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Tom Odell “voce” della rivolta in Iran

La canzone “Another Love” del pianista inglese è diventata la colonna sonora di tutti i clip postati su TikTok dalle donne che protestano per la morte di Mahsa Amini. «Ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere se indossare o non indossare il velo», commenta l’artista durante un concerto in Germania. Il brano, uscito nel 2013, è tornato nella Top 20 britannica

“E se qualcuno ti fa male, voglio combattere/ Ma le mie mani sono state rotte una volta di troppo/ Quindi lo farò usando la mia voce, sarò così fottutamente maleducato/ Le parole vincono sempre, ma so che perderò”. Sono le parole che cantano le donne iraniane in riolta nelle clip che riescono a infrangere la barriera della censura ed a finire online su TikTok. Sono di Another Love, una malinconica ballad di Tom Odell, timido biondino inglese dalla faccia acqua e sapone che al suo debutto discografico nel 2013 con Long Way Down (dove è inserito il brano) sbalordì, rimanendo poi schiacciato dal peso del successo. Quel brano adesso è stato rilanciato dalle donne iraniane ed è ora al numero 17 nelle classifiche ufficiali del Regno Unito.

Le donne iraniane hanno utilizzato la clip di una esibizione di Tom Odell come colonna sonora dei loro video di protesta in risposta alla morte della ventiduenne Mahsa Amini mentre era sotto custodia della “polizia morale”. La ragazza era stata trattenuta dalla polizia con l’accusa di avere indossato non in modo ortodosso il velo, o hijab. Gli agenti hanno negato i maltrattamenti, affermando che Mahsa è morta per un attacco di cuore, ma la sua famiglia ha contestato questa spiegazione.

«Sono scioccato dagli eventi che si svolgono in Iran», ha commentato Odell. «Sto inviando amore e pensieri a quelle persone incredibilmente coraggiose che si battono per i diritti umani e delle donne». Aggiungendo: «Ognuno dovrebbe avere la possibilità di scegliere se indossare o non indossare il velo, e qualunque cosa scelga deve essere accettato», ha aggiunto.

Il cantante ha anche dedicato Another Love ai manifestanti durante uno spettacolo lo scorso 24 settembre ad Hannover, in Germania: «Stasera voglio dedicare questa canzone alle persone coraggiose che stanno protestando in Iran. Potremmo essere lontani dall’Iran qui ad Hannover, in Germania, ma penso e spero di parlare a nome di tutti in questo teatro, dicendo che stiamo insieme a tutti coloro che protestano per i diritti umani e delle donne», ha detto rivolto al pubblico.

Molti dei video che utilizzano la canzone di Tom Odell mostrano donne che si tagliano i capelli in solidarietà con Amini, diventata una forma di solidarietà nel mondo nei confronti delle proteste in Iran. Altri, invece, fanno vedere le proteste in corso, mentre alcuni mostrano donne iraniane che si preparano a uscire di casa, mettendo in evidenza le rigide regole dell’Iran.

Another Love si affianca a Bella Ciao, altra canzone che ha accompagnato le proteste delle migliaia di ragazze iraniane scese in strada in ottanta città del Paese. Molte ventenni, la “generazione TikTok” che ha conosciuto solo la Repubblica Islamica ma non se ne cura. Donne che sventolano in alto i loro hijab, li bruciano, si tagliano i capelli. Gli uomini le affiancano e le proteggono. Ci sono stati anche scontri violenti e cruenti con le forze di sicurezza, a Teheran e in alcune città curde i manifestanti hanno bruciato auto della polizia e uffici delle banche legate ai Pasdaran, il potente corpo dei Guardiani della Rivoluzione. Dimostrazioni si stanno svolgendo in tutto l’Iran, ampliandosi di giorno in giorno, anche perché la rabbia delle donne si è incrociata con quella del popolo iraniano sofferente da tempo a causa della crisi economica.

Donne iraniane si tagliano una ciocca di capelli come forma di protesta per l’assassinio di Mahsa Amini

Già dalle Primavere Arabe del 2010 era stato chiaro quanto sarebbero stati importanti i social nelle proteste popolari. Le stesse manifestazioni nate negli Stati Uniti dopo la morte di George Floyd e che hanno generato il movimento Black Lives Matter si sono moltiplicate dopo che il video del suo arresto è diventato virale. TikTok è diventato uno dei social più usati per diffondere le immagini delle proteste scoppiate negli Stati Uniti dopo la morte dell’uomo di Minneapolis, facendo diventare colonna sonora della protesta il video di This is America di Childish Gambino, brano che denunciava le violenze contro la comunità afroamericana.

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