema e del suo festival più antico.

Ecco il programma ufficiale:

“Maestro” di Bradley Cooper

Concorso
Comandante – Edoardo De Angelis (Film d’apertura)
The Promised Land – Nikolaj Arcel
DogMan – Luc Besson
La bête – Bertrand Bonello
Hors-saison – Stéphane Brizé
Enea – Pietro Castellitto
Maestro – Bradley Cooper
Priscilla – Sofia Coppola
Finalmente l’alba – Saverio Costanzo
Lubo – Giorgio Diritti
Origin – Ava DuVernay
The Killer – David Fincher
Memory – Michel Franco
Io capitano – Matteo Garrone
Evil Does Not Exist – Ryûsuke Hamaguchi
The Green Border – Agnieszka Holland
Die Theorie von Allem – Timm Kröger
Poor Things – Yorgos Lanthimos
El conde – Pablo Larraín
Ferrari – Michael Mann
Adagio – Stefano Sollima
Woman Of – Małgorzata Szumowska, Michał Englert
Holly – Fien Troch

“Poor Things” di Lanthimos con Emma Stone

Fuori concorso – Fiction
La sociedad de la nieve – J.A. Bayona (Film di chiusura)
Coup de chance – Woody Allen
The Wonderful Story of Henry Sugar – Wes Anderson
The Penitent – Luca Barbareschi
L’ordine del tempo – Liliana Cavani
Vivants – Alix Delaporte
Welcome to Paradise – Leonardo Di Costanzo
Daaaaaali! – Quentin Dupieux
The Caine Mutiny Court-Martial – William Friedkin
Making Of – Cédric Kahn
Aggro Dr1ft – Harmony Korine
Hit Man – Richard Linklater
The Palace – Roman Polański
Snow Leopard – Pema Tseden

Fuori concorso – Non fiction
Amor – Virginia Eleuteri Serpieri
Frente a Guernica – Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
Hollywoodgate – Ibrahim Nash’at
Ryūichi Sakamoto | Opus – Neo Sora
Enzo Jannacci – Vengo anch’io – Giorgio Verdelli
Menus plaisirs – Les Troisgros – Frederick Wiseman

Fuori concorso – Series
D’argent et de sang (Ep. 1-12) – Xavier Giannoli, Frédéric Planchon
I Know Your Soul (Ep- 1-2) – Jasmila Žbanić, Damir Ibrahimović

Orizzonti – Concorso
A cielo abierto – Mariana Arriaga, Santiago Arriaga
El paraíso – Enrico Maria Artale
Behind the Mountains – Mohamed Ben Attia
The Red Suitcase – Fidel Devkota
Tatami – Guy Nattiv, Zar Amir Ebrahimi
Paradise Is Burning – Mika Gustafson
The Featherweight – Robert Kolodny
Invelle – Simone Massi
Hesitation Wound – Selman Nacar
Heartless – Nara Normande, Tião
Una sterminata domenica – Alain Parroni
City of Wind – Lkhagvadulam Pure-Ochir
Explanation for Everything – Gábor Reisz
Gasoline Rainbow – Bill Ross, Turner Ross
En attendant la nuit – Céline Rouzet
Housekeeping for Beginners – Goran Stolevski
Shadow of Fire – Shinya Tsukamoto
Dormitory – Nehir Tuna

Il cileno Pablo Larraín trasforma il dittatore Augusto Pinochet in un vampiro che torna in vita in El conde

Orizzonti – Extra
Bota jonë – Luàna Bajrami
Forever Forever – Anna Buryachkova
The Rescue – Daniela Goggi
Day of the Fight – Jack Huston
In the Land of Saints and Sinners – Robert Lorenz
Felicità – Micaela Ramazzotti
Pet Shop Boys – Olmo Schnabel
Stolen – Karan Tejpal
L’homme d’argile – Anaïs Tellenne

Proiezione speciale
La parte del Leone: una storia della Mostra – Baptiste Etchegaray, Giuseppe Bucchi

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