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«Ricominciate a chiamarmi Trinità»

A 82 anni Terence Hill torna nelle vesti del personaggio che lo rese popolare. Dopo di lui sarà la volta di Franco Nero che, a 83 anni, vuole riprendere la saga di Django. Seguono la scia aperta da Tom Cruise e Harrison Ford che non si arrendono all’età e continuano nelle loro avventure cinematografiche di “Top Gun” e “Indiana Jones”

A volte tornano. Accade a Sanremo come al Reading Festival. A Hollywood come a Cinecittà. Da Iva Zanicchi, Al Bano ai Rolling Stones e agli Abba. Da Harrison Ford a Tom Cruise passando per Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger: la tendenza è chiara. E adesso che gli effetti speciali permettono a un attore di 80 anni di recitare e apparire sullo schermo con le fattezze di un quarantenne – clamoroso l’esempio di The Irishman di Martin Scorsese con Robert De Niro, Joe Pesci e Al Pacino ringiovaniti – ci possiamo aspettare nuove mirabolanti avventure di vecchietti arzilli in ruoli interpretati nel secolo scorso.

Non sappiamo ancora se sarà il caso di Terence Hill. L’ormai ottantaduenne ex mito degli spaghetti western in salsa di commedia in coppia con Bud Spencer e da anni legato al personaggio televisivo di Don Matteo, ha annunciato che si sta apprestando a tornare a indossare speroni e pistole per un nuovo episodio, il terzo a distanza di 54 anni dal primo, con protagonista Trinità, “la mano destra del diavolo”. Senza il fratello cinematografico e grande compagno di set Bud Spencer, scomparso il 27 giugno 2016.

Terence Hill, 82 anni. In alto a destra nei panni di Trinità, sotto in quelli di Don Matteo

In una recente intervista Terence Hill, all’anagrafe Mario Girotti, veneziano trapiantato a Roma, classe 1939, ha raccontato che in estate inizierà a girare in Abruzzo Trinità, la suora e la Pistola ispirato a una storia vera in cui introduce anche un personaggio storico, Billy The Kid (la Pistola). Un film dal sapore antico, in cui l’attore decide di ritornare nel ruolo che gli ha dato il grande successo nel film che, confessa, ha amato di più, scritto e diretto da Enzo Barboni, ex fotografo che debuttò alla regia con l pseudonimo di E.B. Clucher.

«Il film si apre così: si vede Trinità sulla sua famosa “lettiga” e poi lei, la suora, circondata da tre minacciosi cowboy», racconta Terence Hill al Corriere della Sera. «Lui capisce che è in pericolo e la salva da quei tre. Da qui comincia la storia che si intitola Trinità, la suora e la Pistola. Dove la Pistola è Billy the Kid perché lei nella sua vita incontrò davvero Billy the Kid. Sono già 18 mesi che lavoriamo alla sceneggiatura, tra varie difficoltà come è normale. Spero di partire in estate a girare in Abruzzo. Faccio anche la regia di questo mio spaghetti western di Trinità che si intreccia con i personaggi veri del West come Billy the Kid. La suora nel film si chiama Blandina, il vero nome era Rosa Maria Segale».

Franco Nero è stato Django nel 1966 (sopra) e si appresta a rimetterlo in pista (sotto) a 83 anni

Una decisione coraggiosa, anche perché Terence Hill, malgrado sia in splendida forma e mostri molto meno dei suoi anni, è alquanto diverso da quel biondino scanzonato e sciupafemmine che insieme a “Bambino” scorrazzava per il western girato nella campagna romana negli anni Settanta. Eppure, la scelta di Terence Hill, per quanto possa sembrare una scelta temeraria, rientra in un filone che da qualche anno va per la maggiore tra molte star del cinema: ritornare a interpretare a un’età matura (anche molto avanzata) ruoli iconici interpretati in gioventù.

Restando ancora a casa nostra, registriamo l’annuncio recente all’agenzia AGI da parte di Franco Nero dell’imminente realizzazione di un nuovo film della saga di Django, da lui interpretato per la prima volta nel 1966 con la regia di Sergio Corbucci e che si prepara a riprendere a quasi 83 anni anche se, ha spiegato, sarà un cowboy di una settantina di anni.  

Harrison Ford, 80 anni, Indiana Jones ieri e oggi

Più audace è invece l’impresa di una superstar e icona del cinema americano: il prossimo 30 giugno negli Usa uscirà Indiana Jones e il Quadrante del destino, quinto episodio della serie creata da Steven Spielberg (che stavolta sarà solo produttore con George Lucas mentre la regia è affidata a James Mangold) in cui Harrison Ford, alla veneranda età di 80 anni, tornerà nei panni dello spericolato archeologo che fece il debutto sullo schermo quarant’anni fa in I predatori dell’arca perduta.
Un ruolo in un action movie non certo adatto a un distinto signore molto avanti con gli anni che ha però altri illustri precedenti. A partire da Sylvester Stallone che nel 2019, a 72 anni, tornò nei panni del violentissimo e ferocissimo Rambo nel film Last Blood, presentandosi in scena con un corpo gonfissimo (palestra e un po’ di chirurgia, oltre al trucco) ma piuttosto credibile. Stessa età aveva l’ex governatore della California Arnold Schwarzenegger quando, sempre nel 2019, si calò per la quinta volta nei panni del cyborg in Terminator – Destino oscuro (dove compariva anche la sua prima compagna di set del primo film di James Cameron del 1984, la sessantatreenne Linda Carroll Hamilton).

Tom Cruise, 60 anni, fra “Top Gun” e “Mission Impossible” senza ricorrere a controfigure

Altro ruolo iconico è quello che nel 1986 rese celebre Tom Cruise. Ora, a sessant’anni, l’attore e produttore, diventato nel frattempo uno delle star più popolari di Hollywood, si è calato di nuovo nel ruolo del pilota in Top Gun: Maverick in un sequel di grande successo. Tom Cruise non è nuovo a calarsi in ruoli adatti ad attori bel più giovani: il 14 luglio negli Usa uscirà Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno, settimo film della serie in cui interpreta l’acrobatico agente segreto Ethan Hunt che portò per la prima volta sul grande schermo 26 anni fa nel primo film di Brian De Palma. Malgrado le molte primavere, Tom Cruise è comunque ancora molto credibile e lui stesso ci tiene a far credere che le sue azioni siano realistiche come quando era giovane, al punto che continua a interpretare le scene rischiose spesso senza l’ausilio di controfigure.

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