Storia

The Sparks: tutte le strade del pop portano a noi

I bizzarri fratelli Ron e Russell Mael tornano alla ribalta con un film, un musical e l’album “The Girl Is Crying in Her Latte”. Duo icona nella storia del glam e del synth-pop: «Siamo stupiti nel vedere come tanti colleghi confessino che la nostra musica gli piace e che li ha segnati»

Gli inconfondibili (e settuagenari) fratelli californiani Mael, il compositore e tastierista Ron (quello con i baffi) e il cantante Russell, ovvero The Spark, sono tornati. Anche se, per la verità, non sono mai veramente scomparsi. Negli ultimi anni, però, il duo pop teatrale è nuovamente illuminato dalle luci dei riflettori grazie alla diffusione favorita da Netflix del film The Sparks Brothers del regista Edgar White e alla successiva vittoria del César Award per la colonna sonora del musical maniacale Annette scritto in collaborazione con Leos Carax. 

Sulla scia di questa rinnovata popolarità, il duo che mise in orbita il glam con il loro acclamato Kimono my house (1974), tirò fuori dal cappello il synth pop con No 1 song in heaven (1979) ed estrasse gemme ritmiche lavorando con il “maestro” confessato Giorgio Moroder, è rientrato in studio per registrare The Girl Is Crying in Her Latte, un mix tipicamente imprevedibile di vignette stravaganti su un synthpop contagioso. A precedere l’album sono stati la title track e il suo video, in cui Cate Blanchett balla in stile David Byrne indossando un abito giallo. Il nuovo album mantiene la rotta, ma trasuda ancora più vitalità e verve, colpendo l’ideale equilibrio sparksiano di melodia folle, arrangiamento labirintico e pungente satira sociale.

«È il frutto della perseveranza e del fare sempre quello che ci piace, al di sopra dei gusti e delle mode», spiega il duo losangelino in questi giorni in Europa per una serie di concerti, i primi dei quali li ha tenuti a Barcellona per il festival Primavera Sound. «Vediamo che dopo tutti questi anni quello che amiamo è il pop, e abbiamo anche verificato che è la migliore musica perché non ha limiti, le possibilità creative sono illimitate».

Nel corso degli anni, oltre all’altissima qualità e all’affascinante varietà stilistica dei loro dischi, hanno conquistato la stima del mondo musicale: «Siamo stupiti nel vedere come tanti colleghi confessino che la nostra musica gli piace e che li ha segnati», commenta Ron. Nessuna esagerazione: da Beck ai New Order, passando per i Duran Duran o, più recentemente, Jack Antonoff o Vince Carter, la lista dei fan vip è lunga e molto eterogenea. «Tutte le strade portano a Sparks», sorridono i due fratelli.

Per noi la musica pop più interessante è sempre stata provocatoria in un modo o nell’altro. Non sentiamo molto di quella provocazione nel clima attuale. C’è un incestuosità in molta musica popolare che rende la scena meno ispirata. Sì, in ogni caso, il pubblico dovrebbe essere più esigente. Finché il pubblico sarà soddisfatto dello status quo, nulla cambierà

Ron e Russell Mael

Nessun litigio, nessuna gelosia hanno mai intaccato la buona armonia tra di loro. «È di notevole importanza che i nostri ruoli siano differenziati», spiega Ron. «Io lavoro alla composizione e alle tastiere, e Russell adatta i pezzi al canto. Sembra un gioco da ragazzi, ma è fondamentale». E Russell è stato ancora più sintetico nel riassumere la buona salute del progetto a più di mezzo secolo dalla nascita: «Passione per quello che facciamo dal primo momento ad oggi, che sia musica, cinema o altro. Le cose accadono, non sei tu a pianificare o prevedere, ma soprattutto non abbiamo mai smesso di fare cose, non ci siamo mai seduti ad aspettare di vedere cosa sarebbe successo».

E sulla situazione attuale della musica, affermano: «Per noi la musica pop più interessante è sempre stata provocatoria in un modo o nell’altro. Non sentiamo molto di quella provocazione nel clima attuale. C’è un incestuosità in molta musica popolare che rende la scena meno ispirata. Sì, in ogni caso, il pubblico dovrebbe essere più esigente. Finché il pubblico sarà soddisfatto dello status quo, nulla cambierà».

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