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Quella meteora chiamata Wham!

Su Netflix dal 5 luglio il documentario sul duo che con il suo edonismo pop sconvolse la scena musicale degli anni Ottanta. Lo scioglimento legato alla dinamica etero-gay. I timori di George Michael nel fare coming out

«I ragazzi saggi si rendono conto / C’è pericolo nei legami emotivi…». È uno dei testi pop più genuini e agghiaccianti degli anni Ottanta, da Young Guns (Go For It) degli Wham!, qualcosa da paragonare a Madonna che cantava il trionfo dell’essere una ragazza materiale in un mondo materiale. Non puoi fare a meno di ripensare alla sua rilevanza per i legami emotivi reciproci di Andrew Ridgeley e George Michael mentre guardi il documentario Netflix Wham!, in uscita il 5 luglio. Divertente ma stranamente privo di curiosità, composto da filmati esistenti e commenti fuori campo.

https://youtu.be/8huyeTjZjik

Wham! è stata una band pop “meteora”, durata quattro anni, dal 1982 al 1986. Una cavalcata fulminea che li ha visti devastare la scena musicale come l’aereo da caccia di Roy Lichtenstein, collezionando una serie di successi e venendo presentati alla stregua di David Bowie, Bono, Elton John e Paul McCartney al concerto Live Aid del 1985. Due ragazzi sorridenti, ancora palpabilmente sopraffatti dallo stupore per l’improvvisa e inaspettata fama. Erano amici inseparabili da quando avevano 11 anni a scuola a Bushey, nell’Hertfordshire e ancora poco più che ventenni quando la band si sciolse. Hanno anche lavorato, in momenti diversi, con le coriste Dee C Lee, Helen “Pepsi” DeMacque e Shirlie Holliman, le cui opinioni e vite interiori sono, purtroppo, sono di interesse zero per questo film.

In questo breve lasso di tempo, è diventato ragionevolmente chiaro che George era il talento cantautore e produttore e la futura megastar solista, e il film mostra molte clip di interviste in cui Andrew dice bonariamente e generosamente che gli sta bene. E nonostante i commenti taglienti e meschini della stampa da quel giorno a oggi, non ci sono prove che l’atteggiamento di Ridgeley non fosse sincero. Ma come e cosa prova ora Andrew Ridgeley riguardo al suo destino post-Wham!, la celebrità, il mondo pop e lo stesso George, non vengono toccati dal documentario.

E per tornare a quella canzone; parla di un uomo single furioso di vedere il suo migliore amico ora aggrappato a una fidanzata, che a sua volta vuole sapere chi è questo “ragazzo inquietante”, e che viene brutalmente messo giù nella famigerata battuta che il film non commenta: “Ehi stai zitta ragazza, è un mio amico / Guarda solo la tua bocca piccola, sei fuori linea!”. Young Guns sembra culminare e celebrare il rifiuto di questa donna a favore di due ragazzi amici e fuori città: “Torna indietro / Giù le mani / Vai avanti”. La complessa dinamica emotiva di Andrew e George, etero e gay, è lì da qualche parte.

«Quello è stato il momento cruciale, volevo davvero uscire allo scoperto e ho perso completamente il controllo», ammette lo stesso Michael in un’intervista a corredo del documentario. «La svolta decisiva con gli Wham! non aveva nulla a che fare con gli Wham!, bensì con me. All’improvviso mi sono trovato a pensare: “Oh mio Dio, sono una star internazionale e sono gay”. Mi ero intrappolato io stesso e sono andato in depressione».

Questo documentario, argutamente strutturato attorno agli album di ritagli dei fan creati dalla mamma di Andrew, ricorda quanto fosse gioiosa la musica degli Wham!: puro edonismo pop, che metabolizzava rap e commenti politici. Avevano anche un’energia proto-boyband l’industria, in seguito, ha cercato di impacchettare. C’è qualcosa di toccante e commovente nel modo in cui George e Andrew hanno concepito la canzone Careless Whisper quando erano a scuola, assolutamente (e giustamente) convinti di aver scritto un “numero 1” e nel loro allegro e ridicolo video per Last Christmas. È uno documentario divertente sugli anni Ottanta: ma c’era qualcosa di più da dire sull’amicizia, la sessualità e la musica stessa.

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