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Un’estate di gaffe “politiche” per le rock band

I Killers provocano una sollevazione in Georgia invitando sul palco un fan russo. Dalla Malesia arriva una richiesta di risarcimenti danni per 2,7 milioni di dollari alla band The 1975 per un bacio gay durante il concerto. Mentre il premier italiano Giorgia Meloni ha citato a giudizio il cantante dei Placebo per averla definita fascista e razzista durante un concerto a Torino
The Killers

È stata un’estate problematica per molte rock band in tour all’estero. Incidenti e gaffe internazionali con riflessi anche diplomatici. L’ultimo caso arriva dalla Georgia, dove erano in tour i Killers. Nel concerto tenuto il giorno di Ferragosto, la band americana ha fatto salire un fan russo sul palco, dicendo alla folla che erano tutti «fratelli e sorelle», nonostante le forti tensioni tra la nazione e il suo vicino prepotente, che l’ha invasa nel 2008. Ne sono seguiti scioperi, riporta The Guardian, citando un video dall’interno e dall’esterno della Black Sea Arena di Batumi.

La band si è poi scusata, scrivendo sui social media: «Abbiamo una lunga tradizione nell’invitare le persone a suonare la batteria sul palco e inizialmente sembrava che la risposta della folla fosse positiva». Dopo aver presentato il fan russo, il cantante dei Killers Brandon Flowers ha detto: «Non conosciamo l’etichetta di questa terra, ma questo ragazzo è russo. Ti va bene che un russo venga qui?». Un video mostra un coro di “no” e fischi che risuonano. Dopo la canzone, Flowers ha aggiunto: «Non riesci a riconoscere se qualcuno è tuo fratello? Non è tuo fratello? Ci separiamo tutti ai confini dei nostri Paesi?». Ha continuato a parlare dell’ethos unificante del cristianesimo. «Non sono tuo fratello, essendo americano?» ha chiesto. Prima di continuare lo spettacolo, ha detto: «Non voglio che diventi brutto. E vi vedo come miei fratelli e mie sorelle».

Matty Healy, frontleader della band inglese The 1975

Lo scorso 21 luglio in Malesia, a essere coinvolta in un incidente internazionale è stata la band inglese The 1975. Quando Matty Healy, frontleader della band The 1975, ha arringato la folla: «Non vedo il fottuto vantaggio di invitare The 1975 in un Paese e poi dirci con chi possiamo fare sesso. E questo non è giusto nei tuoi confronti, perché non sei rappresentativo del tuo governo. Perché siete giovani e sono sicuro che molti di voi sono gay, progressisti e cool». Ha poi baciato il bassista Ross MacDonald ed ha rotto un drone gestito dai promotori del festival. Dopo trenta minuti e appena sette canzoni, la band è stata cacciata via: «Siamo appena stati banditi da Kuala Lumpur, ci vediamo dopo», ha annunciato Healy.

Il resto del festival di tre giorni è stato annullato il giorno successivo dopo che una «direttiva di cancellazione immediata» è stata emessa dal ministero delle comunicazioni e del digitale della Malesia come parte della sua «posizione incrollabile contro qualsiasi parte che contesti, ridicolizzi o contravvenga alle leggi malesi», secondo quanto riportato da un comunicato ufficiale. La band ha successivamente cancellato i loro prossimi concerti in Indonesia e Taiwan e le autorità malesi hanno vietato loro di esibirsi nel Paese. I promotori del festival, Future Sound Asia (FSA), stanno ora portando avanti un reclamo contro la band britannica chiedendo loro di riconoscere la responsabilità e risarcire i danni subiti. In caso contrario, la FSA agirà nel Regno Unito. La richiesta di danni è di 2,7 milioni di dollari.

Brian Molko, cantante e frontleader dei Placebo, e il premier italiano Giorgia Meloni

Attenzione quindi a criticare le politiche poco aperte ai diritti lgtbq+, si rischia d’incorrere nelle ire dei governi e di essere portati in tribunale. È accaduto ai Placebo, il cui cantante Brian Molko è stato citato in giudizio per diffamazione dal premier Giorgia Meloni dopo averla definita fascista e razzista durante un concerto a Torino. 

L’episodio italiano è accaduto lo scorso 11 luglio al Sonic Park di Stupinigi, Torino, prima tappa del tour italiano dei Placebo. Parlando dal palco, di fronte a un pubblico di cinquemila persone, il frontman Brian Molko si è scagliato in italiano contro la presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni: «Fascista, razzista», ha detto. E poi: «Vaffanculo, pezzo di merda». Al termine del concerto, la band si è anche espressa a favore della tutela e del riconoscimento delle coppie omosessuali, tenendo a precisare di essere «inglese ed europea». 

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